LETTERE
28 Dicembre 2011
di P.P.
|
Scrivo
per far conoscere l'ennesimo attacco al popolo italiano che gli
oligarchi al governo stanno portando avanti praticamente in segreto.
Nel
vertice del 9 dicembre i Paesi europei hanno deciso di stipulare anche
un patto fiscale. Questo patto impone ai Paesi con un rapporto
debito pubblico/PIL superiore
al 60%, tra essi rientra l'Italia, di ridurlo di un ventesimo della
differenza con il valore ottimale. Questo vuol dire una lunga serie di
manovre " SalvaItalia" (esempio di neo-lingua
orwelliana visto l'esito recessivo che solo il suo annuncio ha
provocato). Quindi nel giro di pochi anni la struttura industriale
italiana sarà distrutta e gli italiani ridotti in forte miseria.
C'è la possibilità di emendare questa norma,
ma il termine, tenuto segreto dal Governo, scadrà domani 29 dicembre.
Il governo tecnocratico ha imposto il silenzio ai funzionari del
ministero dell'economia che si occupano di questi emendamenti. Così,
molto democraticamente, sarà aggirato e raggirato il popolo italiano, a
parole sovrano!
Per
farci digerire quelle maniovre ci diranno poi che sono volute
dall'Europa e che servono per salvarci, come stanno già facendo adesso.
Tutti i dettagli sul blog del docente di Economia presso l'Università di Tor Vergata, Gustavo Piga:
http://www.gustavopiga.it/2011/gioco-di-ombre-salvate-leuropa-per-favore/
|
editoriale
Stranieri al governo
di Rosaria Impenna
Italiani
Liberi | 26.12.2011
Il
salto logico che gli Italiani non sono ancora riusciti a compiere è
considerarsi governati da “stranieri”. Quando essi, similmente ai
popoli delle varie Nazioni d’Europa, comprenderanno questo principio
semplice e al tempo complesso, si renderanno conto di essere sudditi al
Potere di dominatori. Solo nella tragica ammissione di ciò è possibile
interpretare la perentoria durezza che risiede nelle parole del
presidente Napolitano, sulla insistenza che nessuna “emergenza
costituzionale” è implicita al governo tecnico e sulla necessità che
anche i meno abbienti debbano compiere sacrifici, perché l’Italia resti
in Europa...
editoriale
L'impero sulle nostre spalle
di Ida Magli
Italiani
Liberi | 18.12.2011
La
verità sulla storia degli Italiani non è ancora mai stata raccontata
perché sono i vincitori a scriverla e i vincitori sono sempre i
governanti, i Capi, non il popolo. Una cosa però è sicura: è stata
sempre uguale a quella che stiamo vivendo in questo periodo. Gli
Italiani, debbono sacrificarsi, pagare, soffrire, combattere, morire
affinché i politici di turno possiedano il proprio Impero. E’ questo
che hanno perseguito, sotto le vesti dell’unificazione europea, dalla
fine della seconda guerra mondiale ad oggi: possedere un Impero, alla
pari di ogni governante, Dittatore, Re, Papa o Imperatore del passato.
Contrariamente al passato, però, questa volta l’impero non era
possibile conquistarselo con gli eserciti combattenti: la seconda
guerra mondiale, con le sue catastrofiche conseguenze, con l’atomica e
le due potenze mondiali in lotta fra loro, costringeva a seguire un
percorso nuovo. E’ nata così una grande idea: farsi l’Impero tutti
d’accordo, con la pace, con il denaro, con le banche..
editoriale
Alla guerra dell'euro
The War of the Euro
di Ida Magli
Italiani
Liberi | 9.12.2011
Porta questo titolo: “Alla guerra dell’euro”
l’ultimo numero di Limes, la rivista di geopolitica diretta da Lucio
Caracciolo. Anche questo numero è scritto come sempre da persone molto
competenti e, per quanto riguarda l’Unione europea, quasi del tutto
obiettive. Dico “quasi” perché, sebbene siano comparsi più volte
fascicoli di fuoco sull’Europa e sull’impossibilità della sua
realizzazione (ricordo fra gli altri: “L’Europa è un bluff”),
si è però sempre sentita sotto traccia una specie di dolorosa rabbia
per questa impossibilità. Insomma: se si potesse fare sarebbe
bellissima, ma di fatto non si può. Non si può per gli innumerevoli,
evidenti motivi di ordine geopolitico, storico, economico, che ormai
anche l’ultima delle casalinghe ha imparato a conoscere bene perché ne
ha vissuto le tragiche conseguenze in questi anni nei quali i politici
hanno imposto l’unificazione.
editoriale
La nuova Duma
The new
Duma
di Ida Magli
Italiani
Liberi |
4.12.2011
Finalmente
i progettisti dell’Unione europea hanno gettato la maschera. Una
maschera debole, trasparente, quasi inutile, quella che hanno portato
fino ad oggi, ma pur sempre maschera. Mercato, mercato, mercato;
finanza, finanza, finanza; ma soprattutto: democrazia, democrazia,
democrazia. Da oggi, non più. Abbasso la democrazia, viva la dittatura.
Il New York Times esalta il
suo nuovo eroe: il Re Giorgio che, con piglio autoritario, è riuscito
in un colpo solo a far governare l’Italia da persona non eletta e a far
indossare al Parlamento italiano le vesti della Duma, quella Duma di
cui il nostro Presidente sentiva profonda nostalgia visto che era
formata dal partito unico e approvava immancabilmente le decisioni
prese da Stalin.
editoriale
La crisi dell'euro
non è sanabile
The
Crisis of the Euro Cannot be Solved
di Ida Magli
Italiani
Liberi |
30.11.2011
La crisi
dell’euro non è sanabile. Nessuno vi può riuscire, che sia o non sia un
esperto banchiere o persona di fiducia del mondo intero. Non vi può
riuscire neanche bruciando nel crogiolo dell’euro tutti i beni che gli
Italiani e gli altri popoli d’Europa possiedono. Si sente dire in
questi giorni che alcune grandi banche americane stanno preparandosi al
crollo della moneta unica: non è possibile che i capi dei governi
europei, responsabili della vita e dei beni di centinaia di milioni di
persone, si rifiutino di ammettere questa possibilità preparando una
qualche via di fuga, un’estrema uscita d’emergenza. E’ un loro preciso
dovere predisporre un ordinato ritorno alla moneta nazionale in caso di
necessità, invece di aspettare il caos del crollo globale. Gli
strumenti a disposizione non mancano. Faccio un solo esempio: la lira
non è ancora andata fuori corso. Si può cominciare ad emettere una
parte dei titoli di Stato in lire esclusivamente per il mercato
italiano e a far circolare la doppia moneta, così come si è fatto nel
primo periodo del passaggio all’euro. Sappiamo bene quanto siano capaci
di creatività i tecnici della finanza: la mettano all’opera. continua
USCIRE
DALL'EURO E RIPRENDERCI LA SOVRANITA' MONETARIA: se
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Uscire dall’euro
e riprendersi
la sovranità monetaria
Get
out of the Euro, Take back our Monetary Sovereignty
di Ida Magli
Italiani
Liberi |
11.11.2011
Non
ci sono altre vie d’uscita alla situazione: dall’euro e
riprendersi la sovranità monetaria. Il quadro è ormai chiarissimo agli
occhi di tutti: lo scopo dell’alta finanza e dei banchieri che guidano
il mondo è quello di averlo totalmente nelle loro mani distruggendo gli
Stati nazionali e ogni differenza politica ed economica.
La prima a dover essere distrutta è l’Europa; le fasi che stiamo
vivendo ne sono la più chiara testimonianza. Siamo pilotati
spietatamente dalla Banca centrale europea verso la nostra fine, sotto
le vesti del fallimento finanziario. A poco a poco i banchieri prendono
il posto dei politici e la democrazia viene messa a tacere, come è
successo in Grecia dove invece del referendum annunciato è stato
nominato primo ministro un ex vicepresidente della Bce. In Italia, dopo
averla spinta nel baratro del debito con gli attacchi ai nostri titoli,
è stato inviato dal nido della Bce, dove è stato arroccato per oltre
vent’anni, il signor Mario Monti con l’incarico di liquidare qualsiasi
volontà di governo democratico e gli ultimi beni che l’Italia possiede.
Dobbiamo chiedere, dunque, nuove elezioni e presentarci in un partito
che unisca, al di fuori di ogni ideologia politica, tutti coloro che
vogliono raggiungere questo solo scopo:
uscire
dall’euro, denunciando come illegittima, e quindi invalida, la rinuncia
alla sovranità monetaria da parte di uno Stato sovrano; ricominciare a
battere la moneta “Lira” e riservare l’acquisto dei titoli di Stato
esclusivamente ai cittadini italiani.
Tutti i soci degli Italiani Liberi, tutti i loro amici e chiunque
condivida questa proposta può mandare la propria firma, un'email col
proprio nome, o il proprio pensiero all'indirizzo degli Italiani Liberi.
posta@italianiliberi.it
Ida Magli
11 novembre 2011
stiamo
ricevendo le vostre numerose email. potete esprimeteci il vostro
pensiero sull'europa che sta trasformando cosI' profondamente le nostre
vite e il nostro destino senza
averci mai interpellato in merito, senza dibattito politico e
imponendoci l'euro senza averne mai sperimentato l'impatto sociale ed
economico sulle singole realtà nazionali. da questi stessi esperti ci
aspettiamo ora la salvezza? Vai alla pagina dei messaggi dei lettori
editoriale
Berlusconi e la sua fine: tante speranze e
pessimo risultato
Berlusconi
and his End: Great Hopes and Bad Results
di Ida Magli
Italiani
Liberi |
15.11.2011
Aggiungiamo
Silvio Berlusconi al lunghissimo elenco dei governanti traditori
dell’Italia. Dispiace, dispiace molto, ma la conclusione è purtroppo
soltanto questa. Avrebbe potuto almeno, una volta deciso di uscire di
scena, fare un grande gesto per rimanere alla storia, cosa che
viceversa non succederà perché nulla ha fatto che possa interessare la
storia. Avrebbe potuto, perso per perso, invece che inginocchiarsi
davanti ai banchieri, ribellarsi al colpo di stato ordito dal
Presidente della Repubblica e affermare, com’era suo dovere, che
avrebbe difeso i diritti democratici degli Italiani. I motivi per
prendere questa decisione erano due, e tutti e due talmente evidenti
che nessuno, salvo che i suoi miserrimi nemici, avrebbe potuto
contestarli. continua
editoriale
No! Questo No!
No! Not
This!
di Ida Magli
Italiani
Liberi |
10.11.2011
No,
Signor Napolitano, non sopporteremo una simile nauseante “furbata”.
Creare all’improvviso un senatore a vita per far credere che si tratti
di un politico e fingere così che l’Italia non si sia consegnata nelle
mani dei banchieri, è un sotterfugio intollerabile. Quale disprezzo per
i poveri Italiani! Quale disprezzo per la Repubblica e per la politica!
Abbiamo, dunque, così la misura della spaventosa miseria civile e
morale dei nostri “rappresentanti”. La Bibbia afferma che “Dio vomita
gli ipocriti”. Sono certa che non ha mai vomitato tanto. continua
editoriale
Crollo della democrazia
e crollo del buon senso
di Ida Magli
Italiani
Liberi |
01.11.2011
Nel
momento in cui sto scrivendo questa breve nota (1 novembre 2011 ore 11)
la borsa italiana perde più del 5% Cosa c’è di diverso da ieri?
L’Italia è sicuramente la stessa, anzi. Approfittando del giorno
festivo, molti sono andati tranquillamente fuori città mentre
Berlusconi, Bersani, Vendola e compagni litigano come il solito (anzi,
data la festività, forse un po’ meno del solito). I commentatori
affermano tutti che: “La Grecia ha terrorizzato i mercati annunciando
l’intenzione di indire un referendum popolare sui nuovi prestiti
concordati con l’Ue”. Che cosa significa? Semplicemente che, nella
democraticissima unione europea, chiedere un parere al popolo su ciò
che decidono i governanti, dovrebbe essere proibito, come ha già
rilevato Angela Merkel con il suo sdegno per l’iniziativa del Premier
greco: il loro No, infatti, è sicuro. continua
editoriale
IL PAPA E LE CROCIATE
Perché è impossibile
scusarsi per la storia
di Ida Magli
il Giornale | 29.10.2011
Uno
dei problemi forse più gravi della nostra società e del nostro tempo è
l’incapacità di capire la storia. Si è discusso molto, è vero, di
“revisionismo”, ma anche su che cosa si intenda per revisionismo è
difficile trovare un accordo. Il ‘900, secolo di grande e rinnovato
sviluppo delle discipline storiche, ci ha lasciato la più grande
conquista: collocare sempre l’avvenimento nel suo contesto. Contesto
psicologico, religioso, politico, culturale o, se si vuole dirlo nei
termini dell’antropologia, capire il punto di vista dell’indigeno,
ossia dell’attore di quella storia, contemporaneamente soggetto e
oggetto di quel particolare contesto. La Chiesa non ha mai riconosciuto
validità al nuovo modo di intendere e di fare storia, cosa che, se è
permesso dirlo, le impedisce di comprendere non soltanto il proprio
passato, ma anche ciò che afferma come valido in assoluto
nell’attualità. Il “mea culpa” che Benedetto XVI ha pronunciato oggi a
nome di tutte le Chiese per gli errori dei cristiani, condannando le
violenze commesse dai crociati e dall’inquisizione, mette in crisi sia
i credenti nella Chiesa come istituzione divina che coloro che la
guardano semplicemente come un’istituzione religiosa e politica
importante. continua
editoriale
Unità degli Italiani
e unità degli europei
di Ida
Magli
lItalianiLiberi | 27.10.2011
Nel numero di “Panorama” del 26
ottobre 2011 è stato pubblicato un inserto intitolato Unità degli Italiani, unità degli Europei
con articoli di Remo Bodei, Valerio Castronovo, Carlo Azeglio Ciampi,
Giuseppe Galasso, Arrigo Levi, Tullio De Mauro, Ida Magli, Gianfranco
Pasquino, Chiara Saraceno, con un prologo di Davide Cadeddu.
Quando
nella primavera di quest’anno il Prof. Cadeddu mi chiese di scrivere
l’articolo pubblicato adesso in questo inserto, mi affrettai ad
avvertirlo che forse aveva sbagliato persona date le mie opinioni sulla
questione dell’unione europea. Mi spiegò, però, che conosceva bene la
mia posizione e che desiderava proprio delle idee contrastanti da
mettere a confronto. Gli mandai quindi l’articolo che gli amici degli
Italiani Liberi possono leggere qui di seguito. L’insieme delle
riflessioni pubblicate su Panorama colpisce soprattutto per una
caratteristica: i diversi autori parlano dell’Europa come ne avrebbero
parlato venti o trent’anni fa. Eppure hanno vissuto come tutti noi
questi lunghi anni di una unificazione impossibile. continua
editoriale
Donne e premi Nobel
di Ida
Magli
il
Giornale | 08.10.2011
Gà
da diversi anni i premi Nobel per la Pace hanno perso buona parte del
loro significato simbolico e del loro valore ideale a causa della
politicizzazione che ne guida l’assegnazione. Purtroppo non è rimasto
nulla, in Occidente, che non abbia questa valenza utilitaria: “Ci
serve? Quale profitto ne possiamo trarre?” Non un gesto, non una
parola, sfugge alla suprema legge economicistica che impera nel nostro
mondo. E, prima di tutto, nella “politica” che, essendo anch’essa
intessuta della legge del profitto, ha invaso ogni angolo, ogni pur
piccola parte del comportamento della società occidentale. Come avrebbe
potuto l’assegnazione dei premi Nobel sottrarsi ad una possibile
funzionalità politica? Quelli per la Pace, poi, invenzione abbastanza
grottesca di un Occidente che trova di continuo sottili, razionalissimi
motivi per muovere guerre a scopo di “pace”, si sono persino logorati
in questo gioco, ormai diventato troppo scoperto. Da questo punto di
vista non si può certo dimenticare l’assegnazione del premio per la
Pace ad un Obama che ancora non aveva avuto neanche il tempo di
accorgersi di essere diventato il Presidente della Nazione più armata
del mondo. E che, infatti, ha seguito in tutto e per tutto le abitudini
bellicose dei suoi predecessori. continua
editoriale
L'IMPOTENZA DEI CITTADINI DELLE DEMOCRAZIE EUROPEE
Via dall'euro dei bluff
Away from the
Euro Bluff
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 12.09.2011
Nella
storia che abbiamo alle spalle non abbiamo ancora mai visto i detentori
del potere riconoscere un proprio errore e fermarsi sulla strada
intrapresa. Le guerre, anche quelle recenti, così capaci di distruzione
e morte per i civili inermi nel cuore delle città, sono state portate
sempre fino all’estrema rovina. Perfino il bolscevismo sovietico,
malgrado l’evidente catastrofico fallimento dei suoi scopi già negli
anni 1929-30, ha dovuto attendere la propria naturale dissoluzione
prima che i politici ne prendessero atto.
Oggi ci troviamo ancora una volta di fronte al drammatico
momento in cui i politici dovrebbero riconoscere di aver sbagliato nel
programmare una moneta unica per gli Stati europei e in particolare i
politici italiani dovrebbero ammettere il gravissimo errore compiuto
nel far entrare a forza (con una tassa particolare: la “tassa per
l’Europa") l’Italia nell’euro. continua
editoriale
Validità della parola
e democrazia
Keeping
the Word and Democracy
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 03.09.2011
La
democrazia rappresentativa si regge su un solo principio: la validità
della parola dei cittadini. I politici diventano nostri
“rappresentanti”, esercitano il potere in nostro nome in quanto noi ve
li abbiamo delegati tramite la nostra parola. In un sistema di potere
democratico il patto fra governanti e cittadini si fonda esclusivamente
sulla fiducia reciproca della “parola”, ma la reciprocità di questo
patto non è simultanea: la parola dei governanti, la sua
fiducia-validità dipende dalla fiducia-validità della parola dei
cittadini. continua
editoriale
Cambiare il sistema
è indispensabile
The System
must be changed
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 11.08.2011
I banchieri, insieme ai loro più
fedeli complici, i politici e i giornalisti, non vogliono piegarsi
davanti alla realtà. La realtà grida ormai da molto tempo che la
globalizzazione della vita economica, dei mercati, delle finanze, delle
scelte politiche (per non parlare della globalizzazione dei popoli e
delle culture) è sbagliata. Tanto sbagliata che, laddove è stata
assunta nella forma più assoluta, come in Europa, ha già portato a
gravissime crisi. Quando l’idea (o l’ideologia) resiste di fronte ai
fatti che la smentiscono e alla ragione che ne dimostra gli errori,
questa resistenza si chiama nei termini tecnici psichiatrici “delirio”.
Siamo, dunque, di fronte a una patologia grave dei nostri governanti, i
quali non ci permettono neanche di dirlo: non passa nulla, né nei
giornali né nei programmi televisivi della Rai o di Mediaset, di ciò
che gran parte dei cittadini pensa ( e che tutti penserebbero se
fossero informati rettamente) dell’euro, dell’Unione europea, dei
banchieri, che hanno fatto del gioco della Borsa il loro Dio ma ai
quali i nostri politici si sottomettono. Adesso però non si può più
sopportare questa mancanza d’informazione e di discussione perché per
salvarci bisogna cambiare totalmente il sistema economico che è stato
imposto in Europa con il Trattato di Maastricht. continua
editoriale
Non si può più aspettare
We Cannot Wait any Longer
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 05.08.2011
E' evidente a tutti che stiamo
andando verso la catastrofe. Ieri, 4 agosto, per la seconda volta
nell’anno 2011, le borse europee sono state sospese a causa delle
perdite senza freni dei listini. Alla fine è risultato che Milano ha
perso il 5,6%. E’ altrettanto evidente, però, che i nostri leader,
tutti, dai politici di governo a quelli di opposizione, dal Presidente
della Repubblica ai sindacati, agli industriali, hanno deciso di
lasciarci andare a fondo pur di non ammettere che la causa principale
della situazione è l’unificazione della moneta, e riconoscere, quindi,
che il progetto era sbagliato. E’ sorprendente che perfino Berlusconi,
accusato di tutte le colpe possibili e immaginabili, non abbia fatto
nemmeno un’allusione a questo problema, nel discorso tenuto alla Camera
e al Senato proprio per illustrare la situazione economica del Paese.
Eppure ritornare a battere una moneta il cui valore sia correlato alla
nostra economia è l’unica strada sana e ragionevole, non soltanto per
noi ma per molti paesi dell’Ue, quali la Grecia, la Spagna, l’Irlanda,
il Portogallo, visto che è evidentemente una finzione e una falsità che
paesi finanziariamente così deboli siano titolari di una moneta
apparentemente forte perché corrispondente, sotto il nome di “euro” al
vecchio marco, anche se si chiama “euro”, una finzione e una falsità
che i mercati e le Borse stanno “giustamente” distruggendo. continua
editoriale
Politici e banchieri
Politicians and Bankers
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 14.07.2011
Il sabato 9 luglio 2011 è una data
che gli Italiani non debbono dimenticare. E’ il giorno, infatti, in cui
il Ministro Tremonti, senza dare nessuna giustificazione del fatto che
non paga l’affitto della casa dove abita, ha risposto ai
giornalisti che gli domandavano se avesse intenzione di dimettersi, con
una frase lapidaria: “Non mi dimetto perché sono io che garantisco
l’Italia davanti all’Europa: se cado io, cade l’Italia e se cade
l’Italia cade l’euro. E’ una catena.” In nessun periodo della storia
d’Occidente un uomo politico, quale che fosse la sua importanza, ha mai
potuto fare una simile affermazione. continua
editoriale
Fantasmi della realtà
e potere dei banchieri
Ghosts of Reality and power of the
Bankers
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 06.07.2011
Si
stanno rappresentando in questi giorni, in diversi paesi d’Europa,
straordinarie commedie dell’assurdo. Gli attori più in vista sono gli
uomini di Governo - in Francia, in Spagna, in Grecia, in Germania, in
Italia - ma sono coadiuvati talmente bene in questa recita da tutti gli
altri responsabili della vita politica e sociale, e prima di tutto dai
giornalisti, che noi, poveri cittadini-sudditi, non riusciamo a capire
perché il loro frenetico agire ci sembri così privo di una concreta
direzione di senso e temibile proprio per questo. continua
editoriale
Pontida, o salvarsi dall'Ue?
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 19.06.2011
Mano
a mano che procede la crisi economica i politici europei, e i nostri in
particolare, diventano sempre più roboanti e privi di senno. La crisi
economica, infatti, è soltanto l’aspetto più evidente della crisi
complessiva: la fine degli Stati nell’immensa sabbia mobile europea,
così come era stata programmata con il trattato di Maastricht. Questo è
per i popoli il punto più difficile da comprendere e da riconoscere:
che i governanti degli Stati europei abbiano volutamente programmato la
nostra fine, la cancellazione della civiltà europea tramite i due
strumenti che oggi sono sotto i nostri occhi: l’invasione immigratoria
di popolazioni africane e il decadimento etico, culturale, economico
indotto dalla perdita della libertà, della sovranità, dell’indipendenza. continua
editoriale
Referendum
sul nucleare e sull'acqua
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 04.06.2011
Poche riflessioni di semplice buon
senso per dire di sì al referendum, ossia per negare il nostro consenso
alle leggi proposte. continua
editoriale
Dire la verità
Telling the Truth
di Ida
Magli
ItalianiLiberi.it
| 02.06.2011
Più
di un terzo dell’elettorato non ha votato: possiamo essere certi che si
tratta in grande maggioranza di elettori del centro destra.
L’astensione altissima alle provinciali segnala anche qualcosa di più:
la protesta per la mancata abolizione delle province. Parto da questo
punto per un’analisi dei motivi della sconfitta un po’ diversa da
quelle prospettate fino adesso. Bisogna, infatti, che i politici
berlusconiani guardino bene in faccia prima di tutto una realtà: i loro
elettori non sono bambini cui offrire caramelle ma persone serissime,
che conoscono in profondità i problemi dell’Italia e che hanno scelto
l’occasione del voto amministrativo, proprio perché non è decisivo, per
gridare a Berlusconi e a Bossi che la loro pazienza è finita e
che, di conseguenza, debbono affrontare i problemi veri prima
delle politiche. continua
salvarci
dall'EURO
Proposta di legge
di iniziativa popolare
Non
abbiamo quasi nessuna possibilità di salvarci dalle negative
conseguenze dell'euro che diventeranno sempre più pesanti per la nostra
economia dato che i risparmi imposti dall'Ue a causa del debito
uccidono tutte le energie e le attività economiche e culturali.
Purtroppo nessun partito si fa promotore dell'abbandono
dell'euro, malgrado si tratti di una decisione fondamentale da prendere
prima che tutto l'edificio crolli per la sua mancanza di fondamenta.
Gli Italiani Liberi, convinti di questa necessità, vogliono far
conoscere a tutti i loro amici e ai lettori del sito l'esistenza di
questa proposta di legge popolare, organizzata dall'amico monetarista
Savino Frigiola, pubblicandone il testo e invitandoli, se vogliono, a
farla conoscere a loro volta.
Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 22.05.2011
editoriale
L'Europa dei "no"
che non ha mai un'idea
The Europe of “No” that Never Has an
Idea
di Ida
Magli
il
Giornale | 29.04.2011
L’Unione
europea ha detto l’ennesimo “no” a una normativa italiana nei confronti
degli immigrati. Si tratta dell’ingresso e del soggiorno clandestino:
la clandestinità per l’UE non è un reato. Visto, però, che dall’Europa
non giunge mai una soluzione ai gravissimi problemi che ci affliggono,
ma sempre e soltanto dei “no” che vietano qualsiasi via d’uscita a
favore dell’Italia, dobbiamo necessariamente guardare in faccia questa
realtà e analizzarne con la massima obiettività possibile i vari
aspetti prima di decidere che cosa fare. Il presupposto che ha dato
origine alla costruzione europea è l’”uguaglianza” di tutti gli Stati
membri: si tolgono i confini e il territorio diventa uno solo, così
come diventano una cosa sola le popolazioni, i costumi, le leggi. continua
editoriale
Prigioniera
del padre islamico
Prisoner of her Islamic Father
di Ida
Magli
il
Giornale | 16.04.2011
(...)
Il conflitto, dunque, è qui, fra il Libro sacro e noi. E’ in
causa perciò, lo Stato laico con le sue leggi di parità fra l’uomo e la
donna, di diritto allo studio per tutti, di tutela dei più deboli come
Jamila. E' in causa, però, anche, l’eccessiva disinvoltura con la quale
i politici non hanno tenuto nessun conto dei tanti avvertimenti sulla
difficoltà di tener fede allo sbandierato rispetto per le differenze
etniche, religiose, culturali. Le differenze sono insuperabili quando
ci si scontra con il Sacro, con la fede in un Dio. La famiglia di
Jamila si attiene alle proprie norme quando la obbliga a obbedire alla
sua autorità, compresa quella di sposare l’uomo cui è stata destinata.
Si tratta adesso per lo Stato di passare ai fatti, ossia di far
prevalere le nostre leggi su quelle musulmane e di cogliere la vicenda
di Jamila come la giusta opportunità per fissare una norma generale,
valida per tutte le “ Iamile” che già vivono e che vivranno presso di
noi. continua
editoriale
Sguardo sull'Europa
Looking at Europe
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 11.04.2011
Guardiamola,
dunque, quest’Europa! E’ davvero ripugnante. Ripugnante per la sua
vigliaccheria, per la sua infame ipocrisia, per la sua proditoria
aggressione a popoli infinitamente più deboli quali gli Africani, ma
soprattutto per la sua volontà di uccidere i propri cittadini e la loro
civiltà addossando loro anche il costo dell’omicidio.
Che fine ha fatto l’Unione europea? Si è dissolta. Nessuno delle
migliaia di politici che risiedono a Bruxelles ha neanche ricordato, in
questi giorni di negazione bellica della fondazione “pacifista”
dell’EU, di aver trionfalmente nominato soltanto pochi mesi fa, a
completamento della costituzione-trattato di Lisbona, un ministro degli
Esteri, per giunta britannico a sottolinearne la forza e l’importanza
(la baronessa Ashton) con l’assunzione di ottomila funzionari per
l’apertura di ambasciate in ogni paese del mondo. La politica estera
ogni Stato se la fa per sé. continua
editoriale
Ecco perché l'Italia
deve dire di no
ad azioni di guerra
Why Italy Must Say NO to War in Libya
di Ida
Magli
il
Giornale | 10.03.2011
Non
ci sono prove, non ci sono documenti, è vero; ma è la logica che lo
dice: l’islamismo sta per darci l’assalto finale. La logica lo diceva
già da molti anni, quando si poteva ancora parlare di previsioni più
che di fatti, mentre i politici, i leader, anche quelli religiosi, lo
negavano. Stiamo dialogando in maniera molto costruttiva con tutti i
paesi mediterranei, ripetevano a chiunque avanzasse qualche dubbio, e
non ci sarà nessun conflitto perché la volontà che prevale è quella
dell’integrazione, della tolleranza, del rispetto. L’assurda idea che
essere bagnati dalle acque del Mediterraneo significasse essere simili
è il frutto di quella sciagurata teoria che è la geopolitica,
un’invenzione che dobbiamo all’amico di Hitler, Karl Haushofer, e
che induce a tremendi errori perché guarda ai territori come se non vi
fossero i popoli ad abitarli. continua
editoriale
L'Africa e la democrazia
Africa and Democracy
di Ida
Magli
il
Giornale | 01.03.2011
L’Occidente
è incerto su quali iniziative prendere nei confronti del terremoto che
ha investito i paesi del Nord Africa. Un’incertezza giustificata dal
fatto che, forse per la prima volta, non siamo sicuri che il nostro
sistema di vita, i nostri valori, la nostra forma di organizzazione
sociale e politica, insomma la “democrazia”, sia la ricetta adatta per
risolvere tutti i mali. Nessuno si arrischia, naturalmente, a dirlo con
parole chiare: da troppo tempo siamo abituati a considerare il governo
democratico come l’unico degno di una società civile e ad affidare a
questa convinzione ogni nostra azione anche all’estero. Ma l’Africa di
oggi si presenta con caratteristiche che sappiamo di non poter
affrontare con le sicurezze psicologiche e culturali del passato,
mentre sembra tuttavia costringerci, proprio a causa del passato, a non
abbandonarla ad un totale “fai da te”. continua
editoriale
La bandiera tradita
di Raffaello Volpe
ItalianiLiberi
| 01.03.2011
Noi
non abbiamo memoria di Popoli, singoli individui o gruppi che non
abbiano utilizzato un vessillo o una bandiera, se non vivendoli come
fossero una parte di sé, della propria anima: chi fra noi non ha
provato una pur semplice emozione nel vedere la nostra bandiera
muoversi battuta dal vento? È il vissuto di ogni gruppo che,
dall’Antichità a oggi, fa di una bandiera l’espressione di una sintesi
inesplicabile ma anche il richiamo a ciò che siamo singolarmente in
relazione al gruppo di appartenenza. Le bandiere che sventolano felici
in uno stadio di calcio non sarebbero così tante e vive, a prescindere
dalla banalità del calcio. Perché banale non è ciò che il simbolo
rappresenta: l’essere Italiani, nel nostro caso. continua
editoriale
L’IGNORANZA E L'ITALIA PRIMA
DEL RISORGIMENTO
Indebiti rimpianti
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 24.02.2011
Sono
ben strani coloro che rimpiangono i tempi dell’Italia prima del
Risorgimento. Pare che a un tratto si sia ritornati a fare la storia
senza i popoli. Quella storia di re, di papi, di repubbliche, di
monarchie, di battaglie che credevamo superata ormai per sempre perché
priva della storia vera, quella degli uomini, delle donne, dei bambini,
messa in luce dalle scienze sociali. Ebbene, voglio ricordare soltanto
pochissimi fatti di storia vera, ai nostalgici dei Borboni o della
Serenissima, dello Stato Pontificio o del Granducato di Toscana, tutti
Stati uguali o simili nei confronti di certi aspetti della vita morale
e di quella concreta. continua
editoriale
I diplomatici della Ue: licenziamoli tutti
Let us fire all Diplomats of the European
Union Diplomacy
di Ida
Magli
il
Giornale | 24.02.2011
“L’Europa
è codarda” dice il ministro Frattini di fronte alla risposta:
“Arrangiatevi” data all’Italia per il tragico esodo dall’Africa che ci
attende inesorabilmente. C’è un errore di fondo, però,
nell’affermazione del ministro: non si può accusare l’Europa perché,
come ha detto più volte il prof. Lucio Caracciolo, profondo studioso di
geopolitica, l’Europa non esiste, o meglio: “L’Europa è un
bluff”. E’ una costruzione di carta, una costruzione a tavolino,
in cui sono state messe a punto tutte le forme istituzionali di un
immenso Stato, prive di qualsiasi rispondenza con la realtà. L’unica
istituzione reale è quella che ci ha tolto la sovranità monetaria, la
Banca centrale europea che però essendo proprietà di cittadini privati,
non fa parte della UE; tutte le altre sono pure forme che fingono di
esistere succhiandoci una montagna di quattrini. continua
editoriale
Ci lasciano soli
contro i clandestini
They Leave us Alone Against Illegal
immigrants
di Ida
Magli
il
Giornale | 15.02.2011
Quale
lingua adoperano quando parlano fra loro la Commissaria UE Cecilia
Malstrom e il Ministro Maroni? Fra le ventisette lingue riconosciute
nell’Unione europea c’è una grande scelta, ma evidentemente il nostro
Ministro non riesce a farsi comprendere visto che la signora
Malstrom afferma una cosa del tutto incredibile: che l’Italia ha
rifiutato l’aiuto offertole per far fronte all’ondata immigratoria.
Suvvia, gentile signora!L’’Italia ha sicuramente chiesto almeno quello
che l’Ue sarebbe stata tenuta a fare subito senza alcuna richiesta
perché i confini dell’Italia sono anche i confini dell’Unione. Ma si
tratta con tutta evidenza di un’Europa che esiste soltanto sulla carta
e nei trattati; e fa quasi ridere il viaggio in Africa del vaporoso
“ministro degli esteri” dell’Ue, debole rappresentante di uno Stato che
non esiste e che per giunta, essendo donna, è la persona meno adatta a
farsi prendere sul serio da un governante musulmano che non le tocca la
mano per non contaminarsi e che la considera in base al Corano “di un
grado inferiore”. continua
editoriale
La proposta economica
di Berlusconi
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 05.02.2011
I
politici si ostinano a tacere sui veri problemi dell’economia. Nessuno,
né nei partiti di governo né in quelli di opposizione, si riferisce
mai, neanche per negarne l’esistenza o l’importanza, alle questioni
sollevate ormai da anni da studiosi ed economisti italiani, tedeschi,
francesi, americani, che riguardano la sovranità monetaria, l’adesione
all’euro, le basi dei sistemi di mercato. Questo silenzio, al quale si
attengono anche tutti i giornalisti, è di per sé la prova più
significativa della sopraffazione e della dittatura europea.
In questi giorni il governo Berlusconi si appresta a presentare
l’ennesima “riforma dell’economia” basata, come tutte le precedenti,
sull’ossequio alle direttive dei Banchieri che sono gli unici, i veri
governanti dell’Unione europea: ridurre il più possibile e al più
presto possibile, il “debito” al fine di rientrare nei parametri di
Maastricht, legge salvifica inderogabile. Inutile aggiungere che, per
quanti espedienti Berlusconi possa inventarsi, le tasse aumenteranno e
il “debito” pure per due motivi fondamentali: la mancanza della
sovranità monetaria con l’accumulo degli interessi sul “debito” e il
fondamentalismo di un mercato basato sul circolo perverso del più
consumo più produzione. continua
editoriale
Incapacità
di comunicazione
del governo berlusconiano
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 31.01.2011
Mi
sono decisa, una volta superata la questione della sfiducia al ministro
Bondi e dopo
quanto ha scritto Guerri in sua difesa, a dire quello che penso da
molti anni e che mi ero sempre trattenuta dallo scrivere perché
riguarda un campo che non è di mia competenza: l’incapacità degli
uomini di Berlusconi e di Berlusconi in persona, di curare la propria
immagine. Sembra un’affermazione assurda visto che si è sempre
attribuito il successo di Berlusconi in gran parte alle sue capacità di
comunicatore, ma la verità è che l’ambiente berlusconiano non fa nulla
per curare la propria immagine in positivo, specialmente nel campo più
sensibile per chi governa un paese come l’Italia: la cultura. La quasi
assoluta mancanza di comunicazione ne è la prima causa. Prendiamo
l’argomento trattato da Guerri due giorni fa: io non sapevo nulla del
museo dannunziano e di tutte le altre cose, molto belle, che Guerri ci
ha raccontato, così come non sapevo nulla di quanto ha detto Bondi nel
discorso fatto alla Camera in propria difesa, per esempio sugli
introiti dei biglietti per i musei, e suppongo non ne sapesse nulla
neanche la maggioranza degli Italiani. Come mai? E’ evidente che non se
ne parla, o perlomeno che non se ne parla nella maniera giusta, quella
che l’uomo della televisione per definizione come Berlusconi dovrebbe
conoscere a meraviglia, ossia facendo circolare le notizie attraverso
l’aria, senza che ci sia da parte dei cittadini una precisa volontà di
informarsi. continua
editoriale
Strage di cristiani.
E l'Europa tace
Massacre
of Christians: and Europe keeps silent
di Ida
Magli
il
Giornale | 02.01.2011
Una
strage di cristiani, all’uscita da una delle più importanti chiese di
Alessandria d’Egitto nella notte del nuovo anno, costringe a fare una
riflessione che va al di là del singolo episodio, per quanto
dolorosissimo. Una riflessione che credo tutti abbiamo nel cuore:
dobbiamo rassegnarci al fatto che il cristianesimo scompaia? Non
possiamo, infatti, chiudere gli occhi davanti alla realtà: è vero che
ad uccidere i cristiani sono dei gruppi estremisti di varia nazionalità
ed estrazione sociale, ma il mondo cristiano, soprattutto i leader
politici e religiosi, continuando ormai da anni a illudersi, e a
spingere i fedeli a illudersi, che si tratti sempre ed esclusivamente
di pochi fanatici, hanno permesso che si formasse nell’aria una
generale percezione di “debolezza” del cristianesimo. Anzi, se vogliamo
davvero guardarci in faccia, dobbiamo chiamare col suo vero nome tanto
il comportamento dei cristiani quanto ciò che i musulmani ne pensano: è
ormai più una tradizione culturale che non una vera fede religiosa. continua
editoriale
MANCA IL NATALE SUL DIARIO
UE IN DONO AGLI STUDENTI
L'Europa adora tutti gli dei. Tranne il
nostro
Europe
is Worshiping All Gods but Ours
di Ida
Magli
il
Giornale | 21.12.2010
La
Commissione europea ha stampato più di tre milioni di copie di un
“diario” in ognuna delle lingue dei paesi dell’Unione, da distribuire
nelle scuole secondarie come un gradito regalo agli alunni,
accompagnato da numerose pagine dedicate a far conoscere ed apprezzare
le meravigliose virtù dell’Europa unita. Inutile aggiungere che si
tratta di un costosissimo regalo, fabbricato a spese di tutti noi,
poveri contribuenti, che sicuramente avremmo trovato assurda e
incompatibile con la dignità dei cittadini, se fosse stato uno dei
governi nazionali a deciderla, un’iniziativa pubblicitaria che ricorda
da vicino lo spirito di regalia festiva degli antichi regnanti
borbonici alla ricerca di consenso. continua
editoriale
Oche ammaestrate
e democrazia
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 27.11.2010
I
politici si sono abituati ormai da parecchio tempo a prendere in giro
la democrazia; ne sono stati esempi clamorosi l’anno scorso in Europa
le ripetizioni dei referendum per l’approvazione dei trattati tutte le
volte che non si raggiungeva il risultato positivo desiderato dai Capi.
Già allora i cittadini avrebbero dovuto rifiutare di tornare a votare,
cosa però difficile da organizzare se non c’è almeno un politico o un
partito che ne assume l’iniziativa. Il potere effettivo dei cittadini
nelle democrazie è limitatissimo, soprattutto perché affidato
totalmente ai partiti; ma diventa praticamente nullo quando, come sta
succedendo oggi in Italia, i politici non tengono fede al loro dovere
di delegati a rappresentare la volontà espressa dai cittadini.
Capovolgendo il principio del cittadino-soggetto nella dinamica della
democrazia, i politici se ne arrogano la veste di “soggetti” riducendo
ad “oggetto” i cittadini, chiamati a dire sì o no ad ogni loro
schioccar di dita come oche ammaestrate alla richiesta del loro
istruttore. continua
editoriale
Ma quando a scuola
c'è l'ora di musica
l'Imam fa tappare
le orecchie alla figlia
Two
incompatible cultures. And ours is humiliated
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 27.11.2010
Per
quanto possa sembrare paradossale, grottesco, al limite
dell'inverosimile, l'episodio verificatosi a Reggello racchiude in sé
tutti gli elementi dell'incompatibilità della cultura occidentale, la
nostra, con quella musulmana. Perché cito prima la nostra e non
come si è soliti fare, quella musulmana? Perché sono i nostri politici
che, nella loro ottusa superbia, si sono ostinati ad affermare che gli
immigrati si "integrano"; che basta essere nati sul territorio italiano
per essere "cittadini italiani"; soprattutto hanno imposto una
classificazione delle religioni totalmente errata, ossia quella delle
religioni come "religioni", mettendole tutte alla pari, incuranti di
ciò che storici, etnologi, antropologi, hanno sempre affermato, ossia
che ogni religione è una "cultura" e che la distinzione fra religione e
cultura è un'acquisizione che riguarda soltanto noi. continua
editoriale
La crisi europea: informazioni e proposte
The
European Crisis: Information and Proposals
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 27.11.2010
La
gravissima situazione della crisi attuale non è soltanto monetaria.
Dobbiamo convincerci, per quanto possa apparire incredibile, che la
crisi monetaria è uno strumento, il più forte e il più appariscente,
fra i molti che sono stati messi in atto, per raggiungere un solo
scopo: eliminare dalla scena politica, economica, culturale del mondo,
le Nazioni d’Europa, riducendole ad un angolo asfittico di
sopravvivenza marginale. I meccanismi, gli antefatti, i “segreti” di
questa operazione si trovano ampiamente analizzati e spiegati nel mio
libro “La dittatura europea”, pubblicato in questi giorni da Rizzoli (è
il motivo per il quale sono stata assente in quest’ultimo periodo dal
mio appuntamento con il sito degli Italiani Liberi e con la posta, ma
spero che l’avrete compreso e perdonato) e al quale rinvio tutti i
lettori in quanto si tratta effettivamente di un testo di assoluta
denuncia e di un vero e proprio manifesto di battaglia, che ho temuto
fino all’ultimo giorno che non sarebbe riuscito a vedere la luce.
Troverete lì, perciò, non soltanto il racconto di quanto io ho
sperimentato di persona durante i lunghi anni della mia guerra contro
l’unificazione europea, ma i nomi di tutti i traditori dell’Italia, da
quelli dei politici a quelli dei banchieri, e infine anche la proposta
per i governi dell’UE di abbandonare Maastricht prima che l’euro crolli
del tutto. continua
editoriale
Costituzione e cittadini
di Ida
Magli
il
Giornale | 18.11.2010
Costituzione
italiana, articolo 67: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la
Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.” E’ in
base a questo articolo che la maggior parte delle legislature non sono
state portate a termine, e si tratta palesemente di una presa in giro
del voto dei cittadini. Che valore può avere un contratto nel quale è
previsto che una delle parti non è tenuta a mantenerlo? Che significato
può avere l’affermazione che ogni membro del Parlamento rappresenta la
Nazione se nessun cittadino può essere votato in quanto tale, con il
suo nome, senza appartenere a nessuna lista? Soltanto in quel caso,
infatti, l’articolo 67 non costituirebbe un pugno in faccia ai
cittadini votanti. La situazione creata dal Presidente della Camera e
dai suoi seguaci è chiaramente un abuso visto che questo articolo, che
da lungo tempo avrebbe dovuto essere cancellato, era stato inserito
nella Costituzione per salvaguardare il parlamentare da un’eventuale
situazione coercitiva, prevista dai Costituenti soltanto perché erano
appena usciti dal periodo fascista e temevano appunto il ripetersi di
una dittatura. continua
editoriale
"L'UNIFICAZIONE
EUROPEA E' NATA PER ELIMINARE GLI STATI
E L'IMMIGRAZIONE E' IL SUO STRUMENTO"
Rom: conflitto Francia-Ue
Rom: the
Conflict between France and the European Union
di Ida
Magli
il
Giornale | 16.09.2010
Il “diverbio” fra la Francia e
l’Unione Europea, provocato dal rimpatrio di gruppi di rom irregolari
effettuato dal governo francese, sta diventando sempre più infuocato.
Reazioni stizzite da parte della Francia, un “grande Stato” che non
vuol sentirsi redarguire da nessuno, tanto meno dall’UE, e accuse
appena velate da parte dell’UE di “disobbedienza” alle maggiori virtù
del grande Sovrastato. Oltre al conflitto di autorità, aleggia poi
intorno alla questione dell’immigrazione rom, in maniera più o meno
esplicita, una vaga accusa di razzismo; meccanismo psicologico che si
continua ad adoperare per mettere in penitenza gli Stati europei come
se gli anni, le generazioni e i sentimenti non fossero mai passati. A
questo meccanismo psicologico sarà bene dare il suo vero nome: è un
ricatto che nessuno intende più accettare. I problemi dati
dall’immigrazione nell’occidente europeo sono reali e gravissimi e
molti cittadini si domandano come mai l’UE sia capace soltanto di
protestare e non di dare qualche suggerimento, di aiutare a trovare
delle soluzioni. continua
editoriale
La scuola e l'immigrazione
School
and Immigration
di Ida
Magli
il
Giornale | 14.09.2010
I problemi posti dagli immigrati
sono, per la scuola italiana, molto più gravi di quanto non possa
apparire al primo sguardo. I tentativi di prevenirli, nonostante la
buona volontà del Ministro e degli Insegnanti, si scontrano con una
realtà molto complessa che i vari sostenitori entusiasti delle
cosiddette società multietniche non vedono. La parola “integrazione”,
di cui fanno sfoggio i politici, è priva di contenuto reale. Le culture
non si integrano. Ad un certo punto scatterà, e non dipende dal numero,
la sopraffazione dell’una sull’altra. Dipende dalla sua forza, dalla
sua vitalità, dall’entusiasmo di chi ne è portatore. Quella italiana è
perdente perché sono gli immigrati che si impadroniscono del nostro
territorio e questo basta a farli sentire conquistatori.
continua
editoriale
ROGO NEL CAMPO, MUORE UN BAMBINO
Nomadi, invitiamoli
a essere "vivi"
Nomads:
let us invite them to be “alive”
di Ida
Magli
il
Giornale | 28.08.2010
Ancora
una volta un bambino è morto nel rogo sviluppatosi in un campo nomadi
abusivo. Questa la notizia di oggi. Ma io ho già scritto molti articoli
per i bambini nomadi morti in un incendio. Per quelli morti a Roma, lo
ricordo con tanta rabbia e con tanto dolore, questo è il terzo (e
speriamo che almeno si salvi il fratellino rimasto gravemente
ustionato). Avevo anche scritto che, almeno noi, gli italiani, non
avremmo più sopportato simili morti e che chiunque difenda la cultura
nomade ne è responsabile. continua
editoriale
Un Ministro dell'Interno: Cossiga
di Ida
Magli
il
Giornale | 24.08.2010
Sono
molto stupita del coro di elogi che viene rivolto a Cossiga da tutte le
parti. E’ vero che il “Palazzo” non sa fare a meno di cogliere ogni
occasione per vantare se stesso; ma il Cossiga che ha percorso tutti i
gradini della carriera politica senza dare nulla all’Italia, salvo le
battute maligne con le quali aggrediva, sotto false spoglie, amici e
nemici, non merita neanche la minima parte di questa esibizione di
solidarietà corporativa. continua
editoriale
L'America rivendichi
il diritto alla sacralità
di Ground Zero
America
must assert the Right of Sacredness for Ground Zero
di Ida
Magli
il
Giornale | 05.08.2010
Sembra
un po’ strano, almeno a prima vista, che tocchi all’Europa cominciare
un nuovo ciclo storico: difendere l’America dai suoi stessi errori.
Eppure questo momento è arrivato. Ci siamo accorti delle debolezze, e
delle conseguenti gravissime ripercussioni negative, del sistema
americano di gestione delle “differenze” – differenze etniche,
religiose, culturali – perché dalla fine della seconda guerra mondiale
le abbiamo adottate anche noi, e la legislazione europea, con le sue
norme antirazzismo, antixenofobia, ne è piena. continua
editoriale
Il coltello
e la prigione del sesso
di Ida
Magli
il
Giornale | 03.08.2010
E' troppo
doloroso e troppo difficile fermarsi col pensiero a immaginare un
ragazzo di sedici anni che porta con sé un coltello e lo infila
nell’addome di un ragazzo, o meglio un bambino, di tredici anni, per
riuscire ad andare oltre alla “scena”. Avrei voluto non doverla
commentare perché ho l’impressione che qualsiasi commento interferisca,
sminuendola, con una tragedia assoluta. Tragedia per l’età dei
protagonisti, per il mondo interiore che rivela, per la responsabilità
che tutti noi ne portiamo da quando abbiamo in pratica cancellato i
ruoli e i comportamenti, soprattutto quelli sessuali e amorosi,
connessi alle classi d’età. continua
Cari Italiani
Liberi,
vi segnalo in particolar modo la pubblicazione da parte di due
esponenti del PD di un libro a due voci che distrugge tutto quanto è
stato detto fino ad oggi da parte della Sinistra sull’Unione europea.
Lo segnalo perché non capisco quale sia il motivo di una tale drastica
decisione. Enrico Letta è il vicesegretario del maggior partito di
Opposizione: non può aver predisposto una macroscopica smentita di ciò
che ha fatto la Sinistra chiamando appositamente alla propria guida
l’uomo, Prodi, che doveva condurre l’Italia in Europa e, con apposite
finanziarie e tasse ad hoc, vantarsi dell’abbandono della lira per
usufruire dell’euro, senza calcolarne la ricaduta negativa sul proprio
partito. Dunque, perché? Ripeto che non lo so, ma una delle ipotesi
possibili è che abbia messo le mani avanti (sapendo evidentemente
qualcosa più di noi) per l’eventualità del crollo dell’euro.
Ho voluto richiamare l’attenzione di tutti gli amici che leggono il
nostro sito sulla “stranezza” di una simile dichiarazione di fallimento
dell’Europa, affinché ci riflettano, ed eventualmente preparino il da
farsi, soprattutto in funzione dei propri affari di lavoro, economici,
finanziari.
Ida Magli |
editoriale
L'Europa è finita?
di Ida
Magli
il
Giornale | 29.07.2010
Io
non so se due uomini importanti del PD, Lucio Caracciolo ed Enrico
Letta (che ne è anche vice segretario) si rendano conto di ciò che
hanno fatto rendendo pubblico il loro pensiero sull’Unione Europea
attraverso un dibattito edito in questi giorni che porta il titolo:
L’Europa è finita? Nonostante il linguaggio tranchant di Caracciolo, e
le terribili vie di fuga sognate da Letta, ritengo di no. E’ talmente
veritiera, infatti, e talmente catastrofica la loro descrizione della
situazione attuale dell’Europa, ma soprattutto la loro consapevolezza
degli evidenti errori compiuti fin dall’inizio nell’edificarla, che ci
si chiede quale possa essere il motivo di una simile confessione.
“Togliere la maschera all’Europa”, come ripete più volte
Caracciolo? Questo significa riconoscere che sono state dette sempre e
soltanto menzogne alle centinaia di milioni di cittadini ai quali è
stata imposta dall’alto, esaltandone benefici inesistenti, non
permettendo mai un dubbio, una domanda critica. continua
editoriale
La legge dell'Islam:
la moglie si compra
e si può picchiare
An
islamic man arrested because he was beating his wife: “I can do it,
she is mine”
di Ida
Magli
il
Giornale | 08.07.2010
Un marocchino
che picchia la moglie non fa quasi più notizia in Italia. Abbiamo
purtroppo dovuto commentare casi ben più gravi, addirittura l'uccisione
di una moglie o di una figlia sulla base di motivazioni assolutamente
incomprensibili e inaccettabili per la legge e per il costume italiano.
Questa volta, però, non sarà inutile tornarci sopra, per due aspetti
particolari. Il primo è che si tratta di un caso non di una singola
esplosione di violenza motivata da una ragione particolare, ma di
maltrattamenti continuati e gravissimi da parte di un marocchino che
vive da parecchio tempo in Italia e che la giovane moglie, sposata con
regolare contratto a Casablanca, ha poi raggiunto nella sua sede
italiana. continua
editoriale
Lo sfregio:
San Giorgio islamico
di Ida
Magli
il
Giornale | 01.07.2010
La fantasia
eresiarca dei nostri amministratori non conosce limiti. È vero, il
palio di Siena non ispira, almeno oggi, nessuna spiritualità; ma da qui
a consegnarne il simbolo, lo stendardo con la figura di un Santo, alle
mani di un fedele di un'altra religione, si passa dall'eventuale
devozione che gli organizzatori della festa evidentemente non
possiedono, a una vera e propria forma di disprezzo. Disprezzo per i
Santi in generale e per San Giorgio in particolare. continua
editoriale
Perché il calcio
non si addice all'Europa
di Ida
Magli
il
Giornale | 27.06.2010
Non
uccidetemi, vi prego. Caro Direttore, cari Lettori, invoco la vostra
“tolleranza”. Lo so, lo so: le vicende della Nazionale sono state
sviscerate sotto tutti gli aspetti possibili dai massimi
competenti del gioco calcistico, dai giornalisti, dai politici, dai
tifosi, per cui sembrerebbe che non ci fosse nient’altro da aggiungere;
ma esistono dei motivi di fondo che nessuno ha affrontato (almeno che
io sappia) e che purtroppo spetta proprio a me cercare di spiegare. continua
vedi anche:
editoriale
Da detenuti a soldati
del jihad, ora in cella
l'islam fa paura
From
Prisoners to Jihad Soldiers: Scary Islam in Jail
di Ida
Magli
il
Giornale | 24.05.2010
Fra
i tanti problemi posti dall’eccessiva presenza in Italia d’immigrati,
uno dei più difficili da risolvere è quello dell’alto numero di
musulmani nelle carceri. Si tratta di molte migliaia di persone che si
trovano a vivere una delle esperienze più dolorose, quale appunto
quella della privazione della libertà, in un ambiente dove non si parla
la loro lingua, dove non possono condividere col compagno di cella né
ricordi del passato né progetti per il futuro; dove, insomma, la
“estraneità” della terra d’origine, della patria, della religione, dei
costumi, dei sentimenti, delle abitudini quotidiane, già tanto forte
all’esterno, assume in un certo senso una dimensione “essenziale”.
Soltanto se si fa lo sforzo di comprendere quest’aspetto del vissuto
carcerario dei musulmani, si può rendersi conto di come la scoperta, o
la riscoperta della devozione religiosa, attraverso le cure che in tal
senso porgono loro i più solerti compagni, divenga un legame e una
forza di salvezza. continua
editoriale
Denaro e suicidi
Money
and Suicide
di Ida
Magli
ItalianiLiberi
| 20.05.2010
Nell’azienda di
France Telecom
si sono suicidati, dall’inizio del 2008, cinquanta dipendenti, tutti
dirigenti e tecnici. Secondo il rapporto trasmesso alla giustizia
francese dall’Ispettorato del Lavoro, questi suicidi sono la diretta
conseguenza della soppressione di 22.000 posti di lavoro e il
trasferimento di 10.000 dipendenti effettuato dall’azienda negli ultimi
due anni e mezzo. Si tratta di una notizia sconvolgente e che pure
nessuno, neanche a sinistra, ha adeguatamente commentato. Non è
soltanto la perdita del posto di lavoro che può indurre cinquanta
persone (che probabilmente non sarebbero rimaste sul lastrico
trattandosi di personale qualificato) ad uccidersi, ma la sparizione
improvvisa dell’ambiente in cui si vive, della professione in cui si
crede, e la spietatezza con la quale questo ambiente viene dichiarato
inutile e trasformato nelle macerie di una città bombardata. continua
editoriale
La sconfitta rosa:
tanta pubblicità
ma pochi voti
di Ida
Magli
Il
Giornale | 11.05.2010
Riflettere
sui risultati delle elezioni inglesi dal punto di vista degli scarsi
successi ottenuti dai candidati di sesso femminile può naturalmente
essere utile, oltre che per comprendere l’atteggiamento
particolare dell’opinione pubblica britannica in questo campo,
anche quello di altri paesi d’Europa dove per le donne continua ad
essere difficile giungere a ruoli direttivi e di responsabilità
pubblica. E’ vero che le differenze storiche, psicologiche e culturali
fra una nazione e l’altra sono molto forti, ma dopo il lungo itinerario
che la questione femminile ha percorso in Europa dal secondo dopoguerra
in poi, prima con la pressione del femminismo, poi con l’adeguamento
legislativo, almeno in linea di principio nessuno (o quasi nessuno)
mette più in dubbio il diritto delle donne all’uguaglianza. C’è
però un “non-detto”, di risentimento, di frustrazione, che si è
accumulato negli ultimi anni nella coscienza maschile, in maniera
diversa da paese a paese perché erano diversi in partenza i costumi
sociali e i rapporti fra i sessi, ma simile nei risultati, e che
andrebbe analizzato in modo oggettivo, permettendogli di esprimersi ad
alta voce in modo da poterne conoscere e discutere le ragioni. continua
editoriale
Liberiamoci
dallo strapotere
dei banchieri
Let
us get rid of the Bankers’ unbearable Power
di Ida
Magli
Il
Giornale | 10.05.2010
O adesso o mai
più. Che cosa aspettiamo a liberarci della sovranità dei banchieri,
della rete fittissima dei loro interessi con i quali ci hanno avvolto
stritolandoci? Perfino Angela Merkel ha perso il controllo, di fronte
alla catastrofe finanziaria di questi giorni, e ha denunciato ad alta
voce quello che qualcuno si azzardava appena a pensare dentro di sé: “I
mercati stanno avviando una battaglia contro i politici”. Nessuno,
però, ha osato commentare quest’affermazione, di per sé esplosiva e
destabilizzante; ma soprattutto incomprensibile per la maggioranza dei
cittadini. Incomprensibile perché ci hanno sempre lasciato credere che
fossero i politici a detenere il massimo potere. Invece sono i
banchieri, giacché fabbricano la moneta, mentre i politici sono loro
soci negli interessi, ossia nel prezzo, fissato dai banchieri stessi,
che paghiamo per farci “prestare” il denaro (il famoso “debito
pubblico”). continua
editoriale
Quella moneta unica
ancora in cerca
della sua immagine
That
common Currency still looking for an Image
di Ida
Magli
Il
Giornale | 05.04.2010
In una pagina
del Giornale del 30 aprile
scorso tutta dedicata agli attuali problemi monetari, Giuseppe De
Bellis si è soffermato su di un tema essenziale e che era davvero ora
che qualcuno affrontasse: non è soltanto l’economia a fare la forza di
una moneta perché “la vera forza del
dollaro è l’immagine dell’America”. Si tratta di un’affermazione
che ovviamente riguarda tutte le monete; ma purtroppo gli economisti e
i banchieri assolutizzano il proprio campo d’azione (come capita a
tutti i dittatori) facendo dipendere la forza delle monete quasi
soltanto dal PIL, dal commercio o dal debito pubblico di una nazione.
E’ vero: è l’idea universale di un’America “giovane”, entusiasta,
energica, vittoriosa, in qualche modo sostanziata di “futuro”, e
pertanto prototipo di una modernità che rimane sempre tale, ad aver
comunicato al dollaro, quasi in forma sacramentale, questa stessa
immagine.
E’ indispensabile fare un’identica riflessione nei confronti dell’euro. continua
editoriale
Quella terra d'origine impossibile da
sradicare
That
Motherland impossible to Uproot
di Ida
Magli
Il
Giornale | 05.04.2010
Shahzad
Faisal, un pachistano di trenta anni, naturalizzato americano, sarebbe
l’autore del fallito attentato di New York, ossia di un attentato
contro la sua patria acquisita e che avrebbe dovuto scatenare il
terrore uccidendo molti americani suoi compatrioti. Poche righe, in
apparenza semplicissime, descrivono in realtà una situazione che, nella
sua chiarezza, è però molto difficile da far accettare a coloro che
guidano l’Occidente. “Naturalizzato americano”: è questo il punto.
Politici e amministratori d’Occidente, convinti che sia necessario
annullare il più possibile le differenze fra popoli e nazioni per
ottenere alla fine un mondo uniforme in cui l’uguaglianza regni
sovrana, si sono arrogati il diritto di affermare quali siano, o quali
debbano essere, i sentimenti, gli affetti, le passioni, dei cittadini,
prendendo il posto della natura e della storia. Hanno creduto
perciò che fosse sufficiente, per creare un americano (ma allo
stesso modo anche un italiano, un tedesco, un francese…) scriverlo
sulla carta d’identità. Pericolosissimo, anzi tragico, errore dato che
non c’è cosa più “naturale” (il che significa che nulla o quasi nulla
può cambiarla) che l’amore per la terra, la nazione, la lingua,
la cultura, la storia dalle quali si proviene e che sono
condivise dai propri padri, dai propri fratelli. continua
editoriale
Ma che cosa vuole Fini?
di Ida
Magli
Il
Giornale | 24.04.2010
Ma che cosa
vuole Fini? Sono ormai molti mesi che questa domanda rimbalza da un
giornale all’altro, da un dibattito politico all’altro, senza che
nessuno riesca a fornire una risposta soddisfacente. Si è stancato di
un ruolo troppo statico agli occhi del pubblico? Non vuole apparire
dipendente dalla supremazia di Berlusconi? Non sopporta il successo
della Lega nelle regioni del Nord? Cerca di accreditarsi presso la
Sinistra pensando al futuro post-berlusconiano? Tutti gli interrogativi
sono leciti perché in realtà la risposta è impossibile da trovare se
non ci si convince che tutto ciò che viene detto e fatto va in scena al
solo scopo di porre le premesse di un oscuro progetto. “Oscuro” per due
motivi: perché è composto di due parti, una in contraddizione con
l’altra, e perché lo scopo finale quasi certamente non si realizzerà
nel modo voluto. continua
editoriale
Suicidio in strada,
la morte ridotta a banalità
di Ida
Magli
Il
Giornale | 23.04.2010
La nostra
società vive oggi su due piani diversi di percezione dei significati:
quello “reale”, dato dall’insieme dei valori che si sono creati negli
ultimi anni in base alla spinta dei nuovi comportamenti, e quello
“ideale”, che risuona quasi per istinto in base ai valori di un passato
che ha attraversato millenni e che, per quanto superato, non è però mai
stato messo apertamente in discussione. Al centro di questo profondo
disagio c’è la morte. Non la morte in senso filosofico o teologico, ma
la morte così come si è presentata agli uomini fin dall’inizio della
loro storia: il cadavere. La morte, infatti, non è “pensabile”; è stato
sempre e soltanto il cadavere che ha costretto gli uomini a prendere
posizione, e prima di tutto a chiedersi: si risveglierà? Che cosa ne
facciamo? Dove lo mettiamo? Ritornerà? Antropologi, storici, etnologi
sono rimasti stupefatti davanti alle incredibili manovre che ogni
popolo compie, o ha compiuto, intorno al cadavere; non hanno trovato in
nessun altro campo tanta preoccupazione, tanta varietà di costumi. continua
editoriale
E ora l'Islam
diventa il simbolo
del Continente
And
now Islam becomes the Symbol of Europe
di Ida
Magli
Il
Giornale | 21.04.2010
Parlare
di ciò che ha deciso il Consiglio d’Europa fa uno strano effetto: viene
subito alla mente, infatti, il pensiero che una istituzione dal nome
così pomposo e impegnativo quasi certamente gli italiani non sanno
neanche che esiste e tanto meno che cosa ci stia a fare. Frutto di una
vaga idea europeista della Francia e dell’Inghilterra appena uscite
dalla guerra (risale al 1949) e composto dai ministri degli Esteri e da
parlamentari indicati da quasi tutti gli Stati d’Europa, anche non
appartenenti all’UE, il Consiglio d’Europa è uno dei tanti organismi
internazionali che esistono quasi soltanto sulla carta e che assorbono
montagne di denaro pur essendo privi di compiti precisi. Proprio per
questo, però, ogni tanto il Consiglio d’Europa si ricorda di dover
certificare la propria esistenza in vita e si affaccia sulla scena del
mondo con qualche iniziativa sui generis. Questa volta si tratta di un
concorso per la più bella moschea d’Europa. continua
editoriale
Che triste l'occidente
che tratta i vecchi
come malati terminali
How
sad is the West that treats the Elderly as terminally ill
di Ida
Magli
Il
Giornale | 14.04.2010
Altro che
“pace”! Sembra proprio che in Occidente l’umanità non sappia fare a
meno di avere a che fare sempre con la morte. Siamo riusciti a
liberarci dell’uccidere e del farci uccidere nelle guerre, dell’obbligo
della leva; siamo riusciti ad assumere soltanto volontari nelle forze
armate, ad eliminare con l’igiene e con i vaccini l’imperversare della
morte nelle epidemie, a curare e guarire la maggior parte delle più
gravi malattie, ma vogliamo che la morte, e il pensiero della morte,
stia sempre in mezzo a noi. continua
editoriale
Il Lazio
e i compiti di una donna
di Ida
Magli
Italiani
Liberi | 08.04.2010
Al governo della regione Lazio è
stata eletta una persona piena di energia e dalla quale tutti si
aspettano, anche in base alla sua esperienza di sindacalista, la messa
in ordine dei tanti problemi concreti, quali quello della sanità e del
suo enorme debito, abbandonati da troppo tempo al loro destino. continua
editoriale
Chi è che vuole
a tutti i costi
il suicidio della Grecia?
Who
wants at all costs the Suicide of Greece?
di Raffaello Volpe
Italiani
Liberi | 27.03.2010
Prestare
denaro alle aziende facendole indebitare fino all’insolvenza e
occultarne gli enormi passivi, per poterle poi acquisire a prezzi
stracciati, è un “metodo” da sempre presente nella storia
dell’economia. Gli usurai l’hanno sempre fatto con i piccoli
proprietari, molti dei quali alla fine si suicidavano. Quello che
colpisce è la sua progressiva estensione a tutto il pianeta, in
particolar modo negli ultimi vent’anni. È così che le multinazionali,
di supporto alle connesse super banche mondiali di proprietà dei
“soliti noti”, si sono appropriate della maggior parte delle aziende
esistenti. continua
editoriale
In
questi giorni si parla spesso del colore “viola” in riferimento al
Popolo di Internet. Ho pensato che potesse interessare gli amici degli
Italiani Liberi un mio piccolo saggio sul
“viola”, pubblicato nel lontano 1986,
in cui si trovano molte riflessioni utili a far comprendere come ben si
adatti questo colore conturbante a moltitudini collegate soltanto dalla
parola... |
SCENARIO
Dal «popolo viola»
al governo del mondo
From
the Violet People to the World Government
di Ida Magli
Il
Giornale | 06.03.2010
Pare
che sia stato il finanziere Soros ad assegnare il colore viola al
“Popolo di Internet”. Averlo chiamato “popolo” è con tutta evidenza una
mistificazione in quanto fino a ieri si è identificato come Popolo un
gruppo residente stabilmente in un determinato territorio, unito dalla
lingua, dalla religione, dal passato storico. La somma di molti
individui, quindi, non è un Popolo; ma il passaggio dal virtuale al
reale, chiamando a raccolta i frequentatori della Rete, è stato deciso
per cominciare a dare forma a quella omogeneizzazione mondiale delle
persone, dei mercati e dei governi cui lavora già da molti anni l’alta
finanza. Il vero colpo di genio è stato quello di fornire ad una massa
“liquida” come quella di internet, una specie di “identità” e di comune
appartenenza attraverso un colore unificante. Milioni di persone senza
nome e senza volto, assolutamente ignote l’una all’altra, ma unite dal
“viola”, sono apparse d’un tratto nelle strade e nelle piazze delle
città, convinte di somigliarsi, di ri-conoscersi, e hanno fatto le
prime prove di quella che nelle intenzioni dei grandi finanzieri che
oggi possiedono il mondo, sarà la reductio ad unum dei popoli e la
capacità di governarli a livello globale. continua
editoriale
CROCIFISSO
E BURQA
Sorpresa, l'Europa
riscopre se stessa
Surprise:
Europe rediscovers itself
di Ida Magli
Il
Giornale | 03.03.2010
Può
darsi che si tratti soltanto di una casuale coincidenza. Sembra,
tuttavia, che si possa interpretare come un segnale, per quanto
piccolo, di una nuova tendenza, il fatto che mentre l’Europa ha dato
ragione all’Italia nella questione dell’esposizione del crocifisso nei
luoghi pubblici, i cittadini delle maggiori nazioni dell’UE abbiano
espresso parere contrario, in un apposito sondaggio, all’uso pubblico
del velo totale. Due fatti molto diversi, certamente, ma ambedue di
grande rilievo nella situazione attuale di difficile convivenza dei
cittadini con la maggioranza musulmana degli immigrati, proprio per
quanto riguarda l’atteggiamento di rispetto e di difesa dei propri
costumi e dei propri simboli religiosi; tanto più che fino ad oggi le
autorità politiche e in parte perfino quelle religiose, hanno inculcato
la tolleranza verso gli stranieri molto più che il dovere della fedeltà
a se stessi. continua
editoriale
IMMIGRAZIONE
La lezione degli australiani
The
Lesson of the Australians
di Ida Magli
Il
Giornale | 22.02.2010
“Sono
stanco del fatto che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se
offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è
sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da
milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà… La maggior
parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di
cristianesimo… ma è un fatto. Se Dio vi offende, vi suggerisco allora
di prendere in considerazione un’altra parte del mondo. Questo è il
NOSTRO PAESE, la NOSTRA TERRA e il NOSTRO STILE DI VITA…se non fate
altro che prendervela con il nostro stile di vita…allora vi incoraggio
fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà australiana: IL
DIRITTO AD ANDARVENE.”
Chi è che parla così agli immigrati musulmani? Il peggiore dei
“razzisti”, degli “xenofobi”, degli “integralisti”? Sarebbero, queste,
infatti, le etichette pronte per chiunque avesse pronunciato un tale
discorso in Italia, dove è stato definito “xenofobo” il 45% degli
Italiani per aver affermato, in una apposita rilevazione statistica, di
non gradire la presenza degli stranieri. E’ il signor John Howard,
invece, ex Capo del Governo australiano, che ama il suo paese, che non
tradisce la propria patria e i propri concittadini, e che non esita a
dire alcune indiscutibili verità. continua
editoriale
AVVERTENZA
IMPORTANTE PER I LETTORI
Riflessioni attuali
su Banche e Banchieri
Present-day
Considerations about Banks and Bankers
di Ida Magli
ItalianiLiberi
| 27.01.2010
Ringrazio
tutti coloro (e sono molti) che mi hanno scritto compiacendosi della
pubblicazione su di quotidiano politico (Il Giornale) del mio articolo
sulla questione della sovranità monetaria. Il silenzio da parte di
tutti gli organi d’informazione, su un argomento determinante per
l’indipendenza politica ed economica della Nazione come questo, è
sempre stato così assoluto che l’apparizione di un solo articolo ha
suscitato meraviglia e addirittura entusiasmo da parte dei lettori, sia
di quelli che ignoravano del tutto il problema, sia e soprattutto di
quelli che si battono da anni in questo campo ma che sanno bene che il
silenzio dei giornalisti rappresenta la prova sostanziale
dell’impossibilità di uscire dalla prigione.
Ebbene
io prego tutti di non scrivere a me ma al Direttore Vittorio Feltri;
di inondarlo di lettere, o nella rubrica apposita del sito web del
Giornale, o in quella del quotidiano a stampa, oppure nelle rubriche
riservate ai Lettori di altri organi di informazione perché, senza
l’interesse e l’appoggio forte, esplicito, il più numeroso possibile
dei Lettori, lo sforzo che è stato fatto per uscire allo scoperto non
servirà a nulla. Nessuno ci tornerà più sopra o, diciamo meglio, a
nessuno sarà più permesso tornarci sopra. Si tratta di una battaglia
davvero all’ultimo sangue, alla quale, però, tutti possono partecipare
purché non si lasci spazio al silenzio neanche per un giorno. Banche,
Banche, Banche: dobbiamo parlare sempre di Banche... continua
editoriale
I padroni degli Stati
The
Masters of the States
di Ida Magli
ItalianiLiberi
| 17.01.2010
Da molti giorni si discute di tasse:
tagliarle, non tagliarle, con la conclusione, abbastanza assurda, che
questo non si può fare, come ha detto Berlusconi, a causa
“dell’eccessivo debito pubblico e dell’aumento degli interessi da
pagare su questo debito”. Assurda nel senso che non si capisce perché
mai il Governo abbia avanzato un’ipotesi del genere se non aveva
intenzione di passar sopra al problema del debito pubblico e dei suoi
interessi visto che questo ostacolo c’era ovviamente anche prima.
Sarebbe stata finalmente l’occasione per discuterne con i cittadini
invece di prenderli in giro con speranze inutili. Ma nulla. Non una
parola sulle cause dei “debiti pubblici”, sull’aumento progressivo e
inevitabile degli interessi da pagare su questi debiti, sulla sovranità
monetaria consegnata dagli Stati alle Banche. continua
editoriale
Ma la sinistra
sta con i "poteri forti"
di Ida Magli
Italiani
Liberi | 09.01.2010
Berlusconi
ha annunciato l’intenzione di abbassare le tasse. Un annuncio del quale
sembrerebbe logico che tutti gioissero. Invece, no; Bersani, no. La
riforma non gli va bene perché: “Favorisce i ricchi”. Favorisce i
ricchi, signor Bersani? Ma cosa ha fatto la Sinistra, dalla fine del
vecchio PC ad oggi, se non favorire i ricchi? Aver chiamato Prodi a
guidare il partito è stato il segnale. Qualcuno si è meravigliato
allora che i comunisti si affidassero a un consumato rappresentante
della vecchia Democrazia Cristiana per il loro nuovo corso, ma il
motivo lo si è capito in seguito, in base alla politica cui
l’Italia da allora è stata piegata e della quale i protagonisti
assoluti, da Prodi a Ciampi, sono stati gli uomini della Sinistra:
sottrarre a poco a poco la sovranità, l’indipendenza dello Stato ai
cittadini per consegnarla ai manipolatori della finanza mondiale
attraverso la Banca Centrale Europea; eliminare la moneta nazionale
privando lo Stato dell’unico potere che ne garantisce l’esistenza,
quello di battere moneta; svendere le più importanti proprietà dei
cittadini (dello Stato) affermando che soltanto i privati hanno diritto
a possedere i beni indispensabili alla vita di una società. continua
editoriale
Dovevamo aiutarli
a casa loro
di Ida Magli
Il
Giornale | 09.01.2010
La
prima domanda è questa: possibile che gli italiani non siano capaci di
raccogliere pomodori, aranci o mandarini? Si tratta di un lavoro che
non richiede nessuna competenza o preparazione e che dunque chiunque
può fare. Si tratta, inoltre, di bisogni stagionali, prevedibili
quindi, sia per la data che per la quantità. Organizzarsi perciò
sarebbe facile purché il datore del lavoro fosse disposto a pagarlo
nella maniera giusta e non lo mettesse, invece, pur di spendere il meno
possibile, nelle mani delle bande criminali che imperversano da anni
nelle campagne del Sud. Di solito si obietta a questa esposizione dei
fatti, che nessuno in Italia vuol più fare il lavoro di campagna.
Questa, però, è una conseguenza, non la causa della mancanza di mano
d’opera, i cui motivi sono molto semplici da capire. Il primo è la
scarsezza della retribuzione in quanto, come è noto, il prezzo della
frutta e degli ortaggi, altissimo alla distribuzione, è bassissimo
all’origine. Il secondo, forse più grave, è dovuto al formarsi, per una
spontanea e inevitabile legge psico-sociale, di una specie di etichetta
deteriore di “appartenenza”, una “evitazione”, quasi come un tabù su un
lavoro che diventa “basso” in quanto svolto da chi è ritenuto basso. Se
vogliamo, perciò, che non ci sia bisogno di immigrati nelle campagne, è
necessario assicurare ai contadini una giusta retribuzione per la loro
fatica e fare in modo che non si formi il tabù del lavoro da immigrato,
organizzandolo con il rispetto delle norme sindacali e tenendo
aggiornati gli elenchi dei lavoratori stagionali così da non dover
ricorrere ad una manovalanza reclutata bestialmente dalla criminalità. continua
editoriale
Ma con più controlli
ci sarà meno libertà
More
Controls - Less Freedom
di Ida Magli
Il
Giornale | 06.01.2010
La politica
euro-americana segue da diversi anni un indirizzo contrario a qualsiasi
ragionevolezza. Dal momento dell’attacco alle Torri Gemelle ad oggi, la
dichiarazione di guerra al terrorismo da parte degli Stati Uniti non ha
mutato neanche di una virgola, né per quanto riguarda la diagnosi, né
per quanto riguarda gli strumenti della battaglia, come se non fosse
possibile ammettere errori d’interpretazione o cercare strade di altro
tipo per giungere ad una soluzione. L’Europa, a sua volta, salvo
qualche piccolo tentativo iniziale di non allineamento alla linea
comune da parte della Francia, ha seguito pedissequamente gli Americani
come se essere fedeli ad una alleanza non potesse e dovesse comportare
consigli anche critici e proposte strategiche alternative. Eppure in
Europa, e forse ancor più in Italia, l’analisi del terrorismo islamico
si è sviluppata in modo sempre più profondo, con una evidente frattura
fra ciò che affermavano i politici, convinti assertori dell’esistenza
di gruppi di “fanatici” e degli “stati-canaglia” e ciò che invece
appariva ben chiaro sia agli studiosi che ai semplici cittadini, ossia
di quale enorme entità fosse per l’Occidente il problema musulmano. continua
editoriale
Auguri
politicamente scorretti
Politically
Incorrect Greetings
di Ida Magli
Il
Giornale | 24.12.2009
Voglio
cominciare i miei auguri di Natale mandando una maledizione. Sia
maledetto colui che ha ideato il «politicamente corretto» e che lo ha
imposto ai popoli d'Occidente. Nessun tiranno è mai stato peggiore di
lui; nessun torturatore era ancora mai apparso nella storia d’Europa
che, con feroce legge del contrappasso, costringesse a «bloccare» il
pensiero proprio coloro la cui civiltà si è costruita cercando di
avvicinarsi sempre di più all'essenza, alla verità del pensare. Nulla,
d'altra parte, stride di più con ciò che festeggiano i cristiani, che
la finzione del politicamente corretto visto che questa è davvero
l'unica cosa che Gesù ha condannato: l'ipocrisia, la finzione; il non
testimoniare la verità, non affermarla, non riconoscerla. Non si tratta
soltanto dei cristiani, dei credenti, ma di tutti: la forza delle
parole di Gesù è diventata tessuto della civiltà italiana ed europea in
quanto già i Romani si fondavano sulla corrispondenza fra il proprio
«essere» e la propria parola, una corrispondenza che ogni uomo sente
come «giusta», come «bella». continua
editoriale
Le antenate di Venere
di Ida Magli
Il
Giornale | 23.12.2009
Il catalogo
della Mostra che porta questo titolo, aperta al Castello Sforzesco di
Milano fino a tutto il febbraio 2010, è tanto ricco di informazioni
scientifiche quanto pieno di quelle “suggestioni” che immancabilmente
suscitano le immagini femminili, anche quelle di 27.000 anni prima di
Cristo. Notiamo subito che qui prevalgono i reperti di statuine
femminili. Per quanto si tratti di una selezione voluta, non si può
fare a meno di riflettere su di un fatto ricorrente e che accomuna le
conoscenze che abbiamo di qualsiasi civiltà, sia del passato più remoto
che di quello recente: le rappresentazioni femminili sono sempre più
numerose di quelle maschili, soprattutto più significative, con
l’accentuazione sessuata del loro corpo, il segreto del loro volto
sotto la meticolosissima pettinatura. Sembra quasi che gli uomini della
preistoria abbiano voluto, come nelle odierne guide turistiche, far
apprezzare il loro mondo piazzando qua e là soprattutto immagini di
donne. Questo fatto ha talmente colpito la fantasia degli studiosi da
far nascere a più riprese, durante gli ultimi due secoli, le più ardite
teorie su un originario periodo di matriarcato, di potere delle donne,
accompagnate da ipotesi sulla Grande Madre come potentissima divinità,
dando luogo a dispute accesissime fra storici ed archeologi invasi da
una specie di febbre femminista ante litteram. continua
editoriale
Berlusconi si chiede
perché sia tanto odiato
di Ida Magli
Il
Giornale | 17.12.2009
Berlusconi
si chiede perché sia tanto odiato. La risposta non gli piacerebbe:
perché con lui è diventata palese la crisi finale dei sistemi
parlamentari, fondati sulla “rappresentanza”. Si tratta di una crisi
che è in atto ormai da molti anni, ma che tutti si rifiutano di vedere
nella sua paurosa realtà e che pertanto, almeno per quanto riguarda
l’Italia (i parlamenti sono in crisi in tutta l’Europa), ha trovato una
pseudo causa nella presenza di un personaggio che, non provenendo dal
mondo dei Partiti, l’unico abilitato a rappresentare i cittadini nel
sacro recinto del Parlamento, doveva per forza essere portatore di
morte e distruzione. continua
editoriale
Sovranità monetaria
e debito pubblico
di Ida Magli
Italiani
Liberi | 21.12.2009
Tutti
siamo a conoscenza dell’assurda situazione degli Stati che, privi della
sovranità monetaria, sono costretti a far dipendere la loro politica
dall’entità del debito della Nazione verso i proprietari (grandi
finanzieri privati) delle Banche Centrali. Non si può fare a meno,
perciò, di rimanere profondamente stupiti che si continui a mantenere
il più assoluto silenzio su questo che è il problema fondamentale e
ineludibile della nostra economia, perfino in una intervista al
Ministro Tremonti, apparentemente a cuore aperto, come quella
pubblicata il 19 dicembre scorso dal “Giornale”. L’intervistatore,
Nicola Porro, ha più volte messo l’accento sul “debito pubblico”
dell’Italia quasi costringendo il Ministro a puntualizzarne l’entità e
le conseguenze, cosa che Tremonti ha fatto con l’abituale serietà e
sicurezza, indicando le “lezioni” che si possono trarre dalla crisi. Ma
della possibilità che lo Stato ricominci, come è suo diritto e dovere,
a battere moneta mettendo fine così all’accumulo di un debito che ci
sta uccidendo, neanche una parola. continua
editoriale
Quella sovranità
della moneta
in mani private
di Ida Magli
Il
Giornale | 11.12.2009
Coinage
Sovereignity in Private Hands
Souveraineté monétaire en
mains privées
Abbiamo
ricominciato a tremare per le banche. Abbiamo ricominciato a tremare
addirittura per gli Stati, a rischio di fallimento attraverso i debiti
delle banche. Si è alzata anche, in questi frangenti, la voce di Mario
Draghi con il suo memento ai governanti: attenzione al debito pubblico
e a quello privato; dovete a tutti i costi farli diminuire. Giusto. Ma
l’unico modo efficace per farli diminuire è finalmente
riappropriarsene. Non è forse giunta l’ora, dopo tutto quanto abbiamo
dovuto soffrire a causa delle incredibili malversazioni dei banchieri,
di sottrarci al loro macroscopico potere?
Per prima cosa informando con correttezza i cittadini di ciò che in
grande maggioranza non sanno, ossia che non sono gli Stati i padroni
del denaro che viene messo in circolazione in quanto hanno delegato
pochi privati, azionisti delle banche centrali, a crearlo. Sì, sembra
perfino grottesca una cosa simile; uno scherzo surreale del quale
ridere; ma è realtà. continua
editoriale
La Chiesa sbaglia, l'accoglienza a ogni
costo non è integrazione
di Ida Magli
Il
Giornale | 08.12.2009
The Church is mistaken:
Acceptance at all costs does not mean Integration.
La Chiesa si
trova oggi in una situazione difficilissima, di cui, però, sembra non
rendersi conto. La crisi interna, che ha drasticamente ridotto, a
partire dal Concilio Vaticano II in poi, il numero degli appartenenti
agli Ordini religiosi, sia uomini che donne, non ha influito soltanto
sulle attività immediatamente legate al culto, come per esempio la
gestione delle parrocchie; ma ha reso in qualche modo “invisibile” la
vita stessa della Chiesa come organismo diverso dal corpo dei fedeli
nella sua spiritualità e che un tempo era socialmente fortissimo, con
la presenza ovunque dei Francescani, dei Domenicani, dei Cappuccini,
dei Salesiani e delle loro opere. Lo scarso clero rimasto dimostra
spesso, purtroppo, di essere culturalmente e intellettualmente povero;
tanto più povero in quanto, perlomeno in Occidente, o ripete stanche
parole di prediche sempre uguali che non servono a nulla; oppure,
rinunciando agli argomenti religiosi, si immette nella discussione dei
temi del giorno, quelli che tormentano la nostra vita quotidiana e che
non possono essere risolti con il semplicismo della carità. Anzi,
diciamolo chiaramente: la Chiesa è venuta meno, ormai da diversi anni,
al compito della carità, perché questa richiede una profonda visione
delle cause della miseria che affligge tante parti del mondo e una
severa, chiarissima condanna dei comportamenti che l’hanno provocata e
la provocano. continua
editoriale
Basta coi bavagli di Stato - l'Italia voti
sui minareti
di Ida Magli
Il
Giornale | 02.12.2009
Enough with the State Gag -
Let Italy vote on Minarets
I tranquillissimi
Svizzeri hanno all’improvviso messo a soqquadro l’Europa intera. Dalle
reazioni sorprese, quando non addirittura scandalizzate e irose, da
parte delle Istituzioni UE, di fronte al risultato negativo del
referendum sui minareti, i cittadini hanno finalmente la prova di ciò
che sospettavano ormai da lungo tempo: per i politici la democrazia è
il migliore dei governi possibili fin quando i sudditi tacciono. Gli
Svizzeri, però, hanno parlato e il loro “no” ai minareti è venuto a
sconvolgere quel disegno di omogeneizzazione-dissoluzione delle
culture, dei costumi, delle religioni che discende inevitabilmente
dalla Carta dei Diritti Umani. continua
editoriale
La grande finzione europea
di Ida Magli
Italiani
Liberi | 24.11.2009
The Great European
Fiction / Two "Mr. Nobody" to create a Superstate
Si continua a
discutere in Italia della bocciatura di D’Alema alla carica di Ministro
degli Esteri europeo ( formalmente detto: “Alto rappresentante per la
politica estera europea” per non far capire del tutto, come al solito,
ai poveri cittadini di che cosa si tratti) con chiacchiere prive di
qualsiasi valore sia da parte della maggioranza che da parte
dell’opposizione. Ci si accapiglia intorno alle parole altrettanto
vacue di Martin Schulz, capogruppo del partito socialista europeo, il
quale si diverte a prendere in giro gli uni e gli altri affermando che
è stato Berlusconi a non sostenere in Europa la candidatura di D’Alema
e insinuando, quindi, che il Capo del governo italiano l’ha presentata
al solo scopo di procurargli una magra figura. continua
editoriale
Sarà un comunista
a guidare
il Superstato comunista?
di Ida Magli
Il
Giornale | 13.11.2009
Will a Communist lead
the Communist Superstate?
Molti
cittadini si meravigliano della candidatura di D’Alema alla carica più
importante dell’UE. Se ne meravigliano sia quelli della Sinistra, sia e
ancor più quelli che stanno dalla parte di Berlusconi. C’è chi ne è
talmente stupito da scrivere ai giornali per chiedere come mai
Berlusconi appoggi in una sede internazionale un ex comunista, per
giunta un ex comunista che già molte volte si è comportato in passato
in modo contrario agli interessi dell’Italia. Questa è l’ennesima
prova che gli Italiani non sanno, e di conseguenza non capiscono, quale
sia l’idea che ha fatto progettare e realizzare l’unione europea; ma al
tempo stesso è questo il motivo per il quale sia i politici che i
giornalisti non hanno mai voluto dare loro vere spiegazioni, tenendo al
livello più basso e più ingannevole l’informazione su quello che
avveniva.
continua
editoriale
Il Governo mondiale
si avvicina
di Ida Magli
Italiani
Liberi | 10.11.2009
The World Government is
getting closer
Anche la Borsa ha gli “invisibili”.
E’ questo il sorprendente titolo apparso in prima pagina sul Corriere
Economia del 26 ottobre. scorso. Chi sono questi “invisibili”? Certo
non è un caso che si alluda agli invisibili nel contesto di normali
riflessioni sull’andamento della Borsa. Pare, infatti, che essi siano
quasi tutti ricchissimi banchieri, i più grandi capitalisti (dico
“pare” perché un alone di mistero li circonda). E’sorprendente invece
che compaia apertamente un riferimento, sia pure per scherzosa
analogia, a quella élite del Potere che di fatto guida il mondo, ma di
cui non si parla mai, e che appunto deve a questo silenzio la sua
“invisibilità”. continua
editoriale
di Ida Magli
il Giornale | 4.11.2009
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L'inutile Europa
ci toglie pure il crocifisso
di Ida Magli
il
Giornale | 4.11.2009
Useless Europe is taking
away from us even the Crucifix
Le religioni non sono monete. Fare
l’unificazione europea a tavolino, cominciando astutamente
dall’economia e dalla moneta, ha permesso finora di tenere basso lo
scontro con ciò che veramente crea i popoli ed è creato dai popoli: i
loro sentimenti, le loro fedi, il loro spirito, il loro passato, la
loro storia, le loro tradizioni, i loro valori, i significati che i
popoli assegnano al loro «essere se stessi». Le religioni praticamente
sono il contenitore di tutto questo, lo rispecchiano nel momento stesso
in cui lo plasmano. continua
AGGIORNAMENTO
3 Novembre 2009
Klaus ha firmato. Barroso
ne ha dato notizia
affermando che il Trattato entrerà in vigore entro dicembre.
Il gruppo che aveva raccolto le firme (oltre 20.000) a sostegno di un No del Presidente ceco, le ha
presentate a Klaus in presenza dei giornalisti, esprimendogli il
proprio disappunto.
AGGIORNAMENTO
30 Ottobre 2009
L'eccezione per la
Repubblica Ceca è stata accettata dalla Ue.
In corso una raccolta di firme perché il Presidente Klaus, comunque,
non firmi il Trattato!
Support Vaclav Klaus!
Stop the Lisbon treaty!
SIGN
THE PETITION ONLINE:
http://www.PetitionOnline.com/sptklaus/petition.html
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E con Klaus si scatena la corsa
alle eccezioni
di Karin Neubertovà
Italiani Liberi | 29.10.2009
Ošidné vztahy v
pochybné Unii
Il summit
che comincia oggi ha un tema importante - Vaclav Klaus - il presidente
della Repubblica Ceca. I politici a Bruxelles polemizzano su come
soddisfare la sua richiesta dell'eccezione per la Repubblica
Ceca, che riguarda soprattutto la lista dei diritti umani
dell'EU. Klaus ha paura che i tedeschi dei Sudeti (la parte della
Repubblica Ceca vicino al confine con la Germania) richiederanno i beni
e terreni che hanno dovuto lasciare dopo la seconda guerra mondiale.
Tutti i politici consideravano ridicola questa ragione per bloccare il
processo della ratificazione, tuttavia i tedeschi dei Sudeti hanno già
fatto la richiesta al governo tedesco per non consentire la “eccezione
svedese” - come è stata soprannominata - dei Cechi (Vaclav Klaus
tratta della eccezione con il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt).
continua |
Caro Klaus, non firmi
il Trattato europeo
di Ida Magli
il
Giornale | 21.10.2009
"Il futuro dell'Europa è appeso a una firma,
quella di Vaclav Klaus, ultimo capo di Stato che deve ratificare il
Trattato di Lisbona. Il presidente ceco, noto euroscettico, ha posto
delle condizioni per dare il suo sì alla nuova Costituzione europea,
che introdurrà il voto di maggioranza e la nuova figura di presidente
europeo. A lui si è rivolta in una lettera aperta l'Associazione
"Italiani Liberi", guidata dall'editorialista del Giornale Ida Magli.
La richiesta inviata a Praga è quella di interpretare la volontà della
maggioranza dei cittadini europei non firmando il Trattato."
editoriale
Il Presidente Klaus
e l'ultima firma
di Ida Magli
ItalianiLiberi
| 21.10.2009
President
Klaus and the Last Signature
Il presidente della
Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, da sempre contrario all’unificazione
europea, è rimasto l’ultimo a dover firmare il trattato di Lisbona. Sia
lui che il presidente polacco, Lech Kaczynski, avevano atteso il
risultato del referendum irlandese, nella speranza che un “No” degli
Irlandesi li salvasse dall’ingrato compito di affossare quella
Costituzione sui generis, chiamata “trattato”, composta di oltre 300
pagine e che nessun cittadino d’Europa ha letto, ma senza la quale
l’Unione Europea non può assumere una piena veste politica. Purtroppo,
però, gli Irlandesi hanno tradito la passione per la patria e per la
libertà che li ha sempre caratterizzati nella storia e si sono lasciati
comprare dal luccichio dei generosissimi doni che il maggiore
interessato alla nascita del nuovo impero, José M. Barroso, ha fatto
brillare davanti ai loro occhi. continua
editoriale
Il Corano a scuola
di Ida Magli
il
Giornale | 18.10.2009
Teaching the Koran in
Italian Public Schools
L’ultima
proposta che viene dal presidente della Camera (presentata dal
Segretario della fondazione Farefuturo, Adolfo Urso) è l’insegnamento
della religione islamica nelle scuole di Stato. Con i soldi dei
cittadini, dunque, costretti così a diventare sostenitori di un «dio»
in cui non credono.
Sulla questione del «credere» o non credere, da parte degli italiani,
in una religione da insegnare nelle scuole pubbliche, tornerò fra poco;
quello che mi colpisce subito, invece, davanti a questa proposta, è
un’altra cosa, una cosa di cui eravamo in molti a essere certi già da
lungo tempo, ma alla quale non volevamo credere. Invece, è così, è
proprio vero: il signor Gianfranco Fini odia gli italiani. continua
editoriale
Ma il vero problema
si chiama Corano
di Ida Magli
il
Giornale | 15.10.2009
The
Koran is the Real Problem
Lo strumento principale del quale i
politici si sono serviti fino ad oggi per realizzare l’unificazione
europea, è stato quello di svuotare di ogni contenuto i significati e i
valori accumulati dai singoli popoli e dalle singole nazioni durante il
loro lungo itinerario storico, traducendoli, con voluta e consapevole
finzione e falsità, in termini di “diritti umani”. Questa strategia ha
permesso di non nominare mai le religioni, mattone di fondazione di
buona parte della morale e del costume dei diversi popoli, evitando
tutte le difficoltà che questo avrebbe comportato. In realtà ciò che si
voleva raggiungere era l’introduzione di una “religione” uguale per
tutti e che, in teoria, tutti avrebbero potuto accettare proprio perché
non proveniva da nessun “Dio”: la carta dei diritti umani. continua
editoriale
Gli irlandesi e il silenzio
sull'Europa
di Ida Magli
il
Giornale | 02.10.2009
The
Irish and the Silence about Europe
C’è
chi afferma che in Italia non c’è la libertà di stampa, e chi invece
assicura che in nessun paese quanto in Italia i giornalisti sono liberi
di dire qualsiasi cosa vogliano. Qualcuno dovrebbe, allora, spiegare
agli Italiani chi sia stato a imporre una ferrea censura su tutto
quanto riguarda gli avvenimenti politici dell’Unione Europea,
avvenimenti importantissimi per tutti noi, quale per esempio la
ratifica del Trattato di Lisbona, appeso al filo del referendum che si
svolgerà domani in Irlanda. Bisogna riconoscere che questo silenzio
insospettisce, ed anzi suscita un senso d’angoscia in quanto non si
riesce a trovarne una spiegazione. Prima di tutto perché vi si
attengono le fonti di informazione di ogni parte politica. Chi ha
ordinato di non parlarne, è dunque sopra i Partiti? E perché non se ne
deve parlare? Lo Stato italiano l’ha già ratificato, senza permettere
neanche la più piccola discussione, basandosi sulla norma più
antidemocratica della nostra Costituzione, quella che sottrae alla
volontà dei cittadini la “politica estera”, anche se, trattandosi in
realtà della costituzione europea trasformata in trattato, definirlo
politica estera è già di per sé una bella truffa. C'è da aggiungere che
ci si stupisce del silenzio dell’opposizione davanti ad un atto del
governo berlusconiano, visto l’abituale rumoroso dissenso per ogni sua
decisione. continua
editoriale
L'integrazione
è un miraggio
di Ida Magli
il
Giornale | 21.09.2009
Integration is a
Mirage
Siamo
tutti addolorati per quanto è successo a Daniela Santanchè e, prima di
commentare con una riflessione, di carattere culturale più che
politico, il problema posto dall’abbigliamento delle donne musulmane in
Italia, vorrei mettere l’accento su un dato di fatto, l’unico davvero
grave: non passa giorno in cui non siamo costretti, per un episodio o
per l’altro, ad occuparci della difficilissima convivenza con il mondo
islamico. Questo significa che non si tratta di episodi singoli o
eccezionali, ma di una realtà patologica radicata nel tessuto della
nostra vita quotidiana. Sono ormai molti anni che tentiamo di mettere
in guardia i politici sul fatto che il mondo islamico è incompatibile
con il mondo occidentale e che alla fine lo scontro sarà inevitabile.
Scontro sicuramente doloroso e ingiusto per ambedue le parti dato che
si tratta di difendere ciò in cui si crede, ciò cui si dà il massimo
valore: la propria religione, sia che si tratti del Corano, sia che si
tratti dell’Uguaglianza o della Libertà. Ma i politici non ascoltano.
Questo è il loro maggiore difetto. continua
editoriale
La finta integrazione
e il muro culturale
di Ida Magli
il
Giornale | 17.09.2009
Fake Integration
and Cultural Divide
Cosa
può dire un antropologo di fronte ad una simile tragedia? La reazione
più immediata è la rabbia. La rabbia contro i politici, contro i leader
che, in Italia e in Europa, da anni si ostinano a parlare di
“integrazione”, con l’ottusa presunzione della loro ignoranza e la
freddezza di chi non prova neanche a immaginare le passioni, i
sentimenti, le ragioni di chi è “diverso”. La “superiorità” della
politica, ossia di coloro che detengono il potere, verso qualsiasi
scienza, soprattutto quando questa non serva a puntellare le mete che
si sono proposti, non si è mai manifestata con tale sprezzo e tale
ostinazione come in Europa negli ultimi anni. Il motivo non è difficile
da capire: dal momento in cui è stato deciso l’accoglimento di tanti
popoli diversi, si sono dovute cancellare, come se mai fossero
esistite, le conoscenze accumulate dalle scienze umane, a cominciare
dall’Antropologia culturale fino alla Fenomenologia religiosa, alla
Linguistica, alla Psicologia, alla Nuova Storia. Più queste rivelavano
l’importanza delle differenze culturali, più i politici decidevano
invece che siamo, che dobbiamo essere, tutti uguali. Vieni da un altro
paese, da un’altra cultura? Niente paura: ti insegno qualche briciola
della lingua, e via. continua
editoriale
Il diritto d'asilo
è ormai una finzione
che piace solo all'Onu
di Ida Magli
il
Giornale | 15.09.2009
The Asylum Right is
a pretence that UNO alone likes
La Signora Navi
Pillay, alto commissario ONU per i diritti umani, ha denunciato in un
discorso che pronuncerà domani, ma di cui è già stato diffuso il testo,
le attuali politiche nei confronti dei migranti, in particolare nelle
zone del Mediterraneo, del golfo di Aden, dei Caraibi, dell’Oceano
Indiano, in quanto, a suo dire, violerebbero le norme del diritto
internazionale. Naturalmente tale discorso ha fatto riaccendere la
polemica in Italia nei riguardi dei respingimenti, sebbene il Ministro
Maroni abbia più volte ribadito che la legge italiana è conforme alle
norme internazionali, cosa che dovrebbe bastare a mettere in pace la
coscienza dei numerosissimi San Francesco che vivono nel Bel Paese. E’
tuttavia evidente, ormai, che, come succede a tutte le leggi, anche il
diritto internazionale non è più corrispondente alla realtà e che è
proprio questo diritto che deve essere ripensato. Il “diritto d’asilo”
per esempio, è nato nei lontanissimi tempi nei quali la pena più grave
che veniva inferta ad un cittadino era l’esilio; una condanna che
discendeva dalla sacralità della terra patria, che sarebbe stata
profanata dall’impurità del reo, colpevole di tradimento o di omicidio.
Per questo una terra “altra” aveva l’obbligo di accoglierlo: non era
rivestita della stessa sacralità, non essendone la patria, e di
conseguenza non ne sarebbe stata per nulla contaminata. Dunque, come è
evidente, si tratta di casi singoli; il diritto d’asilo di masse di
persone non è pensabile. Infatti, oggi si finge che si tratti di casi
singoli, sebbene la condanna all’esilio non esista più, ma la finzione
non è mai una buona via d’uscita, ed invece è indispensabile ripensare
tutta la questione continua
editoriale
La lapidazione in Indonesia e il mondo
moderno
di Ida Magli
il
Giornale | 10.09.2009
Ad Aceh, provincia nord-occidentale
dell’Indonesia, diventerà legge nei prossimi giorni la condanna a
morte tramite lapidazione per il reato di adulterio, e la fustigazione
in pubblico per le relazioni pre-matrimoniali, in applicazione delle
norme penali della ‘sharià, la legge coranica. Secondo quanto ha
dichiarato il vice Presidente del Parlamento autonomo locale, la
normativa gode di un vasto consenso sociale e politico, malgrado vi sia
chi vi si oppone in nome del rispetto dei diritti umani e della moderna
Costituzione. L’ Indonesia rappresenta il limite estremo, ad oriente,
dell’islamismo, e con il suo 90% di fedeli sugli oltre 230 milioni di
abitanti, il paese più musulmano in assoluto, con il residuo 10%
frammentato fra cristiani, buddisti, induisti e animisti. Almeno 16
delle 33 province indonesiane negli ultimi anni hanno approvato leggi
stabilite dal codice coranico, leggi che ovviamente sono lontanissime
dalla sensibilità etica e giuridica del mondo occidentale odierno visto
che risalgono, non al 500 dopo Cristo, ma a circa il 5000 avanti
Cristo, ossia alla parte più antica dell’Antico Testamento. Maometto,
infatti, ha basato il Corano sui primi cinque libri della Bibbia, i
quali sono appunto quelli che stabiliscono la Legge, le norme di
comportamento e le relative punizioni. continua
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