Mercoledì 13 Febbraio 2013

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PRESENTAZIONE E OBIETTIVI


Il Movimento politico e culturale “Italiani Liberi” si propone di difendere e rafforzare l’identità nazionale, storica e culturale degli Italiani e di ristabilire l’indipendenza dell’Italia uscendo dall’Unione europea.

 


"Cancellare l'appartenenza
a un determinato territorio,
e all'identità di gruppo
che questo comporta,
significa cancellare
il senso.
Operazione di una violenza inaudita che nessuno scopo
può giustificare"


Registrazione n° 544/2003 presso il Tribunale di Roma

italia.jpg

Vorrei tornare a essere italiano, in tutto e per tutto, con difetti e pregi, ricco o povero
ma ITALIANO

un Italiano, 13/11/2011    

DOPO L'OCCIDENTE
di Ida Magli

BUR 2012

 
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LETTERE
28 Dicembre 2011
di P.P.
Scrivo per far conoscere l'ennesimo attacco al popolo italiano che gli oligarchi al governo stanno portando avanti praticamente in segreto.
Nel vertice del 9 dicembre i Paesi europei hanno deciso di stipulare anche un patto fiscale. Questo patto impone ai Paesi con un  rapporto debito pubblico/PIL superiore al 60%, tra essi rientra l'Italia, di ridurlo di un ventesimo della differenza con il valore ottimale. Questo vuol dire una lunga serie di manovre " SalvaItalia" (esempio di neo-lingua orwelliana visto l'esito recessivo che solo il suo annuncio ha provocato). Quindi nel giro di pochi anni la struttura industriale italiana sarà distrutta e gli italiani ridotti in forte miseria.
C'è la possibilità di emendare questa norma, ma il termine, tenuto segreto dal Governo, scadrà domani 29 dicembre. Il governo tecnocratico ha imposto il silenzio ai funzionari del ministero dell'economia che si occupano di questi emendamenti. Così, molto democraticamente, sarà aggirato e raggirato il popolo italiano, a parole sovrano!
Per farci digerire quelle maniovre ci diranno poi che sono volute dall'Europa e che servono per salvarci, come stanno già facendo adesso.
Tutti i dettagli sul blog del docente di Economia presso l'Università di Tor Vergata, Gustavo Piga:
http://www.gustavopiga.it/2011/gioco-di-ombre-salvate-leuropa-per-favore/


 editoriale
Stranieri al governo

di Rosaria Impenna
Italiani Liberi | 26.12.2011


  I
l salto logico che gli Italiani non sono ancora riusciti a compiere è considerarsi governati da “stranieri”. Quando essi, similmente ai popoli delle varie Nazioni d’Europa, comprenderanno questo principio semplice e al tempo complesso, si renderanno conto di essere sudditi al Potere di dominatori. Solo nella tragica ammissione di ciò è possibile interpretare la perentoria durezza che risiede nelle parole del presidente Napolitano, sulla insistenza che nessuna “emergenza costituzionale” è implicita al governo tecnico e sulla necessità che anche i meno abbienti debbano compiere sacrifici, perché l’Italia resti in Europa...


 editoriale


L'impero sulle nostre spalle

di Ida Magli
Italiani Liberi | 18.12.2011


  L
a verità sulla storia degli Italiani non è ancora mai stata raccontata perché sono i vincitori a scriverla e i vincitori sono sempre i governanti, i Capi, non il popolo. Una cosa però è sicura: è stata sempre uguale a quella che stiamo vivendo in questo periodo. Gli Italiani, debbono sacrificarsi, pagare, soffrire, combattere, morire affinché i politici di turno possiedano il proprio Impero. E’ questo che hanno perseguito, sotto le vesti dell’unificazione europea, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi: possedere un Impero, alla pari di ogni governante, Dittatore, Re, Papa o Imperatore del passato. Contrariamente al passato, però, questa volta l’impero non era possibile conquistarselo con gli eserciti combattenti: la seconda guerra mondiale, con le sue catastrofiche conseguenze, con l’atomica e le due potenze mondiali in lotta fra loro, costringeva a seguire un percorso nuovo. E’ nata così una grande idea: farsi l’Impero tutti d’accordo, con la pace, con il denaro, con le banche..


 editoriale


Alla guerra dell'euro

The War of the Euro

di Ida Magli
Italiani Liberi | 9.12.2011


  P
orta questo titolo: “Alla guerra dell’euro” l’ultimo numero di Limes, la rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo. Anche questo numero è scritto come sempre da persone molto competenti e, per quanto riguarda l’Unione europea, quasi del tutto obiettive. Dico “quasi” perché, sebbene siano comparsi più volte fascicoli di fuoco sull’Europa e sull’impossibilità della sua realizzazione (ricordo fra gli altri: “L’Europa è un bluff”), si è però sempre sentita sotto traccia una specie di dolorosa rabbia per questa impossibilità. Insomma: se si potesse fare sarebbe bellissima, ma di fatto non si può. Non si può per gli innumerevoli, evidenti motivi di ordine geopolitico, storico, economico, che ormai anche l’ultima delle casalinghe ha imparato a conoscere bene perché ne ha vissuto le tragiche conseguenze in questi anni nei quali i politici hanno imposto l’unificazione.


 editoriale


La nuova Duma

The new Duma

di Ida Magli
Italiani Liberi | 4.12.2011


  F
inalmente i progettisti dell’Unione europea hanno gettato la maschera. Una maschera debole, trasparente, quasi inutile, quella che hanno portato fino ad oggi, ma pur sempre maschera. Mercato, mercato, mercato; finanza, finanza, finanza; ma soprattutto: democrazia, democrazia, democrazia. Da oggi, non più. Abbasso la democrazia, viva la dittatura. Il New York Times esalta il suo nuovo eroe: il Re Giorgio che, con piglio autoritario, è riuscito in un colpo solo a far governare l’Italia da persona non eletta e a far indossare al Parlamento italiano le vesti della Duma, quella Duma di cui il nostro Presidente sentiva profonda nostalgia visto che era formata dal partito unico e approvava immancabilmente le decisioni prese da Stalin.


 editoriale


La crisi dell'euro
non è sanabile


The Crisis of the Euro Cannot be Solved

di Ida Magli
Italiani Liberi | 30.11.2011


  L
a crisi dell’euro non è sanabile. Nessuno vi può riuscire, che sia o non sia un esperto banchiere o persona di fiducia del mondo intero. Non vi può riuscire neanche bruciando nel crogiolo dell’euro tutti i beni che gli Italiani e gli altri popoli d’Europa possiedono. Si sente dire in questi giorni che alcune grandi banche americane stanno preparandosi al crollo della moneta unica: non è possibile che i capi dei governi europei, responsabili della vita e dei beni di centinaia di milioni di persone, si rifiutino di ammettere questa possibilità preparando una qualche via di fuga, un’estrema uscita d’emergenza. E’ un loro preciso dovere predisporre un ordinato ritorno alla moneta nazionale in caso di necessità, invece di aspettare il caos del crollo globale. Gli strumenti a disposizione non mancano. Faccio un solo esempio: la lira non è ancora andata fuori corso. Si può cominciare ad emettere una parte dei titoli di Stato in lire esclusivamente per il mercato italiano e a far circolare la doppia moneta, così come si è fatto nel primo periodo del passaggio all’euro. Sappiamo bene quanto siano capaci di creatività i tecnici della finanza: la mettano all’opera. continua



USCIRE DALL'EURO E RIPRENDERCI LA SOVRANITA' MONETARIA: se condividi la nostra proposta mandaci un'email col tuo nome!

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editoriale

La dittatura europea

The European Dictatorship


di Ida Magli
Italiani Liberi | 23.11.2011

  Adesso che la dittatura si è instaurata ufficialmente e con il consenso di coloro che dovevano difendere la democrazia, possiamo trarre le conseguenze di quanto è accaduto con la sicurezza di essere nel giusto. Tutto questo era infatti già stato previsto più di un anno fa e reso pubblico con il libro intitolato appunto: “La dittatura europea”. L’unica differenza consiste nel nome di Monti invece di quello di Draghi, che avevo indicato come primo instauratore della dittatura dei banchieri soltanto perché non era ancora avvenuta la sua nomina a capo della Banca centrale europea, ma si trattava di nomi interscambiabili.  
 Il Capo dello Stato finalmente respira l’aria a lui più congeniale. L’internazionalismo mondialista
continua

editoriale

Facciamo il punto

di Ida Magli
Italiani Liberi | 21.11.2011

  Ringraziare tutti coloro che hanno mandato la loro adesione alla proposta di uscire dall’euro non sarebbe possibile date le nostre piccole forze. Voglio però esprimere almeno la mia gioia personale nel toccare con mano quanti siano gli Italiani che si sentono Italiani continua
 
USCIRE DALL'EURO

L'opinione
dei lettori
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I vostri messaggi

(in continuo aggiornamento)

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Uscire dall’euro
e riprendersi
la sovranità monetaria

Get out of the Euro, Take back our Monetary Sovereignty

di Ida Magli
Italiani Liberi | 11.11.2011



  Non ci sono altre vie d’uscita alla situazione:  dall’euro e riprendersi la sovranità monetaria. Il quadro è ormai chiarissimo agli occhi di tutti: lo scopo dell’alta finanza e dei banchieri che guidano il mondo è quello di averlo totalmente nelle loro mani distruggendo gli Stati nazionali e ogni differenza politica ed economica.

  La prima a dover essere distrutta è l’Europa; le fasi che stiamo vivendo ne sono la più chiara testimonianza. Siamo pilotati spietatamente dalla Banca centrale europea verso la nostra fine, sotto le vesti del fallimento finanziario. A poco a poco i banchieri prendono il posto dei politici e la democrazia viene messa a tacere, come è successo in Grecia dove invece del referendum annunciato è stato nominato primo ministro un ex vicepresidente della Bce. In Italia, dopo averla spinta nel baratro del debito con gli attacchi ai nostri titoli, è stato inviato dal nido della Bce, dove è stato arroccato per oltre vent’anni, il signor Mario Monti con l’incarico di liquidare qualsiasi volontà di governo democratico e gli ultimi beni che l’Italia possiede.

  Dobbiamo chiedere, dunque, nuove elezioni e presentarci in un partito che unisca, al di fuori di ogni ideologia politica, tutti coloro che vogliono raggiungere questo solo scopo:

uscire dall’euro, denunciando come illegittima, e quindi invalida, la rinuncia alla sovranità monetaria da parte di uno Stato sovrano; ricominciare a battere la moneta “Lira” e riservare l’acquisto dei titoli di Stato esclusivamente ai cittadini italiani.

  Tutti i soci degli Italiani Liberi, tutti i loro amici e chiunque condivida questa proposta può mandare la propria firma, un'email col proprio nome, o il proprio pensiero all'indirizzo degli Italiani Liberi.

email

posta@italianiliberi.it

Ida Magli
11 novembre 2011

stiamo ricevendo le vostre numerose email. potete esprimeteci il vostro pensiero sull'europa che sta trasformando cosI' profondamente le nostre vite e il nostro destino senza averci mai interpellato in merito, senza dibattito politico e imponendoci l'euro senza averne mai sperimentato l'impatto sociale ed economico sulle singole realtà nazionali. da questi stessi esperti ci aspettiamo ora la salvezza? Vai alla pagina dei messaggi dei lettori


 editoriale


Berlusconi e la sua fine: tante speranze e pessimo risultato

Berlusconi and his End: Great Hopes and Bad Results

di Ida Magli
Italiani Liberi | 15.11.2011



  Aggiungiamo Silvio Berlusconi al lunghissimo elenco dei governanti traditori dell’Italia. Dispiace, dispiace molto, ma la conclusione è purtroppo soltanto questa. Avrebbe potuto almeno, una volta deciso di uscire di scena, fare un grande gesto per rimanere alla storia, cosa che viceversa non succederà perché nulla ha fatto che possa interessare la storia. Avrebbe potuto, perso per perso, invece che inginocchiarsi davanti ai banchieri, ribellarsi al colpo di stato ordito dal Presidente della Repubblica e affermare, com’era suo dovere, che avrebbe difeso i diritti democratici degli Italiani. I motivi per prendere questa decisione erano due, e tutti e due talmente evidenti che nessuno, salvo che i suoi miserrimi nemici, avrebbe potuto contestarli. 
continua


 editoriale


No! Questo No!

No! Not This!

di Ida Magli
Italiani Liberi | 10.11.2011



  No, Signor Napolitano, non sopporteremo una simile nauseante “furbata”. Creare all’improvviso un senatore a vita per far credere che si tratti di un politico e fingere così che l’Italia non si sia consegnata nelle mani dei banchieri, è un sotterfugio intollerabile. Quale disprezzo per i poveri Italiani! Quale disprezzo per la Repubblica e per la politica! Abbiamo, dunque, così la misura della spaventosa miseria civile e morale dei nostri “rappresentanti”. La Bibbia afferma che “Dio vomita gli ipocriti”. Sono certa che non ha mai vomitato tanto.
continua


 editoriale


Crollo della democrazia
e crollo del buon senso

di Ida Magli
Italiani Liberi | 01.11.2011



  Nel momento in cui sto scrivendo questa breve nota (1 novembre 2011 ore 11) la borsa italiana perde più del 5% Cosa c’è di diverso da ieri? L’Italia è sicuramente la stessa, anzi. Approfittando del giorno festivo, molti sono andati tranquillamente fuori città mentre Berlusconi, Bersani, Vendola e compagni litigano come il solito (anzi, data la festività, forse un po’ meno del solito). I commentatori affermano tutti che: “La Grecia ha terrorizzato i mercati annunciando l’intenzione di indire un referendum popolare sui nuovi prestiti concordati con l’Ue”. Che cosa significa? Semplicemente che, nella democraticissima unione europea, chiedere un parere al popolo su ciò che decidono i governanti, dovrebbe essere proibito, come ha già rilevato Angela Merkel con il suo sdegno per l’iniziativa del Premier greco: il loro No, infatti, è sicuro.
continua


 editoriale

IL PAPA E LE CROCIATE
Perché è impossibile
scusarsi per la storia

di Ida Magli
il Giornale | 29.10.2011


  
 Uno dei problemi forse più gravi della nostra società e del nostro tempo è l’incapacità di capire la storia. Si è discusso molto, è vero, di “revisionismo”, ma anche su che cosa si intenda per revisionismo è difficile trovare un accordo. Il ‘900, secolo di grande e rinnovato sviluppo delle discipline storiche, ci ha lasciato la più grande conquista: collocare sempre l’avvenimento nel suo contesto. Contesto psicologico, religioso, politico, culturale o, se si vuole dirlo nei termini dell’antropologia, capire il punto di vista dell’indigeno, ossia dell’attore di quella storia, contemporaneamente soggetto e oggetto di quel particolare contesto. La Chiesa non ha mai riconosciuto validità al nuovo modo di intendere e di fare storia, cosa che, se è permesso dirlo, le impedisce di comprendere non soltanto il proprio passato, ma anche ciò che afferma come valido in assoluto nell’attualità. Il “mea culpa” che Benedetto XVI ha pronunciato oggi a nome di tutte le Chiese per gli errori dei cristiani, condannando le violenze commesse dai crociati e dall’inquisizione, mette in crisi sia i credenti nella Chiesa come istituzione divina che coloro che la guardano semplicemente come un’istituzione religiosa e politica importante. continua


 editoriale

Unità degli Italiani
e unità degli europei

di Ida Magli
lItalianiLiberi
| 27.10.2011


  
 Nel numero di “Panorama” del 26 ottobre 2011 è stato pubblicato un inserto intitolato Unità degli Italiani, unità degli Europei con articoli di Remo Bodei, Valerio Castronovo, Carlo Azeglio Ciampi, Giuseppe Galasso, Arrigo Levi, Tullio De Mauro, Ida Magli, Gianfranco Pasquino, Chiara Saraceno, con un prologo di Davide Cadeddu.
  Quando nella primavera di quest’anno il Prof. Cadeddu mi chiese di scrivere l’articolo pubblicato adesso in questo inserto, mi affrettai ad avvertirlo che forse aveva sbagliato persona date le mie opinioni sulla questione dell’unione europea. Mi spiegò, però, che conosceva bene la mia posizione e che desiderava proprio delle idee contrastanti da mettere a confronto. Gli mandai quindi l’articolo che gli amici degli Italiani Liberi possono leggere qui di seguito. L’insieme delle riflessioni pubblicate su Panorama colpisce soprattutto per una caratteristica: i diversi autori parlano dell’Europa come ne avrebbero parlato venti o trent’anni fa. Eppure hanno vissuto come tutti noi questi lunghi anni di una unificazione impossibile.
continua
 editoriale

Donne e premi Nobel

di Ida Magli
il Giornale
| 08.10.2011


  
 Gà da diversi anni i premi Nobel per la Pace hanno perso buona parte del loro significato simbolico e del loro valore ideale a causa della politicizzazione che ne guida l’assegnazione. Purtroppo non è rimasto nulla, in Occidente, che non abbia questa valenza utilitaria: “Ci serve? Quale profitto ne possiamo trarre?” Non un gesto, non una parola, sfugge alla suprema legge economicistica che impera nel nostro mondo. E, prima di tutto, nella “politica” che, essendo anch’essa  intessuta della legge del profitto, ha invaso ogni angolo, ogni pur piccola parte del comportamento della società occidentale. Come avrebbe potuto l’assegnazione dei premi Nobel sottrarsi ad una possibile funzionalità politica? Quelli per la Pace, poi, invenzione abbastanza grottesca di un Occidente che trova di continuo sottili, razionalissimi motivi per muovere guerre a scopo di “pace”, si sono persino logorati in questo gioco, ormai diventato troppo scoperto. Da questo punto di vista non si può certo dimenticare l’assegnazione del premio per la Pace ad un Obama che ancora non aveva avuto neanche il tempo di accorgersi di essere diventato il Presidente della Nazione più armata del mondo. E che, infatti, ha seguito in tutto e per tutto le abitudini bellicose dei suoi predecessori.  continua
 editoriale


L'IMPOTENZA DEI CITTADINI DELLE DEMOCRAZIE EUROPEE
Via dall'euro dei bluff

Away from the Euro Bluff

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 12.09.2011


  
 Nella storia che abbiamo alle spalle non abbiamo ancora mai visto i detentori del potere riconoscere un proprio errore e fermarsi sulla strada intrapresa. Le guerre, anche quelle recenti, così capaci di distruzione e morte per i civili inermi nel cuore delle città, sono state portate sempre fino all’estrema rovina. Perfino il bolscevismo sovietico, malgrado l’evidente catastrofico fallimento dei suoi scopi già negli anni 1929-30, ha dovuto attendere la propria naturale dissoluzione prima che i politici ne prendessero atto.
  Oggi ci troviamo ancora una volta di fronte al drammatico momento in cui i politici dovrebbero riconoscere di aver sbagliato nel programmare una moneta unica per gli Stati europei e in particolare i politici italiani dovrebbero ammettere il gravissimo errore compiuto nel far entrare a forza (con una tassa particolare: la “tassa per l’Europa") l’Italia nell’euro.
continua
 editoriale

Validità della parola
e democrazia


Keeping the Word and Democracy

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 03.09.2011


  
 La democrazia rappresentativa si regge su un solo principio: la validità della parola dei cittadini. I politici diventano nostri “rappresentanti”, esercitano il potere in nostro nome in quanto noi ve li abbiamo delegati tramite la nostra parola. In un sistema di potere democratico il patto fra governanti e cittadini si fonda esclusivamente sulla fiducia reciproca della “parola”, ma la reciprocità di questo patto non è simultanea: la parola dei governanti, la sua fiducia-validità dipende dalla fiducia-validità della parola dei cittadini. continua
 editoriale

Cambiare il sistema
è indispensabile


The System must be changed

di Ida Magli
ItalianiLiberi 11.08.2011


  
 I banchieri, insieme ai loro più fedeli complici, i politici e i giornalisti, non vogliono piegarsi davanti alla realtà. La realtà grida ormai da molto tempo che la globalizzazione della vita economica, dei mercati, delle finanze, delle scelte politiche (per non parlare della globalizzazione dei popoli e delle culture) è sbagliata. Tanto sbagliata che, laddove è stata assunta nella forma più assoluta, come in Europa, ha già portato a gravissime crisi. Quando l’idea (o l’ideologia) resiste di fronte ai fatti che la smentiscono e alla ragione che ne dimostra gli errori, questa resistenza si chiama nei termini tecnici psichiatrici “delirio”. Siamo, dunque, di fronte a una patologia grave dei nostri governanti, i quali non ci permettono neanche di dirlo: non passa nulla, né nei giornali né nei programmi televisivi della Rai o di Mediaset, di ciò che gran parte dei cittadini pensa ( e che tutti penserebbero se fossero informati rettamente) dell’euro, dell’Unione europea, dei banchieri, che hanno fatto del gioco della Borsa il loro Dio ma ai quali i nostri politici si sottomettono. Adesso però non si può più sopportare questa mancanza d’informazione e di discussione perché per salvarci bisogna cambiare totalmente il sistema economico che è stato imposto in Europa con il Trattato di Maastricht. continua
 editoriale

7 Agosto 2011
di C.T.
Non si può più aspettare

 We Cannot Wait any Longer

di Ida Magli
ItalianiLiberi 05.08.2011


  
 E' evidente a tutti che stiamo andando verso la catastrofe. Ieri, 4 agosto, per la seconda volta nell’anno 2011, le borse europee sono state sospese a causa delle perdite senza freni dei listini. Alla fine è risultato che Milano ha perso il 5,6%. E’ altrettanto evidente, però, che i nostri leader, tutti, dai politici di governo a quelli di opposizione, dal Presidente della Repubblica ai sindacati, agli industriali, hanno deciso di lasciarci andare a fondo pur di non ammettere che la causa principale della situazione è l’unificazione della moneta, e riconoscere, quindi, che il progetto era sbagliato. E’ sorprendente che perfino Berlusconi, accusato di tutte le colpe possibili e immaginabili, non abbia fatto nemmeno un’allusione a questo problema, nel discorso tenuto alla Camera e al Senato proprio per illustrare la situazione economica del Paese. Eppure ritornare a battere una moneta il cui valore sia correlato alla nostra economia è l’unica strada sana e ragionevole, non soltanto per noi ma per molti paesi dell’Ue, quali la Grecia, la Spagna, l’Irlanda, il Portogallo, visto che è evidentemente una finzione e una falsità che paesi finanziariamente così deboli siano titolari di una moneta apparentemente forte perché corrispondente, sotto il nome di “euro” al vecchio marco, anche se si chiama “euro”, una finzione e una falsità che i mercati e le Borse stanno “giustamente” distruggendo. continua
 editoriale

Politici e banchieri

 Politicians and Bankers

di Ida Magli
ItalianiLiberi 14.07.2011


  
 Il sabato 9 luglio 2011 è una data che gli Italiani non debbono dimenticare. E’ il giorno, infatti, in cui il Ministro Tremonti, senza dare nessuna giustificazione del fatto che non paga l’affitto della casa dove abita, ha risposto ai giornalisti che gli domandavano se avesse intenzione di dimettersi, con una frase lapidaria: “Non mi dimetto perché sono io che garantisco l’Italia davanti all’Europa: se cado io, cade l’Italia e se cade l’Italia cade l’euro. E’ una catena.” In nessun periodo della storia d’Occidente un uomo politico, quale che fosse la sua importanza, ha mai potuto fare una simile affermazione. continua
 editoriale
7 Luglio 2011
di N.M.


Fantasmi della realtà
e potere dei banchieri

Ghosts of Reality and power of the Bankers

di Ida Magli
ItalianiLiberi 06.07.2011


 
Si stanno rappresentando in questi giorni, in diversi paesi d’Europa, straordinarie commedie dell’assurdo. Gli attori più in vista sono gli uomini di Governo - in Francia, in Spagna, in Grecia, in Germania, in Italia - ma sono coadiuvati talmente bene in questa recita da tutti gli altri responsabili della vita politica e sociale, e prima di tutto dai giornalisti, che noi, poveri cittadini-sudditi, non riusciamo a capire perché il loro frenetico agire ci sembri così privo di una concreta direzione di senso e temibile proprio per questo.  continua
 editoriale

Pontida, o salvarsi dall'Ue?

di Ida Magli
ItalianiLiberi 19.06.2011


  
 Mano a mano che procede la crisi economica i politici europei, e i nostri in particolare, diventano sempre più roboanti e privi di senno. La crisi economica, infatti, è soltanto l’aspetto più evidente della crisi complessiva: la fine degli Stati nell’immensa sabbia mobile europea, così come era stata programmata con il trattato di Maastricht. Questo è per i popoli il punto più difficile da comprendere e da riconoscere: che i governanti degli Stati europei abbiano volutamente programmato la nostra fine, la cancellazione della civiltà europea tramite i due strumenti che oggi sono sotto i nostri occhi: l’invasione immigratoria di popolazioni africane e il decadimento etico, culturale, economico indotto dalla perdita della libertà, della sovranità, dell’indipendenza. continua
 editoriale

Referendum
sul nucleare e sull'acqua

di Ida Magli
ItalianiLiberi 04.06.2011


  
 Poche riflessioni di semplice buon senso per dire di sì al referendum, ossia per negare il nostro consenso alle leggi proposte. continua
 editoriale

Dire la verità

 Telling the Truth


di Ida Magli
ItalianiLiberi.it 02.06.2011


  
 Più di un terzo dell’elettorato non ha votato: possiamo essere certi che si tratta in grande maggioranza di elettori del centro destra. L’astensione altissima alle provinciali segnala anche qualcosa di più: la protesta per la mancata abolizione delle province. Parto da questo punto per un’analisi dei motivi della sconfitta un po’ diversa da quelle prospettate fino adesso. Bisogna, infatti, che i politici berlusconiani guardino bene in faccia prima di tutto una realtà: i loro elettori non sono bambini cui offrire caramelle ma persone serissime, che conoscono in profondità i problemi dell’Italia e che hanno scelto l’occasione del voto amministrativo, proprio perché non è decisivo, per gridare a Berlusconi e a Bossi che la loro pazienza è finita e che,  di conseguenza, debbono affrontare i problemi veri prima delle politiche.   continua
salvarci dall'EURO

 Proposta di legge
di iniziativa popolare


 Non abbiamo quasi nessuna possibilità di salvarci dalle negative conseguenze dell'euro che diventeranno sempre più pesanti per la nostra economia dato che i risparmi imposti dall'Ue a causa del debito uccidono tutte le energie e le attività economiche e culturali. Purtroppo nessun partito si fa promotore  dell'abbandono dell'euro, malgrado si tratti di una decisione fondamentale da prendere prima che tutto l'edificio crolli per la sua mancanza di fondamenta.
Gli Italiani Liberi, convinti di questa necessità, vogliono far conoscere a tutti i loro amici e ai lettori del sito l'esistenza di questa proposta di legge popolare, organizzata dall'amico monetarista Savino Frigiola, pubblicandone il testo e invitandoli, se vogliono, a farla conoscere a loro volta. 

Ida Magli
ItalianiLiberi 22.05.2011


Comitato per la presentazione della legge
Proposta di legge di iniziativa popolare

Savino Frigiola | 16.05.2011

lire lire2



 editoriale

L'Europa dei "no"
che non ha mai un'idea


 The Europe of “No” that Never Has an Idea

di Ida Magli
il Giornale 29.04.2011


  
 L’Unione europea ha detto l’ennesimo “no” a una normativa italiana nei confronti degli immigrati. Si tratta dell’ingresso e del soggiorno clandestino: la clandestinità per l’UE non è un reato. Visto, però, che dall’Europa non giunge mai una soluzione ai gravissimi problemi che ci affliggono, ma sempre e soltanto dei “no” che vietano qualsiasi via d’uscita a favore dell’Italia, dobbiamo necessariamente guardare in faccia questa realtà e analizzarne con la massima obiettività possibile i vari aspetti prima di decidere che cosa fare. Il presupposto che ha dato origine alla costruzione europea è l’”uguaglianza” di tutti gli Stati membri: si tolgono i confini e il territorio diventa uno solo, così come diventano una cosa sola le popolazioni, i costumi, le leggi.  continua
 editoriale

Prigioniera
del padre islamico


 Prisoner of her Islamic Father

di Ida Magli
il Giornale 16.04.2011


  
 (...) Il conflitto, dunque, è qui, fra il Libro sacro e noi. E’ in causa perciò, lo Stato laico con le sue leggi di parità fra l’uomo e la donna, di diritto allo studio per tutti, di tutela dei più deboli come Jamila. E' in causa, però, anche, l’eccessiva disinvoltura con la quale i politici non hanno tenuto nessun conto dei tanti avvertimenti sulla difficoltà di tener fede allo sbandierato rispetto per le differenze etniche, religiose, culturali. Le differenze sono insuperabili quando ci si scontra con il Sacro, con la fede in un Dio. La famiglia di Jamila si attiene alle proprie norme quando la obbliga a obbedire alla sua autorità, compresa quella di sposare l’uomo cui è stata destinata. Si tratta adesso per lo Stato di passare ai fatti, ossia di far prevalere le nostre leggi su quelle musulmane e di cogliere la vicenda di Jamila come la giusta opportunità per fissare una norma generale, valida per tutte le “ Iamile” che già vivono e che vivranno presso di noi.   continua
 editoriale

Sguardo sull'Europa

 Looking at Europe

di Ida Magli
ItalianiLiberi 11.04.2011


  
 Guardiamola, dunque, quest’Europa! E’ davvero ripugnante. Ripugnante per la sua vigliaccheria, per la sua infame ipocrisia, per la sua proditoria aggressione a popoli infinitamente più deboli quali gli Africani, ma soprattutto per la sua volontà di uccidere i propri cittadini e la loro civiltà addossando loro anche il costo dell’omicidio.
Che fine ha fatto l’Unione europea? Si è dissolta. Nessuno delle migliaia di politici che risiedono a Bruxelles ha neanche ricordato, in questi giorni di negazione bellica della fondazione “pacifista” dell’EU, di aver trionfalmente  nominato soltanto pochi mesi fa, a completamento della costituzione-trattato di Lisbona, un ministro degli Esteri, per giunta britannico a sottolinearne la forza e l’importanza (la  baronessa Ashton) con l’assunzione di ottomila funzionari per l’apertura di ambasciate in ogni paese del mondo. La politica estera ogni Stato se la fa per sé.  
continua
 editoriale

Ecco perché l'Italia
deve dire di no
ad azioni di guerra


 Why Italy Must Say NO to War in Libya

di Ida Magli
il Giornale 10.03.2011


  
 Non ci sono prove, non ci sono documenti, è vero; ma è la logica che lo dice: l’islamismo sta per darci l’assalto finale. La logica lo diceva già da molti anni, quando si poteva ancora parlare di previsioni più che di fatti, mentre i politici, i leader, anche quelli religiosi, lo negavano. Stiamo dialogando in maniera molto costruttiva con tutti i paesi mediterranei, ripetevano a chiunque avanzasse qualche dubbio, e non ci sarà nessun conflitto perché la volontà che prevale è quella dell’integrazione, della tolleranza, del rispetto. L’assurda idea che essere bagnati dalle acque del Mediterraneo significasse essere simili è il frutto di quella sciagurata teoria che è la geopolitica, un’invenzione che dobbiamo all’amico di Hitler, Karl Haushofer,  e che induce a tremendi errori perché guarda ai territori come se non vi fossero i popoli ad abitarli. continua
 editoriale

L'Africa e la democrazia

 Africa and Democracy

di Ida Magli
il Giornale | 01.03.2011


  
 L’Occidente è incerto su quali iniziative prendere nei confronti del terremoto che ha investito i paesi del Nord Africa. Un’incertezza giustificata dal fatto che, forse per la prima volta, non siamo sicuri che il nostro sistema di vita, i nostri valori, la nostra forma di organizzazione sociale e politica, insomma la “democrazia”, sia la ricetta adatta per risolvere tutti i mali. Nessuno si arrischia, naturalmente, a dirlo con parole chiare: da troppo tempo siamo abituati a considerare il governo democratico come l’unico degno di una società civile e ad affidare a questa convinzione ogni nostra azione anche all’estero. Ma l’Africa di oggi si presenta con caratteristiche che sappiamo di non poter affrontare con le sicurezze psicologiche e culturali del passato, mentre sembra tuttavia costringerci, proprio a causa del passato, a non abbandonarla ad un totale “fai da te”. continua
 editoriale

La bandiera tradita

di Raffaello Volpe
ItalianiLiberi | 01.03.2011


  
 Noi non abbiamo memoria di Popoli, singoli individui o gruppi che non abbiano utilizzato un vessillo o una bandiera, se non vivendoli come fossero una parte di sé, della propria anima: chi fra noi non ha provato una pur semplice emozione nel vedere la nostra bandiera muoversi battuta dal vento? È il vissuto di ogni gruppo che, dall’Antichità a oggi, fa di una bandiera l’espressione di una sintesi inesplicabile ma anche il richiamo a ciò che siamo singolarmente in relazione al gruppo di appartenenza. Le bandiere che sventolano felici in uno stadio di calcio non sarebbero così tante e vive, a prescindere dalla banalità del calcio. Perché banale non è ciò che il simbolo rappresenta: l’essere Italiani, nel nostro caso.  continua
 editoriale

L’IGNORANZA E L'ITALIA PRIMA DEL RISORGIMENTO
Indebiti rimpianti

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 24.02.2011


  
Sono ben strani coloro che rimpiangono i tempi dell’Italia prima del Risorgimento. Pare che a un tratto si sia ritornati a fare la storia senza i popoli. Quella storia di re, di papi, di repubbliche, di monarchie, di battaglie che credevamo superata ormai per sempre perché priva della storia vera, quella degli uomini, delle donne, dei bambini, messa in luce dalle scienze sociali. Ebbene, voglio ricordare soltanto pochissimi fatti di storia vera, ai nostalgici dei Borboni o della Serenissima, dello Stato Pontificio o del Granducato di Toscana, tutti Stati uguali o simili nei confronti di certi aspetti della vita morale e di quella concreta.  continua
 editoriale

I diplomatici della Ue: licenziamoli tutti

Let us fire all Diplomats of the European Union Diplomacy

di Ida Magli
il Giornale | 24.02.2011


  
 L’Europa è codarda” dice il ministro Frattini di fronte alla risposta: “Arrangiatevi” data all’Italia per il tragico esodo dall’Africa che ci attende inesorabilmente. C’è un errore di fondo, però, nell’affermazione del ministro: non si può accusare l’Europa perché, come ha detto più volte il prof. Lucio Caracciolo, profondo studioso di geopolitica, l’Europa non esiste, o meglio: “L’Europa è un bluff”.  E’ una costruzione di carta, una costruzione a tavolino, in cui sono state messe a punto tutte le forme istituzionali di un immenso Stato, prive di qualsiasi rispondenza con la realtà. L’unica istituzione reale è quella che ci ha tolto la sovranità monetaria, la Banca centrale europea che però essendo proprietà di cittadini privati, non fa parte della UE; tutte le altre sono pure forme che fingono di esistere succhiandoci una montagna di quattrini.  continua
 editoriale

Ci lasciano soli
contro i clandestini


 They Leave us Alone Against Illegal immigrants

di Ida Magli
il Giornale | 15.02.2011


  
 Quale lingua adoperano quando parlano fra loro la Commissaria UE Cecilia Malstrom e il Ministro Maroni? Fra le ventisette lingue riconosciute nell’Unione europea c’è una grande scelta, ma evidentemente il nostro Ministro non riesce a farsi comprendere  visto che la signora Malstrom afferma una cosa del tutto incredibile: che l’Italia ha rifiutato l’aiuto offertole per far fronte all’ondata immigratoria. Suvvia, gentile signora!L’’Italia ha sicuramente chiesto almeno quello che l’Ue sarebbe stata tenuta a fare subito senza alcuna richiesta perché i confini dell’Italia sono anche i confini dell’Unione. Ma si tratta con tutta evidenza di un’Europa che esiste soltanto sulla carta e nei trattati; e fa quasi ridere il viaggio in Africa del vaporoso “ministro degli esteri” dell’Ue, debole rappresentante di uno Stato che non esiste e che per giunta, essendo donna, è la persona meno adatta a farsi prendere sul serio da un governante musulmano che non le tocca la mano per non contaminarsi e che la considera in base al Corano “di un grado inferiore”.  continua
 editoriale

La proposta economica
di Berlusconi


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 05.02.2011


  
 I politici si ostinano a tacere sui veri problemi dell’economia. Nessuno, né nei partiti di governo né in quelli di opposizione, si riferisce mai, neanche per negarne l’esistenza o l’importanza, alle questioni sollevate ormai da anni da studiosi ed economisti italiani, tedeschi, francesi, americani, che riguardano la sovranità monetaria, l’adesione all’euro, le basi dei sistemi di mercato. Questo silenzio, al quale si attengono anche tutti i giornalisti, è di per sé la prova più significativa della sopraffazione e della dittatura europea.
  In questi giorni il governo Berlusconi si appresta a presentare l’ennesima “riforma dell’economia” basata, come tutte le precedenti, sull’ossequio alle direttive dei Banchieri che sono gli unici, i veri governanti dell’Unione europea: ridurre il più possibile e al più presto possibile, il “debito” al fine di rientrare nei parametri di Maastricht, legge salvifica inderogabile. Inutile aggiungere che, per quanti espedienti Berlusconi possa inventarsi, le tasse aumenteranno e il “debito” pure per due motivi fondamentali: la mancanza della sovranità monetaria con l’accumulo degli interessi sul “debito” e il fondamentalismo di un mercato basato sul circolo perverso del più consumo più produzione. 
continua
 editoriale

Incapacità
di comunicazione
del governo berlusconiano


di Ida Magli
ItalianiLiberi 31.01.2011


  
 Mi sono decisa, una volta superata la questione della sfiducia al ministro Bondi e dopo quanto ha scritto Guerri in sua difesa, a dire quello che penso da molti anni e che mi ero sempre trattenuta dallo scrivere perché riguarda un campo che non è di mia competenza: l’incapacità degli uomini di Berlusconi e di Berlusconi in persona, di curare la propria immagine. Sembra un’affermazione assurda visto che si è sempre attribuito il successo di Berlusconi in gran parte alle sue capacità di comunicatore, ma la verità è che l’ambiente berlusconiano non fa nulla per curare la propria immagine in positivo, specialmente nel campo più sensibile per chi governa un paese come l’Italia: la cultura. La quasi assoluta mancanza di comunicazione ne è la prima causa. Prendiamo l’argomento trattato da Guerri due giorni fa: io non sapevo nulla del museo dannunziano e di tutte le altre cose, molto belle, che Guerri ci ha raccontato, così come non sapevo nulla di quanto ha detto Bondi nel discorso fatto alla Camera in propria difesa, per esempio sugli introiti dei biglietti per i musei, e suppongo non ne sapesse nulla neanche la maggioranza degli Italiani. Come mai? E’ evidente che non se ne parla, o perlomeno che non se ne parla nella maniera giusta, quella che l’uomo della televisione per definizione come Berlusconi dovrebbe conoscere a meraviglia, ossia facendo circolare le notizie attraverso l’aria, senza che ci sia da parte dei cittadini una precisa volontà di informarsi. continua
 editoriale

Strage di cristiani.
E l'Europa tace


 Massacre of Christians: and Europe keeps silent

di Ida Magli
il Giornale 02.01.2011


  
 Una strage di cristiani, all’uscita da una delle più importanti chiese di Alessandria d’Egitto nella notte del nuovo anno, costringe a fare una riflessione che va al di là del singolo episodio, per quanto dolorosissimo. Una riflessione che credo tutti abbiamo nel cuore: dobbiamo rassegnarci al fatto che il cristianesimo scompaia? Non possiamo, infatti, chiudere gli occhi davanti alla realtà: è vero che ad uccidere i cristiani sono dei gruppi estremisti di varia nazionalità ed estrazione sociale, ma il mondo cristiano, soprattutto i leader politici e religiosi, continuando ormai da anni a illudersi, e a spingere i fedeli a illudersi, che si tratti sempre ed esclusivamente di pochi fanatici, hanno permesso che si formasse nell’aria una generale percezione di “debolezza” del cristianesimo. Anzi, se vogliamo davvero guardarci in faccia, dobbiamo chiamare col suo vero nome tanto il comportamento dei cristiani quanto ciò che i musulmani ne pensano: è ormai più una tradizione culturale che non una vera fede religiosa. continua
 editoriale

MANCA IL NATALE SUL DIARIO UE IN DONO AGLI STUDENTI 
L'Europa adora tutti gli dei. Tranne il nostro

 Europe is Worshiping All Gods but Ours

di Ida Magli
il Giornale 21.12.2010


  
 La Commissione europea ha stampato più di tre milioni di copie di un “diario” in ognuna delle lingue dei paesi dell’Unione, da distribuire nelle scuole secondarie come un gradito regalo agli alunni, accompagnato da numerose pagine dedicate a far conoscere ed apprezzare le meravigliose virtù dell’Europa unita. Inutile aggiungere che si tratta di un costosissimo regalo, fabbricato a spese di tutti noi, poveri contribuenti, che sicuramente avremmo trovato assurda e incompatibile con la dignità dei cittadini, se fosse stato uno dei governi nazionali a deciderla, un’iniziativa pubblicitaria che ricorda da vicino lo spirito di regalia festiva degli antichi regnanti borbonici alla ricerca di consenso. continua
 editoriale


Oche ammaestrate
e democrazia



di Ida Magli
ItalianiLiberi 27.11.2010


  
 I politici si sono abituati ormai da parecchio tempo a prendere in giro la democrazia; ne sono stati esempi clamorosi l’anno scorso in Europa le ripetizioni dei referendum per l’approvazione dei trattati tutte le volte che non si raggiungeva il risultato positivo desiderato dai Capi. Già allora i cittadini avrebbero dovuto rifiutare di tornare a votare, cosa però difficile da organizzare se non c’è almeno un politico o un partito che ne assume l’iniziativa. Il potere effettivo dei cittadini nelle democrazie è limitatissimo, soprattutto perché affidato totalmente ai partiti; ma diventa praticamente nullo quando, come sta succedendo oggi in Italia, i politici non tengono fede al loro dovere di delegati a rappresentare la volontà espressa dai cittadini. Capovolgendo il principio del cittadino-soggetto nella dinamica della democrazia, i politici se ne arrogano la veste di “soggetti” riducendo ad “oggetto” i cittadini, chiamati a dire sì o no ad ogni loro schioccar di dita come oche ammaestrate alla richiesta del loro istruttore.  continua
 editoriale


Ma quando a scuola
c'è l'ora di musica
l'Imam fa tappare
le orecchie alla figlia



 Two incompatible cultures. And  ours is humiliated


di Ida Magli
ItalianiLiberi 27.11.2010


  
 Per quanto possa sembrare paradossale, grottesco, al limite dell'inverosimile, l'episodio verificatosi a Reggello racchiude in sé tutti gli elementi dell'incompatibilità della cultura occidentale, la nostra, con quella  musulmana. Perché cito prima la nostra e non come si è soliti fare, quella musulmana? Perché sono i nostri politici che, nella loro ottusa superbia, si sono ostinati ad affermare che gli immigrati si "integrano"; che basta essere nati sul territorio italiano per essere "cittadini italiani"; soprattutto hanno imposto una classificazione delle religioni totalmente errata, ossia quella delle religioni come "religioni", mettendole tutte alla pari, incuranti di ciò che storici, etnologi, antropologi, hanno sempre affermato, ossia che ogni religione è una "cultura" e che la distinzione fra religione e cultura è un'acquisizione che riguarda soltanto noi.  continua
 editoriale


La crisi europea: informazioni e proposte


 The European Crisis: Information and Proposals


di Ida Magli
ItalianiLiberi 27.11.2010


  
 La gravissima situazione della crisi attuale non è soltanto monetaria. Dobbiamo convincerci, per quanto possa apparire incredibile, che la crisi monetaria è uno strumento, il più forte e il più appariscente, fra i molti che sono stati messi in atto, per raggiungere un solo scopo: eliminare dalla scena politica, economica, culturale del mondo, le Nazioni d’Europa, riducendole ad un angolo asfittico di sopravvivenza marginale. I meccanismi, gli antefatti, i “segreti” di questa operazione si trovano ampiamente analizzati e spiegati nel mio libro “La dittatura europea”, pubblicato in questi giorni da Rizzoli (è il motivo per il quale sono stata assente in quest’ultimo periodo dal mio appuntamento con il sito degli Italiani Liberi e con la posta, ma spero che l’avrete compreso e perdonato) e al quale rinvio tutti i lettori in quanto si tratta effettivamente di un testo di assoluta denuncia e di un vero e proprio manifesto di battaglia, che ho temuto fino all’ultimo giorno che non sarebbe riuscito a vedere la luce. Troverete lì, perciò, non soltanto il racconto di quanto io ho sperimentato di persona durante i lunghi anni della mia guerra contro l’unificazione europea, ma i nomi di tutti i traditori dell’Italia, da quelli dei politici a quelli dei banchieri, e infine anche la proposta per i governi dell’UE di abbandonare Maastricht prima che l’euro crolli del tutto. continua
 editoriale


Costituzione e cittadini

di Ida Magli
il Giornale 18.11.2010


  
 Costituzione italiana, articolo 67: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.” E’ in base a questo articolo che la maggior parte delle legislature non sono state portate a termine, e si tratta palesemente di una presa in giro del voto dei cittadini. Che valore può avere un contratto nel quale è previsto che una delle parti non è tenuta a mantenerlo? Che significato può avere l’affermazione che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione se nessun cittadino può essere votato in quanto tale, con il suo nome, senza appartenere a nessuna lista? Soltanto in quel caso, infatti, l’articolo 67 non costituirebbe un pugno in faccia ai cittadini votanti. La situazione creata dal Presidente della Camera e dai suoi seguaci è chiaramente un abuso visto che questo articolo, che da lungo tempo avrebbe dovuto essere cancellato, era stato inserito nella Costituzione per salvaguardare il parlamentare da un’eventuale situazione coercitiva, prevista dai Costituenti soltanto perché erano appena usciti dal periodo fascista e temevano appunto il ripetersi di una dittatura. continua
 editoriale

"L'UNIFICAZIONE EUROPEA E' NATA PER ELIMINARE GLI STATI
E L'IMMIGRAZIONE E' IL SUO STRUMENTO"

Rom: conflitto Francia-Ue


 Rom: the Conflict between France and the European Union

di Ida Magli
il Giornale | 16.09.2010


  
Il “diverbio” fra la Francia e l’Unione Europea, provocato dal rimpatrio di gruppi di rom irregolari effettuato dal governo francese, sta diventando sempre più infuocato. Reazioni stizzite da parte della Francia, un “grande Stato” che non vuol sentirsi redarguire da nessuno, tanto meno dall’UE, e accuse appena velate da parte dell’UE di “disobbedienza” alle maggiori virtù del grande Sovrastato. Oltre al conflitto di autorità, aleggia poi intorno alla questione dell’immigrazione rom, in maniera più o meno esplicita, una vaga accusa di razzismo; meccanismo psicologico che si continua ad adoperare per mettere in penitenza gli Stati europei come se gli anni, le generazioni e i sentimenti non fossero mai passati. A questo meccanismo psicologico sarà bene dare il suo vero nome: è un ricatto che nessuno intende più accettare. I problemi dati dall’immigrazione nell’occidente europeo sono reali e gravissimi e molti cittadini si domandano come mai l’UE sia capace soltanto di protestare e non di dare qualche suggerimento, di aiutare a trovare delle soluzioni. continua
 editoriale

La scuola e l'immigrazione

 School and Immigration

di Ida Magli
il Giornale | 14.09.2010


  
I problemi posti dagli immigrati sono, per la scuola italiana, molto più gravi di quanto non possa apparire al primo sguardo. I tentativi di prevenirli, nonostante la buona volontà del Ministro e degli Insegnanti, si scontrano con una realtà molto complessa che i vari sostenitori entusiasti delle cosiddette società multietniche non vedono. La parola “integrazione”, di cui fanno sfoggio i politici, è priva di contenuto reale. Le culture non si integrano. Ad un certo punto scatterà, e non dipende dal numero, la sopraffazione dell’una sull’altra. Dipende dalla sua forza, dalla sua vitalità, dall’entusiasmo di chi ne è portatore. Quella italiana è perdente perché sono gli immigrati che si impadroniscono del nostro territorio e questo basta a farli sentire conquistatori.
 continua
 editoriale

ROGO NEL CAMPO, MUORE UN BAMBINO
Nomadi, invitiamoli
a essere "vivi"


 Nomads: let us invite them to be “alive”

di Ida Magli
il Giornale 28.08.2010


  
Ancora una volta un bambino è morto nel rogo sviluppatosi in un campo nomadi abusivo. Questa la notizia di oggi. Ma io ho già scritto molti articoli per i bambini nomadi morti in un incendio. Per quelli morti a Roma, lo ricordo con tanta rabbia e con tanto dolore, questo è il terzo (e speriamo che almeno si salvi il fratellino rimasto gravemente ustionato). Avevo anche scritto che, almeno noi, gli italiani, non avremmo più sopportato simili morti e che chiunque difenda la cultura nomade ne è responsabile. continua
 editoriale
Un Ministro dell'Interno: Cossiga

di Ida Magli
il Giornale 24.08.2010


  
 Sono molto stupita del coro di elogi che viene rivolto a Cossiga da tutte le parti. E’ vero che il “Palazzo” non sa fare a meno di cogliere ogni occasione per vantare se stesso; ma il Cossiga che ha percorso tutti i gradini della carriera politica senza dare nulla all’Italia, salvo le battute maligne con le quali aggrediva, sotto false spoglie, amici e nemici, non merita neanche la minima parte di questa esibizione di solidarietà corporativa. continua
 editoriale
L'America rivendichi
il diritto alla sacralità
di Ground Zero


 America must assert the Right of Sacredness for Ground Zero

di Ida Magli
il Giornale | 05.08.2010


  
 Sembra un po’ strano, almeno a prima vista, che tocchi all’Europa cominciare un nuovo ciclo storico: difendere l’America dai suoi stessi errori. Eppure questo momento è arrivato. Ci siamo accorti delle debolezze, e delle conseguenti gravissime ripercussioni negative, del sistema americano di gestione delle “differenze” – differenze etniche, religiose, culturali – perché dalla fine della seconda guerra mondiale le abbiamo adottate anche noi, e la legislazione europea, con le sue norme antirazzismo, antixenofobia, ne è piena. continua
 editoriale
Il coltello
e la prigione del sesso

di Ida Magli
il Giornale | 03.08.2010


  
E' troppo doloroso e troppo difficile fermarsi col pensiero a immaginare un ragazzo di sedici anni che porta con sé un coltello e lo infila nell’addome di un ragazzo, o meglio un bambino, di tredici anni, per riuscire ad andare oltre alla “scena”. Avrei voluto non doverla commentare perché ho l’impressione che qualsiasi commento interferisca, sminuendola, con una tragedia assoluta. Tragedia per l’età dei protagonisti, per il mondo interiore che rivela, per la responsabilità che tutti noi ne portiamo da quando abbiamo in pratica cancellato i ruoli e i comportamenti, soprattutto quelli sessuali e amorosi, connessi alle classi d’età. continua
Cari Italiani Liberi,
vi segnalo in particolar modo la pubblicazione da parte di due esponenti del PD di un libro a due voci che distrugge tutto quanto è stato detto fino ad oggi da parte della Sinistra sull’Unione europea. Lo segnalo perché non capisco quale sia il motivo di una tale drastica decisione. Enrico Letta è il vicesegretario del maggior partito di Opposizione: non può aver predisposto una macroscopica smentita di ciò che ha fatto la Sinistra chiamando appositamente alla propria guida l’uomo, Prodi, che doveva condurre l’Italia in Europa e, con apposite finanziarie e tasse ad hoc, vantarsi dell’abbandono della lira per usufruire dell’euro, senza calcolarne la ricaduta negativa sul proprio partito. Dunque, perché? Ripeto che non lo so, ma una delle ipotesi possibili è che abbia messo le mani avanti (sapendo evidentemente qualcosa più di noi) per l’eventualità del crollo dell’euro.
Ho voluto richiamare l’attenzione di tutti gli amici che leggono il nostro sito sulla “stranezza” di una simile dichiarazione di fallimento dell’Europa, affinché ci riflettano, ed eventualmente preparino il da farsi, soprattutto in funzione dei propri affari di lavoro, economici, finanziari.
                                                                        Ida Magli

 editoriale
L'Europa è finita?

di Ida Magli
il Giornale 29.07.2010

  
  Io non so se due uomini importanti del PD, Lucio Caracciolo ed Enrico Letta (che ne è anche vice segretario) si rendano conto di ciò che hanno fatto rendendo pubblico il loro pensiero sull’Unione Europea attraverso un dibattito edito in questi giorni che porta il titolo: L’Europa è finita? Nonostante il linguaggio tranchant di Caracciolo, e le terribili vie di fuga sognate da Letta, ritengo di no. E’ talmente veritiera, infatti, e talmente catastrofica la loro descrizione della situazione attuale dell’Europa, ma soprattutto la loro consapevolezza degli evidenti errori compiuti fin dall’inizio nell’edificarla, che ci si chiede quale possa essere il motivo di una simile confessione. “Togliere la maschera all’Europa”,  come ripete più volte Caracciolo? Questo significa riconoscere che sono state dette sempre e soltanto menzogne alle centinaia di milioni di cittadini ai quali è stata imposta dall’alto, esaltandone benefici inesistenti, non permettendo mai un dubbio, una domanda critica.
 continua

 editoriale
La legge dell'Islam:
la moglie si compra
e si può picchiare

 An islamic man arrested because he was beating his wife: “I can do it,
she is mine”

di Ida Magli
il Giornale | 08.07.2010


  
Un marocchino che picchia la moglie non fa quasi più notizia in Italia. Abbiamo purtroppo dovuto commentare casi ben più gravi, addirittura l'uccisione di una moglie o di una figlia sulla base di motivazioni assolutamente incomprensibili e inaccettabili per la legge e per il costume italiano. Questa volta, però, non sarà inutile tornarci sopra, per due aspetti particolari. Il primo è che si tratta di un caso non di una singola esplosione di violenza motivata da una ragione particolare, ma di maltrattamenti continuati e gravissimi da parte di un marocchino che vive da parecchio tempo in Italia e che la giovane moglie, sposata con regolare contratto a Casablanca, ha poi raggiunto nella sua sede italiana. continua

 editoriale
Lo sfregio:
San Giorgio islamico

di Ida Magli
il Giornale | 01.07.2010


  
La fantasia eresiarca dei nostri amministratori non conosce limiti. È vero, il palio di Siena non ispira, almeno oggi, nessuna spiritualità; ma da qui a consegnarne il simbolo, lo stendardo con la figura di un Santo, alle mani di un fedele di un'altra religione, si passa dall'eventuale devozione che gli organizzatori della festa evidentemente non possiedono, a una vera e propria forma di disprezzo. Disprezzo per i Santi in generale e per San Giorgio in particolare. continua

 editoriale
Perché il calcio
non si addice all'Europa

di Ida Magli
il Giornale | 27.06.2010


   Non uccidetemi, vi prego. Caro Direttore, cari Lettori, invoco la vostra “tolleranza”. Lo so, lo so: le vicende della Nazionale sono state sviscerate sotto tutti  gli aspetti possibili dai massimi competenti del gioco calcistico, dai giornalisti, dai politici, dai tifosi, per cui sembrerebbe che non ci fosse nient’altro da aggiungere; ma esistono dei motivi di fondo che nessuno ha affrontato (almeno che io sappia) e che purtroppo spetta proprio a me cercare di spiegare. continua  
vedi anche:


 editoriale
Da detenuti a soldati
del jihad, ora in cella
l'islam fa paura


 From Prisoners to Jihad Soldiers: Scary Islam in Jail

di Ida Magli
il Giornale | 24.05.2010


  
Fra i tanti problemi posti dall’eccessiva presenza in Italia d’immigrati, uno dei più difficili da risolvere è quello dell’alto numero di musulmani nelle carceri. Si tratta di molte migliaia di persone che si trovano a vivere una delle esperienze più dolorose, quale appunto quella della privazione della libertà, in un ambiente dove non si parla la loro lingua, dove non possono condividere col compagno di cella né ricordi del passato né progetti per il futuro; dove, insomma, la “estraneità” della terra d’origine, della patria, della religione, dei costumi, dei sentimenti, delle abitudini quotidiane, già tanto forte all’esterno, assume in un certo senso una dimensione “essenziale”. Soltanto se si fa lo sforzo di comprendere quest’aspetto del vissuto carcerario dei musulmani, si può rendersi conto di come la scoperta, o la riscoperta della devozione religiosa, attraverso le cure che in tal senso porgono loro i più solerti compagni, divenga un legame e una forza di salvezza.  continua

 editoriale
Denaro e suicidi

 Money and Suicide

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 20.05.2010


  
Nell’azienda di France Telecom si sono suicidati, dall’inizio del 2008, cinquanta dipendenti, tutti dirigenti e tecnici. Secondo il rapporto trasmesso alla giustizia francese dall’Ispettorato del Lavoro, questi suicidi sono la diretta conseguenza della soppressione di 22.000 posti di lavoro e il trasferimento di 10.000 dipendenti effettuato dall’azienda negli ultimi due anni e mezzo. Si tratta di una notizia sconvolgente e che pure nessuno, neanche a sinistra, ha adeguatamente commentato. Non è soltanto la perdita del posto di lavoro che può indurre cinquanta persone (che probabilmente non sarebbero rimaste sul lastrico trattandosi di personale qualificato) ad uccidersi, ma la sparizione improvvisa dell’ambiente in cui si vive, della professione in cui si crede, e la spietatezza con la quale questo ambiente viene dichiarato inutile e trasformato nelle macerie di una città bombardata. continua

 editoriale
La sconfitta rosa:
tanta pubblicità
ma pochi voti


di Ida Magli
Il Giornale 11.05.2010


  
Riflettere sui risultati delle elezioni inglesi dal punto di vista degli scarsi successi ottenuti dai candidati di sesso femminile può naturalmente essere utile, oltre che per comprendere l’atteggiamento particolare  dell’opinione pubblica britannica in questo campo, anche quello di altri paesi d’Europa dove per le donne continua ad essere difficile giungere a ruoli direttivi e di responsabilità pubblica. E’ vero che le differenze storiche, psicologiche e culturali fra una nazione e l’altra sono molto forti, ma dopo il lungo itinerario che la questione femminile ha percorso in Europa dal secondo dopoguerra in poi, prima con la pressione del femminismo, poi con l’adeguamento legislativo, almeno in linea di principio nessuno (o quasi nessuno) mette più  in dubbio il diritto delle donne all’uguaglianza. C’è però un “non-detto”, di risentimento, di frustrazione, che si è accumulato negli ultimi anni nella coscienza maschile, in maniera diversa da paese a paese perché erano diversi in partenza i costumi sociali e i rapporti fra i sessi, ma simile nei risultati, e che andrebbe analizzato in modo oggettivo, permettendogli di esprimersi ad alta voce in modo da poterne conoscere e discutere le ragioni. continua

 editoriale

Liberiamoci
dallo strapotere
dei banchieri


 Let us get rid of the Bankers’ unbearable Power

di Ida Magli
Il Giornale 10.05.2010


  
O adesso o mai più. Che cosa aspettiamo a liberarci della sovranità dei banchieri, della rete fittissima dei loro interessi con i quali ci hanno avvolto stritolandoci? Perfino Angela Merkel ha perso il controllo, di fronte alla catastrofe finanziaria di questi giorni, e ha denunciato ad alta voce quello che qualcuno si azzardava appena a pensare dentro di sé: “I mercati stanno avviando una battaglia contro i politici”. Nessuno, però, ha osato commentare quest’affermazione, di per sé esplosiva e destabilizzante; ma soprattutto incomprensibile per la maggioranza dei cittadini. Incomprensibile perché ci hanno sempre lasciato credere che fossero i politici a detenere il massimo potere. Invece sono i banchieri, giacché fabbricano la moneta, mentre i politici sono loro soci negli interessi, ossia nel prezzo, fissato dai banchieri stessi, che paghiamo per farci “prestare” il denaro (il famoso “debito pubblico”).  continua

 editoriale

Quella moneta unica
ancora in cerca
della sua immagine


  That common Currency still looking for an Image

di Ida Magli
Il Giornale 05.04.2010


  
In una pagina del Giornale del 30 aprile scorso tutta dedicata agli attuali problemi monetari, Giuseppe De Bellis si è soffermato su di un tema essenziale e che era davvero ora che qualcuno affrontasse: non è soltanto l’economia a fare la forza di una moneta perché “la vera forza del dollaro è l’immagine dell’America”. Si tratta di un’affermazione che ovviamente riguarda tutte le monete; ma purtroppo gli economisti e i banchieri assolutizzano il proprio campo d’azione (come capita a tutti i dittatori) facendo dipendere la forza delle monete quasi soltanto dal PIL, dal commercio o dal debito pubblico di una nazione. E’ vero: è l’idea universale di un’America “giovane”, entusiasta, energica, vittoriosa, in qualche modo sostanziata di “futuro”, e pertanto prototipo di una modernità che rimane sempre tale, ad aver comunicato al dollaro, quasi in forma sacramentale, questa stessa immagine.
E’ indispensabile fare un’identica riflessione nei confronti dell’euro.
 continua

 editoriale

Quella terra d'origine impossibile da sradicare

  That Motherland impossible to Uproot

di Ida Magli
Il Giornale 05.04.2010


  
Shahzad Faisal, un pachistano di trenta anni, naturalizzato americano, sarebbe l’autore del fallito attentato di New York, ossia di un attentato contro la sua patria acquisita e che avrebbe dovuto scatenare il terrore uccidendo molti americani suoi compatrioti. Poche righe, in apparenza semplicissime, descrivono in realtà una situazione che, nella sua chiarezza, è però molto difficile da far accettare a coloro che guidano l’Occidente. “Naturalizzato americano”: è questo il punto. Politici e amministratori d’Occidente, convinti che sia necessario annullare il più possibile le differenze fra popoli e nazioni per ottenere alla fine un mondo uniforme in cui l’uguaglianza regni sovrana, si sono arrogati il diritto di affermare quali siano, o quali debbano essere, i sentimenti, gli affetti, le passioni, dei cittadini, prendendo il  posto della natura e della storia. Hanno creduto perciò che fosse sufficiente, per  creare un americano (ma allo stesso modo anche un italiano, un tedesco, un francese…) scriverlo sulla carta d’identità. Pericolosissimo, anzi tragico, errore dato che non c’è cosa più “naturale” (il che significa che nulla o quasi nulla può cambiarla) che l’amore per la terra, la nazione,  la lingua, la cultura, la storia dalle quali si proviene e che sono  condivise dai propri padri, dai propri fratelli.  continua

 editoriale

Ma che cosa vuole Fini?

di Ida Magli
Il Giornale 24.04.2010


  
Ma che cosa vuole Fini? Sono ormai molti mesi che questa domanda rimbalza da un giornale all’altro, da un dibattito politico all’altro, senza che nessuno riesca a fornire una risposta soddisfacente. Si è stancato di un ruolo troppo statico agli occhi del pubblico? Non vuole apparire dipendente dalla supremazia di Berlusconi? Non sopporta il successo della Lega nelle regioni del Nord? Cerca di accreditarsi presso la Sinistra pensando al futuro post-berlusconiano? Tutti gli interrogativi sono leciti perché in realtà la risposta è impossibile da trovare se non ci si convince che tutto ciò che viene detto e fatto va in scena al solo scopo di porre le premesse di un oscuro progetto. “Oscuro” per due motivi: perché è composto di due parti, una in contraddizione con l’altra, e perché lo scopo finale quasi certamente non si realizzerà nel modo voluto. continua

 editoriale

Suicidio in strada,
la morte ridotta a banalità


di Ida Magli
Il Giornale 23.04.2010


  
 La nostra società vive oggi su due piani diversi di percezione dei significati: quello “reale”, dato dall’insieme dei valori che si sono creati negli ultimi anni in base alla spinta dei nuovi comportamenti, e quello “ideale”, che risuona quasi per istinto in base ai valori di un passato che ha attraversato millenni e che, per quanto superato, non è però mai stato messo apertamente in discussione. Al centro di questo profondo disagio c’è la morte. Non la morte in senso filosofico o teologico, ma la morte così come si è presentata agli uomini fin dall’inizio della loro storia: il cadavere. La morte, infatti, non è “pensabile”; è stato sempre e soltanto il cadavere che ha costretto gli uomini a prendere posizione, e prima di tutto a chiedersi: si risveglierà? Che cosa ne facciamo? Dove lo mettiamo? Ritornerà? Antropologi, storici, etnologi sono rimasti stupefatti davanti alle incredibili manovre che ogni popolo compie, o ha compiuto, intorno al cadavere; non hanno trovato in nessun altro campo tanta preoccupazione, tanta varietà di costumi.  continua

 editoriale

E ora l'Islam
diventa il simbolo
del Continente


  And now Islam becomes the Symbol of Europe

di Ida Magli
Il Giornale 21.04.2010


  
 Parlare di ciò che ha deciso il Consiglio d’Europa fa uno strano effetto: viene subito alla mente, infatti, il pensiero che una istituzione dal nome così pomposo e impegnativo quasi certamente gli italiani non sanno neanche che esiste e tanto meno che cosa ci stia a fare. Frutto di una vaga idea europeista della Francia e dell’Inghilterra appena uscite dalla guerra (risale al 1949) e composto dai ministri degli Esteri e da parlamentari indicati da quasi tutti gli Stati d’Europa, anche non appartenenti all’UE, il Consiglio d’Europa è uno dei tanti organismi internazionali che esistono quasi soltanto sulla carta e che assorbono montagne di denaro pur essendo privi di compiti precisi. Proprio per questo, però, ogni tanto il Consiglio d’Europa si ricorda di dover certificare la propria esistenza in vita e si affaccia sulla scena del mondo con qualche iniziativa sui generis. Questa volta si tratta di un concorso per la più bella moschea d’Europa.  continua

 editoriale

Che triste l'occidente
che tratta i vecchi
come malati terminali


  How sad is the West that treats  the Elderly as terminally ill

di Ida Magli
Il Giornale | 14.04.2010


  
 Altro che “pace”! Sembra proprio che in Occidente l’umanità non sappia fare a meno di avere a che fare sempre con la morte. Siamo riusciti a liberarci dell’uccidere e del farci uccidere nelle guerre, dell’obbligo della leva; siamo riusciti ad assumere soltanto volontari nelle forze armate, ad eliminare con l’igiene e con i vaccini l’imperversare della morte nelle epidemie, a curare e guarire la maggior parte delle più gravi malattie, ma vogliamo che la morte, e il pensiero della morte, stia sempre in mezzo a noi.   continua

 editoriale

Il Lazio
e i compiti di una donna



di Ida Magli
Italiani Liberi 08.04.2010


  
 Al governo della regione Lazio è stata eletta una persona piena di energia e dalla quale tutti si aspettano, anche in base alla sua esperienza di sindacalista, la messa in ordine dei tanti problemi concreti, quali quello della sanità e del suo enorme debito, abbandonati da troppo tempo al loro destino.  continua

 editoriale

Chi è che vuole
a tutti i costi
il suicidio della Grecia?



  Who wants at all costs the Suicide of Greece?

di Raffaello Volpe
Italiani Liberi 27.03.2010


  
 Prestare denaro alle aziende facendole indebitare fino all’insolvenza e occultarne gli enormi passivi, per poterle poi acquisire a prezzi stracciati, è un “metodo” da sempre presente nella storia dell’economia. Gli usurai l’hanno sempre fatto con i piccoli proprietari, molti dei quali alla fine si suicidavano. Quello che colpisce è la sua progressiva estensione a tutto il pianeta, in particolar modo negli ultimi vent’anni. È così che le multinazionali, di supporto alle connesse super banche mondiali di proprietà dei “soliti noti”, si sono appropriate della maggior parte delle aziende esistenti.  continua

 editoriale
In questi giorni si parla spesso del colore “viola” in riferimento al Popolo di Internet. Ho pensato che potesse interessare gli amici degli Italiani Liberi un mio piccolo saggio sul “viola”, pubblicato nel lontano 1986,  in cui si trovano molte riflessioni utili a far comprendere come ben si adatti questo colore conturbante a moltitudini collegate soltanto dalla parola...


SCENARIO
Dal «popolo viola»
al governo del mondo


 From the Violet People to the World Government

di Ida Magli
Il Giornale | 06.03.2010


  
 Pare che sia stato il finanziere Soros ad assegnare il colore viola al “Popolo di Internet”. Averlo chiamato “popolo” è con tutta evidenza una mistificazione in quanto fino a ieri si è identificato come Popolo un gruppo residente stabilmente in un determinato territorio, unito dalla lingua, dalla religione, dal passato storico. La somma di molti individui, quindi, non è un Popolo; ma il passaggio dal virtuale al reale, chiamando a raccolta i frequentatori della Rete, è stato deciso per cominciare a dare forma a quella omogeneizzazione mondiale delle persone, dei mercati e dei governi cui lavora già da molti anni l’alta finanza. Il vero colpo di genio è stato quello di fornire ad una massa “liquida” come quella di internet, una specie di “identità” e di comune appartenenza attraverso un colore unificante. Milioni di persone senza nome e senza volto, assolutamente ignote l’una all’altra, ma unite dal “viola”, sono apparse d’un tratto nelle strade e nelle piazze delle città, convinte di somigliarsi, di ri-conoscersi, e hanno fatto le prime prove di quella che nelle intenzioni dei grandi finanzieri che oggi possiedono il mondo, sarà la reductio ad unum dei popoli e la capacità di governarli a livello globale.  continua

 editoriale

CROCIFISSO E BURQA
Sorpresa, l'Europa
riscopre se stessa


  Surprise: Europe rediscovers itself

di Ida Magli
Il Giornale | 03.03.2010


  
 Può darsi che si tratti soltanto di una casuale coincidenza. Sembra, tuttavia, che si possa interpretare come un segnale, per quanto piccolo, di una nuova tendenza, il fatto che mentre l’Europa ha dato ragione all’Italia nella questione dell’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici, i cittadini delle maggiori nazioni dell’UE abbiano espresso parere contrario, in un apposito sondaggio, all’uso pubblico del velo totale. Due fatti molto diversi, certamente, ma ambedue di grande rilievo nella situazione attuale di difficile convivenza dei cittadini con la maggioranza musulmana degli immigrati, proprio per quanto riguarda l’atteggiamento di rispetto e di difesa dei propri costumi e dei propri simboli religiosi; tanto più che fino ad oggi le autorità politiche e in parte perfino quelle religiose, hanno inculcato la tolleranza verso gli stranieri molto più che il dovere della fedeltà a se stessi. continua

 editoriale

IMMIGRAZIONE
La lezione degli australiani

  The Lesson of the Australians


di Ida Magli
Il Giornale 22.02.2010


  
 Sono stanco del fatto che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà… La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo… ma è un fatto. Se Dio vi offende, vi suggerisco allora di prendere in considerazione un’altra parte del mondo. Questo è il NOSTRO PAESE, la NOSTRA TERRA e il NOSTRO STILE DI VITA…se non fate altro che prendervela con il nostro stile di vita…allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà australiana: IL DIRITTO AD ANDARVENE.”
Chi è che parla così agli immigrati musulmani? Il peggiore dei “razzisti”, degli “xenofobi”, degli “integralisti”? Sarebbero, queste, infatti, le etichette pronte per chiunque avesse pronunciato un tale discorso in Italia, dove è stato definito “xenofobo” il 45%  degli Italiani per aver affermato, in una apposita rilevazione statistica, di non gradire la presenza degli stranieri. E’ il signor John Howard, invece, ex Capo del Governo australiano, che ama il suo paese, che non tradisce la propria patria e i propri concittadini, e che non esita a dire alcune indiscutibili verità.
continua

 editoriale

AVVERTENZA IMPORTANTE PER I LETTORI
Riflessioni attuali
su Banche e Banchieri 


  Present-day Considerations about Banks and Bankers

di Ida Magli
ItalianiLiberi 27.01.2010


  
 Ringrazio tutti coloro (e sono molti) che mi hanno scritto compiacendosi della pubblicazione su di quotidiano politico (Il Giornale) del mio articolo sulla questione della sovranità monetaria. Il silenzio da parte di tutti gli organi d’informazione, su un argomento determinante per l’indipendenza politica ed economica della Nazione come questo, è sempre stato così assoluto che l’apparizione di un solo articolo ha suscitato meraviglia e addirittura entusiasmo da parte dei lettori, sia di quelli che ignoravano del tutto il problema, sia e soprattutto di quelli che si battono da anni in questo campo ma che sanno bene che il silenzio dei giornalisti rappresenta la prova sostanziale dell’impossibilità di uscire dalla prigione.
Ebbene io prego tutti di non scrivere a me ma al Direttore Vittorio Feltri; di inondarlo di lettere, o nella rubrica apposita del sito web del Giornale, o in quella del quotidiano a stampa, oppure nelle rubriche riservate ai Lettori di altri organi di informazione perché, senza l’interesse e l’appoggio forte, esplicito, il più numeroso possibile dei Lettori, lo sforzo che è stato fatto per uscire allo scoperto non servirà a nulla. Nessuno ci tornerà più sopra o, diciamo meglio, a nessuno sarà più permesso tornarci sopra. Si tratta di una battaglia davvero all’ultimo sangue, alla quale, però, tutti possono partecipare purché non si lasci spazio al silenzio neanche per un giorno. Banche, Banche, Banche: dobbiamo parlare sempre di Banche...
  continua

 editoriale

I padroni degli Stati

  The Masters of the States

di Ida Magli
ItalianiLiberi 17.01.2010


  
 Da molti giorni si discute di tasse: tagliarle, non tagliarle, con la conclusione, abbastanza assurda, che questo non si può fare, come ha detto Berlusconi, a causa “dell’eccessivo debito pubblico e dell’aumento degli interessi da pagare su questo debito”. Assurda nel senso che non si capisce perché mai il Governo abbia avanzato un’ipotesi del genere se non aveva intenzione di passar sopra al problema del debito pubblico e dei suoi interessi visto che questo ostacolo c’era ovviamente anche prima. Sarebbe stata finalmente l’occasione per discuterne con i cittadini invece di prenderli in giro con speranze inutili. Ma nulla. Non una parola sulle cause dei “debiti pubblici”, sull’aumento progressivo e inevitabile degli interessi da pagare su questi debiti, sulla sovranità monetaria consegnata dagli Stati alle Banche.   continua

 editoriale

Ma la sinistra
sta con i "poteri forti"



di Ida Magli
Italiani Liberi | 09.01.2010


  
 Berlusconi ha annunciato l’intenzione di abbassare le tasse. Un annuncio del quale sembrerebbe logico che tutti gioissero. Invece, no; Bersani, no. La riforma non gli va bene perché: “Favorisce i ricchi”. Favorisce i ricchi, signor Bersani? Ma cosa ha fatto la Sinistra, dalla fine del vecchio PC ad oggi, se non favorire i ricchi? Aver chiamato Prodi a guidare il partito è stato il segnale. Qualcuno si è meravigliato allora che i comunisti si affidassero a un consumato rappresentante della vecchia Democrazia Cristiana per il loro nuovo corso, ma il motivo  lo si è capito in seguito, in base alla politica cui l’Italia da allora è stata piegata e della quale i protagonisti assoluti, da Prodi a Ciampi, sono stati gli uomini della Sinistra: sottrarre a poco a poco la sovranità, l’indipendenza dello Stato ai cittadini per consegnarla ai manipolatori della finanza mondiale attraverso la Banca Centrale Europea; eliminare la moneta nazionale privando lo Stato dell’unico potere che ne garantisce l’esistenza, quello di battere moneta; svendere le più importanti proprietà dei cittadini (dello Stato) affermando che soltanto i privati hanno diritto a possedere i beni indispensabili alla vita di una società.  continua

 editoriale

Dovevamo aiutarli
a casa loro



di Ida Magli
Il Giornale | 09.01.2010


  
 La prima domanda è questa: possibile che gli italiani non siano capaci di raccogliere pomodori, aranci o mandarini? Si tratta di un lavoro che non richiede nessuna competenza o preparazione e che dunque chiunque può fare. Si tratta, inoltre, di bisogni stagionali, prevedibili quindi, sia per la data che per la quantità. Organizzarsi perciò sarebbe facile purché il datore del lavoro fosse disposto a pagarlo nella maniera giusta e non lo mettesse, invece, pur di spendere il meno possibile, nelle mani delle bande criminali che imperversano da anni nelle campagne del Sud. Di solito si obietta a questa esposizione dei fatti, che nessuno in Italia vuol più fare il lavoro di campagna. Questa, però, è una conseguenza, non la causa della mancanza di mano d’opera, i cui motivi sono molto semplici da capire. Il primo è la scarsezza della retribuzione in quanto, come è noto, il prezzo della frutta e degli ortaggi, altissimo alla distribuzione, è bassissimo all’origine. Il secondo, forse più grave, è dovuto al formarsi, per una spontanea e inevitabile legge psico-sociale, di una specie di etichetta deteriore di “appartenenza”, una “evitazione”, quasi come un tabù su un lavoro che diventa “basso” in quanto svolto da chi è ritenuto basso. Se vogliamo, perciò, che non ci sia bisogno di immigrati nelle campagne, è necessario assicurare ai contadini una giusta retribuzione per la loro fatica e fare in modo che non si formi il tabù del lavoro da immigrato, organizzandolo con il rispetto delle norme sindacali e tenendo aggiornati gli elenchi dei lavoratori stagionali così da non dover ricorrere ad una manovalanza reclutata bestialmente dalla criminalità.   continua

 editoriale

Ma con più controlli
ci sarà meno libertà


  More Controls - Less Freedom

di Ida Magli
Il Giornale | 06.01.2010


  
La politica euro-americana segue da diversi anni un indirizzo contrario a qualsiasi ragionevolezza. Dal momento dell’attacco alle Torri Gemelle ad oggi, la dichiarazione di guerra al terrorismo da parte degli Stati Uniti non ha mutato neanche di una virgola, né per quanto riguarda la diagnosi, né per quanto riguarda gli strumenti della battaglia, come se non fosse possibile ammettere errori d’interpretazione o cercare strade di altro tipo per giungere ad una soluzione. L’Europa, a sua volta, salvo qualche piccolo tentativo iniziale di non allineamento alla linea comune da parte della Francia, ha seguito pedissequamente gli Americani come se essere fedeli ad una alleanza non potesse e dovesse comportare consigli anche critici e proposte strategiche alternative. Eppure in Europa, e forse ancor più in Italia, l’analisi del terrorismo islamico si è sviluppata in modo sempre più profondo, con una evidente frattura fra ciò che affermavano i politici, convinti assertori dell’esistenza di gruppi di “fanatici” e degli “stati-canaglia” e ciò che invece appariva ben chiaro sia agli studiosi che ai semplici cittadini, ossia di quale enorme entità fosse per l’Occidente il problema musulmano.   continua

 editoriale

Auguri
politicamente scorretti



  Politically Incorrect Greetings

di Ida Magli
Il Giornale 24.12.2009


  
 Voglio cominciare i miei auguri di Natale mandando una maledizione. Sia maledetto colui che ha ideato il «politicamente corretto» e che lo ha imposto ai popoli d'Occidente. Nessun tiranno è mai stato peggiore di lui; nessun torturatore era ancora mai apparso nella storia d’Europa che, con feroce legge del contrappasso, costringesse a «bloccare» il pensiero proprio coloro la cui civiltà si è costruita cercando di avvicinarsi sempre di più all'essenza, alla verità del pensare. Nulla, d'altra parte, stride di più con ciò che festeggiano i cristiani, che la finzione del politicamente corretto visto che questa è davvero l'unica cosa che Gesù ha condannato: l'ipocrisia, la finzione; il non testimoniare la verità, non affermarla, non riconoscerla. Non si tratta soltanto dei cristiani, dei credenti, ma di tutti: la forza delle parole di Gesù è diventata tessuto della civiltà italiana ed europea in quanto già i Romani si fondavano sulla corrispondenza fra il proprio «essere» e la propria parola, una corrispondenza che ogni uomo sente come «giusta», come «bella».  continua

 editoriale

Le antenate di Venere

di Ida Magli
Il Giornale 23.12.2009


  
Il catalogo della Mostra che porta questo titolo, aperta al Castello Sforzesco di Milano fino a tutto il febbraio 2010, è tanto ricco di informazioni scientifiche quanto pieno di quelle “suggestioni” che immancabilmente suscitano le immagini femminili, anche quelle di 27.000 anni prima di Cristo. Notiamo subito che qui prevalgono i reperti di statuine femminili. Per quanto si tratti di una selezione voluta, non si può fare a meno di riflettere su di un fatto ricorrente e che accomuna le conoscenze che abbiamo di qualsiasi civiltà, sia del passato più remoto che di quello recente: le rappresentazioni femminili sono sempre più numerose di quelle maschili, soprattutto più significative, con l’accentuazione sessuata del loro corpo, il segreto del loro volto sotto la meticolosissima pettinatura. Sembra quasi che gli uomini della preistoria abbiano voluto, come nelle odierne guide turistiche, far apprezzare il loro mondo piazzando qua e là soprattutto immagini di donne. Questo fatto ha talmente colpito la fantasia degli studiosi da far nascere a più riprese, durante gli ultimi due secoli, le più ardite teorie su un originario periodo di matriarcato, di potere delle donne, accompagnate da ipotesi sulla Grande Madre come potentissima divinità, dando luogo a dispute accesissime fra storici ed archeologi invasi da una specie di febbre femminista ante litteram. continua

 editoriale

Berlusconi si chiede
perché sia tanto odiato

di Ida Magli
Il Giornale 17.12.2009


  
 Berlusconi si chiede perché sia tanto odiato. La risposta non gli piacerebbe: perché con lui è diventata palese la crisi finale dei sistemi parlamentari, fondati sulla “rappresentanza”. Si tratta di una crisi che è in atto ormai da molti anni, ma che tutti si rifiutano di vedere nella sua paurosa realtà e che pertanto, almeno per quanto riguarda l’Italia (i parlamenti sono in crisi in tutta l’Europa), ha trovato una pseudo causa nella presenza di un personaggio che, non provenendo dal mondo dei Partiti, l’unico abilitato a rappresentare i cittadini nel sacro recinto del Parlamento, doveva per forza essere portatore di morte e distruzione.  continua
 editoriale

Sovranità monetaria
e debito pubblico

di Ida Magli
Italiani Liberi 21.12.2009


  
Tutti siamo a conoscenza dell’assurda situazione degli Stati che, privi della sovranità monetaria, sono costretti a far dipendere la loro politica dall’entità del debito della Nazione verso i proprietari (grandi finanzieri privati) delle Banche Centrali. Non si può fare a meno, perciò, di rimanere profondamente stupiti che si continui a mantenere il più assoluto silenzio su questo che è il problema fondamentale e ineludibile della nostra economia, perfino in una intervista al Ministro Tremonti, apparentemente a cuore aperto, come quella pubblicata il 19 dicembre scorso dal “Giornale”. L’intervistatore, Nicola Porro, ha più volte messo l’accento sul “debito pubblico” dell’Italia quasi costringendo il Ministro a puntualizzarne l’entità e le conseguenze, cosa che Tremonti ha fatto con l’abituale serietà e sicurezza, indicando le “lezioni” che si possono trarre dalla crisi. Ma della possibilità che lo Stato ricominci, come è suo diritto e dovere, a battere moneta mettendo fine così all’accumulo di un debito che ci sta uccidendo, neanche una parola.   continua

 editoriale

Quella sovranità
della moneta
in mani private

di Ida Magli
Il Giornale 11.12.2009

  Coinage Sovereignity in Private Hands
   Souveraineté monétaire en mains privées 

  
Abbiamo ricominciato a tremare per le banche. Abbiamo ricominciato a tremare addirittura per gli Stati, a rischio di fallimento attraverso i debiti delle banche. Si è alzata anche, in questi frangenti, la voce di Mario Draghi con il suo memento ai governanti: attenzione al debito pubblico e a quello privato; dovete a tutti i costi farli diminuire. Giusto. Ma l’unico modo efficace per farli diminuire è finalmente riappropriarsene. Non è forse giunta l’ora, dopo tutto quanto abbiamo dovuto soffrire a causa delle incredibili malversazioni dei banchieri, di sottrarci al loro macroscopico potere?
Per prima cosa informando con correttezza i cittadini di ciò che in grande maggioranza non sanno, ossia che non sono gli Stati i padroni del denaro che viene messo in circolazione in quanto hanno delegato pochi privati, azionisti delle banche centrali, a crearlo. Sì, sembra perfino grottesca una cosa simile; uno scherzo surreale del quale ridere; ma è realtà. 
 continua

 editoriale

La Chiesa sbaglia, l'accoglienza a ogni costo non è integrazione

di Ida Magli
Il Giornale | 08.12.2009

  The Church is mistaken: Acceptance at all costs does not mean Integration.

  
La Chiesa si trova oggi in una situazione difficilissima, di cui, però, sembra non rendersi conto. La crisi interna, che ha drasticamente ridotto, a partire dal Concilio Vaticano II in poi, il numero degli appartenenti agli Ordini religiosi, sia uomini che donne, non ha influito soltanto sulle attività immediatamente legate al culto, come per esempio la gestione delle parrocchie; ma ha reso in qualche modo “invisibile” la vita stessa della Chiesa come organismo diverso dal corpo dei fedeli nella sua spiritualità e che un tempo era socialmente fortissimo, con la presenza ovunque dei Francescani, dei Domenicani, dei Cappuccini, dei Salesiani e delle loro opere. Lo scarso clero rimasto dimostra spesso, purtroppo, di essere culturalmente e intellettualmente povero; tanto più povero in quanto, perlomeno in Occidente, o ripete stanche parole di prediche sempre uguali che non servono a nulla; oppure, rinunciando agli argomenti religiosi, si immette nella discussione dei temi del giorno, quelli che tormentano la nostra vita quotidiana e che non possono essere risolti con il semplicismo della carità. Anzi, diciamolo chiaramente: la Chiesa è venuta meno, ormai da diversi anni, al compito della carità, perché questa richiede una profonda visione delle cause della miseria che affligge tante parti del mondo e una severa, chiarissima condanna dei comportamenti che l’hanno provocata e la provocano.  continua

 editoriale

Basta coi bavagli di Stato - l'Italia voti sui minareti

di Ida Magli
Il Giornale | 02.12.2009

  Enough with the State Gag - Let Italy vote on Minarets

  
I tranquillissimi Svizzeri hanno all’improvviso messo a soqquadro l’Europa intera. Dalle reazioni sorprese, quando non addirittura scandalizzate e irose, da parte delle Istituzioni UE, di fronte al risultato negativo del referendum sui minareti, i cittadini hanno finalmente la prova di ciò che sospettavano ormai da lungo tempo: per i politici la democrazia è il migliore dei governi possibili fin quando i sudditi tacciono. Gli Svizzeri, però, hanno parlato e il loro “no” ai minareti è venuto a sconvolgere quel disegno di omogeneizzazione-dissoluzione delle culture, dei costumi, delle religioni che discende inevitabilmente dalla Carta dei Diritti Umani.  continua

 editoriale

La grande finzione europea

di Ida Magli
Italiani Liberi 24.11.2009

  The Great European Fiction / Two "Mr. Nobody" to create a Superstate

  
Si continua a discutere in Italia della bocciatura di D’Alema alla carica di Ministro degli Esteri europeo ( formalmente detto: “Alto rappresentante per la politica estera europea” per non far capire del tutto, come al solito, ai poveri cittadini di che cosa si tratti) con chiacchiere prive di qualsiasi valore sia da parte della maggioranza che da parte dell’opposizione. Ci si accapiglia intorno alle parole altrettanto vacue di Martin Schulz, capogruppo del partito socialista europeo, il quale si diverte a prendere in giro gli uni e gli altri affermando che è stato Berlusconi a non sostenere in Europa la candidatura di D’Alema e insinuando, quindi, che il Capo del governo italiano l’ha presentata al solo scopo di procurargli una magra figura. continua

 editoriale

Sarà un comunista
a guidare
il Superstato comunista?

di Ida Magli
Il Giornale 13.11.2009

  Will a Communist lead the Communist Superstate?

   Molti cittadini si meravigliano della candidatura di D’Alema alla carica più importante dell’UE. Se ne meravigliano sia quelli della Sinistra, sia e ancor più quelli che stanno dalla parte di Berlusconi. C’è chi ne è talmente stupito da scrivere ai giornali per chiedere  come mai Berlusconi appoggi in una sede internazionale un ex comunista, per giunta un ex comunista che già molte volte si è comportato in passato in modo contrario agli interessi  dell’Italia. Questa è l’ennesima prova che gli Italiani non sanno, e di conseguenza non capiscono, quale sia l’idea che ha fatto progettare e realizzare l’unione europea; ma al tempo stesso è questo il motivo per il quale sia i politici che i giornalisti non hanno mai voluto dare loro vere spiegazioni, tenendo al livello più basso e più ingannevole l’informazione su quello che avveniva.
 continua

 editoriale

Il Governo mondiale
si avvicina

di Ida Magli
Italiani Liberi | 10.11.2009

 The World Government is getting closer

   Anche la Borsa ha gli “invisibili”. E’ questo il sorprendente titolo apparso in prima pagina sul Corriere Economia del 26 ottobre. scorso. Chi sono questi “invisibili”? Certo non è un caso che si alluda agli invisibili nel contesto di normali riflessioni sull’andamento della Borsa. Pare, infatti, che essi siano quasi tutti ricchissimi banchieri, i più grandi capitalisti (dico “pare” perché un alone di mistero li circonda). E’sorprendente invece che compaia apertamente un riferimento, sia pure per scherzosa analogia, a quella élite del Potere che di fatto guida il mondo, ma di cui non si parla mai, e che appunto deve a questo silenzio la sua “invisibilità”. continua

 editoriale
di Ida Magli
il Giornale
4.11.2009


L'inutile Europa
ci toglie pure il crocifisso

di Ida Magli
il Giornale 4.11.2009

Useless Europe is taking away from us even the Crucifix

   Le religioni non sono monete. Fare l’unificazione europea a tavolino, cominciando astutamente dall’economia e dalla moneta, ha permesso finora di tenere basso lo scontro con ciò che veramente crea i popoli ed è creato dai popoli: i loro sentimenti, le loro fedi, il loro spirito, il loro passato, la loro storia, le loro tradizioni, i loro valori, i significati che i popoli assegnano al loro «essere se stessi». Le religioni praticamente sono il contenitore di tutto questo, lo rispecchiano nel momento stesso in cui lo plasmano. continua

 AGGIORNAMENTO 3 Novembre 2009
Klaus ha firmato. Barroso ne ha dato notizia
affermando che il Trattato entrerà in vigore entro dicembre.
Il gruppo che aveva raccolto le firme (oltre 20.000) a sostegno di un No del Presidente ceco, le ha presentate a Klaus in presenza dei giornalisti, esprimendogli il proprio disappunto.


 AGGIORNAMENTO 30 Ottobre 2009
L'eccezione per la Repubblica Ceca è stata accettata dalla Ue.
In corso una raccolta di firme perché il Presidente Klaus, comunque, non firmi il Trattato!

 DOPIS VÁCLAVU KLAUSOVI, PREZIDENTU ČESKÉ REPUBLIKY
 LETTERA A VACLAV KLAUS, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CECA
 LETTER TO VACLAV KLAUS, PRESIDENT OF THE CZECK REPUBLIC
 CARTA A VACLAV KLAUS, PRESIDENTE DE LA REPUBBLICA CECA
 LETTRE AU PRÉSIDENT DE LA RÉPUBLIQUE TCHÈQUE, VACLAV KLAUS
BREV TILL TJECKIENS PRESIDENT VACLAV KLAUS


Support Vaclav Klaus!
Stop the Lisbon treaty!

SIGN THE PETITION ONLINE: http://www.PetitionOnline.com/sptklaus/petition.html
E con Klaus si scatena la corsa alle eccezioni

di Karin Neubertovà
Italiani Liberi 29.10.2009

 Ošidné vztahy v pochybné Unii

Il summit che comincia oggi ha un tema importante - Vaclav Klaus - il presidente della Repubblica Ceca. I politici a Bruxelles polemizzano su come soddisfare la sua richiesta dell'eccezione per la Repubblica Ceca,  che riguarda soprattutto la lista dei diritti umani dell'EU. Klaus ha paura che i tedeschi dei Sudeti (la parte della Repubblica Ceca vicino al confine con la Germania) richiederanno i beni e terreni che hanno dovuto lasciare dopo la seconda guerra mondiale. Tutti i politici consideravano ridicola questa ragione per bloccare il processo della ratificazione, tuttavia i tedeschi dei Sudeti hanno già fatto la richiesta al governo tedesco per non consentire la “eccezione svedese” - come è stata soprannominata -  dei Cechi (Vaclav Klaus tratta della eccezione con il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt).
continua

Lettera appello Klaus keeps EU guessing on future
of Lisbon Treat


Caro Klaus, non firmi
il Trattato europeo

di Ida Magli
il Giornale 21.10.2009

Aggiornamento 22/10/2009:
Risposta da Praga e commento



di Ida Magli
ItalianiLiberi | 27/10/2009

 Towards the End of the Battle?  (27.10.2009)


 "Il futuro dell'Europa è appeso a una firma, quella di Vaclav Klaus, ultimo capo di Stato che deve ratificare il Trattato di Lisbona. Il presidente ceco, noto euroscettico, ha posto delle condizioni per dare il suo sì alla nuova Costituzione europea, che introdurrà il voto di maggioranza e la nuova figura di presidente europeo. A lui si è rivolta in una lettera aperta l'Associazione "Italiani Liberi", guidata dall'editorialista del Giornale Ida Magli. La richiesta inviata a Praga è quella di interpretare la volontà della maggioranza dei cittadini europei non firmando il Trattato."

  editoriale

Il Presidente Klaus
e l'ultima firma


di Ida Magli
ItalianiLiberi 21.10.2009

 President Klaus and the Last Signature

   Il presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, da sempre contrario all’unificazione europea, è rimasto l’ultimo a dover firmare il trattato di Lisbona. Sia lui che il presidente polacco, Lech Kaczynski, avevano atteso il risultato del referendum irlandese, nella speranza che un “No” degli Irlandesi li salvasse dall’ingrato compito di affossare quella Costituzione sui generis, chiamata “trattato”, composta di oltre 300 pagine e che nessun cittadino d’Europa ha letto, ma senza la quale l’Unione Europea non può assumere una piena veste politica. Purtroppo, però, gli Irlandesi hanno tradito la passione per la patria e per la libertà che li ha sempre caratterizzati nella storia e si sono lasciati comprare dal luccichio dei generosissimi doni che il maggiore interessato alla nascita del nuovo impero, José M. Barroso, ha fatto brillare davanti ai loro occhi. continua

  editoriale

Il Corano a scuola

di Ida Magli
il Giornale 18.10.2009

Teaching the Koran in Italian Public Schools

   L’ultima proposta che viene dal presidente della Camera (presentata dal Segretario della fondazione Farefuturo, Adolfo Urso) è l’insegnamento della religione islamica nelle scuole di Stato. Con i soldi dei cittadini, dunque, costretti così a diventare sostenitori di un «dio» in cui non credono.
Sulla questione del «credere» o non credere, da parte degli italiani, in una religione da insegnare nelle scuole pubbliche, tornerò fra poco; quello che mi colpisce subito, invece, davanti a questa proposta, è un’altra cosa, una cosa di cui eravamo in molti a essere certi già da lungo tempo, ma alla quale non volevamo credere. Invece, è così, è proprio vero: il signor Gianfranco Fini odia gli italiani.
continua

  editoriale

Ma il vero problema
si chiama Corano

di Ida Magli
il Giornale 15.10.2009

 The Koran is the Real Problem

   Lo strumento principale del quale i politici si sono serviti fino ad oggi per realizzare l’unificazione europea, è stato quello di svuotare di ogni contenuto i significati e i valori accumulati dai singoli popoli e dalle singole nazioni durante il loro lungo itinerario storico, traducendoli, con voluta e consapevole finzione e falsità, in termini di “diritti umani”. Questa strategia ha permesso di non nominare mai le religioni, mattone di fondazione di buona parte della morale e del costume dei diversi popoli, evitando tutte le difficoltà che questo avrebbe comportato. In realtà ciò che si voleva raggiungere era l’introduzione di una “religione” uguale per tutti e che, in teoria, tutti avrebbero potuto accettare proprio perché non proveniva da nessun “Dio”: la carta dei diritti umani. continua

  editoriale

Gli irlandesi e il silenzio
sull'Europa

di Ida Magli
il Giornale 02.10.2009

 The Irish and the Silence about Europe

   C’è chi afferma che in Italia non c’è la libertà di stampa, e chi invece assicura che in nessun paese quanto in Italia i giornalisti sono liberi di dire qualsiasi cosa vogliano. Qualcuno dovrebbe, allora, spiegare agli Italiani chi sia stato a imporre una ferrea censura su tutto quanto riguarda gli avvenimenti politici dell’Unione Europea, avvenimenti importantissimi per tutti noi, quale per esempio la ratifica del Trattato di Lisbona, appeso al filo del referendum che si svolgerà domani in Irlanda. Bisogna riconoscere che questo silenzio insospettisce, ed anzi suscita un senso d’angoscia in quanto non si riesce a trovarne una spiegazione. Prima di tutto perché vi si attengono le fonti di informazione di ogni parte politica. Chi ha ordinato di non parlarne, è dunque sopra i Partiti? E perché non se ne deve parlare? Lo Stato italiano l’ha già ratificato, senza permettere neanche la più piccola discussione, basandosi sulla norma più antidemocratica della nostra Costituzione, quella che sottrae alla volontà dei cittadini la “politica estera”, anche se, trattandosi in realtà della costituzione europea trasformata in trattato, definirlo politica estera è già di per sé una bella truffa. C'è da aggiungere che ci si stupisce del silenzio dell’opposizione davanti ad un atto del governo berlusconiano, visto l’abituale rumoroso dissenso per ogni sua decisione. continua

  editoriale

L'integrazione
è un miraggio

di Ida Magli
il Giornale 21.09.2009

 Integration is a Mirage


   
Siamo tutti addolorati per quanto è successo a Daniela Santanchè e, prima di commentare con una riflessione, di carattere culturale più che politico, il problema posto dall’abbigliamento delle donne musulmane in Italia, vorrei mettere l’accento su un dato di fatto, l’unico davvero grave: non passa giorno in cui non siamo costretti, per un episodio o per l’altro, ad occuparci della difficilissima convivenza con il mondo islamico. Questo significa che non si tratta di episodi singoli o eccezionali, ma di una realtà patologica radicata nel tessuto della nostra vita quotidiana. Sono ormai molti anni che tentiamo di mettere in guardia i politici sul fatto che il mondo islamico è incompatibile con il mondo occidentale e che alla fine lo scontro sarà inevitabile. Scontro sicuramente doloroso e ingiusto per ambedue le parti dato che si tratta di difendere ciò in cui si crede, ciò cui si dà il massimo valore: la propria religione, sia che si tratti del Corano, sia che si tratti dell’Uguaglianza o della Libertà. Ma i politici non ascoltano. Questo è il loro maggiore difetto. continua

  editoriale

La finta integrazione
e il muro culturale

di Ida Magli
il Giornale 17.09.2009

 Fake Integration and Cultural Divide

   
Cosa può dire un antropologo di fronte ad una simile tragedia? La reazione più immediata è la rabbia. La rabbia contro i politici, contro i leader che, in Italia e in Europa, da anni si ostinano a parlare di “integrazione”, con l’ottusa presunzione della loro ignoranza e la freddezza di chi non prova neanche a immaginare le passioni, i sentimenti, le ragioni di chi è “diverso”. La “superiorità” della politica, ossia di coloro che detengono il potere, verso qualsiasi scienza, soprattutto quando questa non serva a puntellare le mete che si sono proposti, non si è mai manifestata con tale sprezzo e tale ostinazione come in Europa negli ultimi anni. Il motivo non è difficile da capire: dal momento in cui è stato deciso l’accoglimento di tanti popoli diversi, si sono dovute cancellare, come se mai fossero esistite, le conoscenze accumulate dalle scienze umane, a cominciare dall’Antropologia culturale fino alla Fenomenologia religiosa, alla Linguistica, alla Psicologia, alla Nuova Storia. Più queste rivelavano l’importanza delle differenze culturali, più i politici decidevano invece che siamo, che dobbiamo essere, tutti uguali. Vieni da un altro paese, da un’altra cultura? Niente paura: ti insegno qualche briciola della lingua, e via. continua

  editoriale

Il diritto d'asilo
è ormai una finzione
che piace solo all'Onu 

di Ida Magli
il Giornale 15.09.2009

 The Asylum Right is a pretence that UNO alone likes

   La Signora Navi Pillay, alto commissario ONU per i diritti umani, ha denunciato in un discorso che pronuncerà domani, ma di cui è già stato diffuso il testo, le attuali politiche nei confronti dei migranti, in particolare nelle zone del Mediterraneo, del golfo di Aden, dei Caraibi, dell’Oceano Indiano, in quanto, a suo dire, violerebbero le norme del diritto internazionale. Naturalmente tale discorso ha fatto riaccendere la polemica in Italia nei riguardi dei respingimenti, sebbene il Ministro Maroni abbia più volte ribadito che la legge italiana è conforme alle norme internazionali, cosa che dovrebbe bastare a mettere in pace la coscienza dei numerosissimi San Francesco che vivono nel Bel Paese. E’ tuttavia evidente, ormai, che, come succede a tutte le leggi, anche il diritto internazionale non è più corrispondente alla realtà e che è proprio questo diritto che deve essere ripensato. Il “diritto d’asilo” per esempio, è nato nei lontanissimi tempi nei quali la pena più grave che veniva inferta ad un cittadino era l’esilio; una condanna che discendeva dalla sacralità della terra patria, che sarebbe stata profanata dall’impurità del reo, colpevole di tradimento o di omicidio. Per questo una terra “altra” aveva l’obbligo di accoglierlo: non era rivestita della stessa sacralità, non essendone la patria, e di conseguenza non ne sarebbe stata per nulla contaminata. Dunque, come è evidente, si tratta di casi singoli; il diritto d’asilo di masse di persone non è pensabile. Infatti, oggi si finge che si tratti di casi singoli, sebbene la condanna all’esilio non esista più, ma la finzione non è mai una buona via d’uscita, ed invece è indispensabile ripensare tutta la questione continua

  editoriale

La lapidazione in Indonesia e il mondo moderno

di Ida Magli
il Giornale 10.09.2009


   
Ad Aceh, provincia nord-occidentale dell’Indonesia,  diventerà legge nei prossimi giorni la condanna a morte tramite lapidazione per il reato di adulterio, e la fustigazione in pubblico per le relazioni pre-matrimoniali, in applicazione delle norme penali della ‘sharià, la legge coranica. Secondo quanto ha dichiarato il vice Presidente del Parlamento autonomo locale, la normativa gode di un vasto consenso sociale e politico, malgrado vi sia chi vi si oppone in nome del rispetto dei diritti umani e della moderna Costituzione. L’ Indonesia rappresenta il limite estremo, ad oriente, dell’islamismo, e con il suo 90% di fedeli sugli oltre 230 milioni di abitanti, il paese più musulmano in assoluto, con il residuo 10% frammentato fra cristiani, buddisti, induisti e animisti. Almeno 16 delle 33 province indonesiane negli ultimi anni hanno approvato leggi stabilite dal codice coranico, leggi che ovviamente sono lontanissime dalla sensibilità etica e giuridica del mondo occidentale odierno visto che risalgono, non al 500 dopo Cristo, ma a circa il 5000 avanti Cristo, ossia alla parte più antica dell’Antico Testamento. Maometto, infatti, ha basato il Corano sui primi cinque libri della Bibbia, i quali sono appunto quelli che stabiliscono la Legge, le norme di comportamento e le relative punizioni. continua